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UFS Festival, patrimonio identitario di Sardegna
Un nome che suona come una dichiarazione d’intenti. Tre sono le parole d’ordine che racchiudono l’origine del progetto del festival: Identità, Coesione, Coinvolgere. L’Unione folclorica sarda è un’associazione che nasce nel 2020, durante la pandemia di Covid-19, ed è figlia dell’esigenza di dare una risposta puntuale verso gruppi e associazioni che si impegnano a promuovere e tramandare il patrimonio immateriale della Sardegna
«Il nome stesso della UFS (Unione Folclorica Sarda) nasce prendendo ispirazione nei confronti dell’associazione nazionale UFI, acronimo dell’Unione Folclorica Italiana» racconta il presidente di UFS, Lino Cordella.
L’UFS ha raccolto 45 adesioni di associazioni e gruppi polifonici, di ballo, musica corale, maschere e canto a tenore. Adesioni destinate sicuramente ad aumentare, dato l’interesse che l’associazione sta suscitando negli anni anche all’UFS Festival.
I membri del direttivo dell’UFS sono cinque e provengono da tutte le parti dell’isola come Burgos, Macomer, Orgosolo, Osilo, Busachi.
«La varietà di provenienza dalle diverse località dell’isola è stata voluta appositamente per identificare le realtà della Sardegna nel direttivo.» Per conoscere meglio com’è nato e quali sono gli aspetti fondanti del festival itinerante UFS, abbiamo incontrato Lino Cordella, presidente di UFS e anche ViceSindaco con competenza al Patrimonio, Beni Culturali e Turismo di Busachi.
«Lo scorso anno abbiamo partecipato ad un bando della Regione Sardegna e l’abbiamo vinto! Il progetto consisteva in “UFS Festival”: un festival itinerante, che ha preso il via per la prima edizione nel 2022. La rassegna è stata pensata e inquadrata per svolgersi in aree dove vi fosse un grande patrimonio archeologico o bandiere arancioni o bandiere blu. Per cui si è deciso di toccare tre tappe: Bosa per il suo caratteristico centro storico, Quartucciu con la Necropoli di Pill’e Matta e Domus Art, e Ghilarza con la chiesa campestre di San Serafino e la Torre Aragonese»
La scelta è ricaduta sui suddetti tre comuni anche per affermare l’intento di rappresentare tutte le realtà folcloriche dell’isola, dal nord, al centro al sud. Questa, infatti, è stata la dichiarazione di intenti della prima edizione del festival, cioè riuscire a far sentire la propria presenza.
Le novità di quest’anno sono due tappe aggiuntive, oltre alle precedenti, che vede Nuoro protagonista dell’UFS festival il 5 e il 6 ottobre e, successivamente, verrà stabilita una tappa anche a Collinas il 14 ottobre. «Il nostro obiettivo è coltivare la cultura sarda a 360° per far comprendere, anche ai nostri stessi compaesani e corregionali, la vera essenza del folclore. La tradizione popolare – prosegue Cordella – non è la mera rappresentazione di una danza o di un canto, ma una vera manifestazione d’appartenenza, l’orgoglio di poter esprimere la cultura del proprio paese abbracciandone la tradizione a tutto tondo. Ed è questo il cuore e il messaggio che vogliamo trasmettere con la nostra associazione.»
Che cos’è il folclore per te?
«Il rispetto della tradizione, della cultura e della propria origine»
Il festival UFS è il risultato di un attivismo radicale che coinvolge ogni paese e ogni borgo della Sardegna e si prefissa lo scopo ultimo di preservare e custodire tutte quelle unicità tipiche e non riproducibili che sono figlie del senso di appartenenza e di identità degli abitanti del luogo.
L’espressione delle varie peculiarità di un singolo comune, o di una frazione, della Sardegna deve essere valorizzata e celebrata in maniera autentica, in modo anche da non scadere in una “recita” adattata solo per attrarre turisti.
«Se mancano i giovani non si possono fare tutte le attività che la nostra associazione vuole portare avanti nel tempo. La parte attiva sono loro, i giovani.»
«Noi oltre ad attrarre turisti, puntiamo a far innamorare i sardi delle proprie tradizioni, soprattutto i giovani. È fondamentale dare nuova linfa al nostro patrimonio popolare e mostrare loro che l’amore per la cultura può anche diventare un’opportunità lavorativa.»
La passione, il rispetto e la sincerità del sentimento che muove tutte le persone ad unirsi e coinvolgersi a vicenda per realizzare eventi che celebrano la propria identità nella diversità della propria identità.
«Fondamentale è anche l’incontro con le altre associazioni che hanno piacere ad interagire con noi e a far parte del nostro collettivo, perché da soli non si può pensare di tramandare tutto il nostro sapere che altrimenti è destinato a scomparire.»
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