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SE VUOI DIVENTARE UN CAMPIONE, ALLENA LA MENTE
di Alessandra Puggioni
“Quel ragazzo è bravo ma non ha testa”
Quante volte abbiamo sentito pronunciare questa frase da allenatori e addetti ai lavori?
Chiunque abbia praticato sport sa che ottenere risultati importanti in ambito sportivo è una questione di talento, di tecnica, di impegno, di preparazione fisica e, da sempre, diforza mentale. E’ sopratutto grazie a campioni del calibro di Michael Jordan, Andrè Agassi, Tiger Woods, Federica Pellegrini, Valentino Rossi, Rafael Nadal, Carolina Kostner, Novak Djokovich, Michael Phelps e allenatori vincenti come Julio Velasco, Carlo Ancelotti, Josè Mourinho e Pep Guardiola, che ci si è resi conto di quanto l’aspetto mentale nello sport sia fondamentale per l’atleta che vuole sviluppare il proprio potenziale e incrementare le proprie prestazione. In molti paesi, Stati Uniti in primis, la maggior parte degli atleti e delle squadre si avvale della collaborazione del Mental Coach Sportivo, una figura professionale che negli ultimi anni ha finalmente iniziato ad imporsi anche in Italia.
Di recente Matteo De Sciglio, giocatore del Milan Calcio, ha dichiarato che lavorare con un Mental Coach l’ha aiutato a ritrovare fiducia in se stesso e gioia di vivere. Il Mental Coach si affianca ai preparatori fisici, tecnici e tattici occupandosi del cosiddetto allenamento mentale dell’atleta, checonsiste in una serie di attività che riguardano il lavorare sulla mente, sulla fisiologia, sulla concentrazione, sulla motivazione, sulle emozioni e su ciò che gli atleti dicono a loro stessi durante la gara. Tutti questi elementi sono interconnessi e lavorano insieme per creare una positiva collaborazione tra la mente e il corpo, al fine di garantire all’atleta il massimo livello di prestazioni.
In senso allargato, per allenamento mentale si può intendere un atteggiamento di maggior attenzione rivolto agli aspetti emotivi o cognitivi durante l’allenamento atletico e, in particolare, la consapevolezza di come essi condizionano la prestazione in senso positivo o negativo. Attraverso l’allenamento mentale e l’utilizzo delle tecniche ad esso collegate, l’atleta può, inoltre, accrescere la conoscenza di se stesso, dare espressione alle proprie capacità, migliorare il proprio livello di autostima, scoprire come corpo e mente possano interagire permettendo la realizzazione delle sue potenzialità. Una ricerca svolta dal British Psychology Society (tra le più autorevoli organizzazioni al mondo nel campo delle potenzialità umane) ha confermato che allenare motivazione, concentrazione, autostima, gestione dello emozioni, può contribuire a migliorare le prestazioni sportive fino al 57%, ma oggi alla luce di nuove ricerche si è stabilito che l’incremento possa raggiungere anche il 70%.
L’atleta che vuole ottenere risultati importanti o comunque gareggiare ai massimi livelli, non può dunque prescindere dalla preparazione mentale. Più alto è il livello di abilità richiesto e maggiore importanza assumono gli aspetti mentali.
I grandi campioni lo hanno capito subito e non possono fare a meno di lavorare su questo aspetto. Mark Spitz, nuotatore americano, dopo aver vinto sette medaglie d’oro alle olimpiadi di Montaco nel 1972, dichiarò:«A questo livello di specializzazione, la differenza fra vincere e perdere è per il novantanove per cento mentale.»
E Tiger Woods, grande campione di golf, una volta disse: «La mia mente è la più grande arma che ho a disposizione. Ho sviluppato la forza della mia psicologia molto presto e non troverò mai abbastanza parole per spiegare l’importanza che potrebbe avere per te fare altrettanto.»