Turpiloquio civile
L’avvelenata invettiva dei Nasodoble per la difesa della Sardegna
Lo sconcertante e doloroso episodio di CAPO FRASCA è la più evidente cartina al tornasole del complesso rapporto tra una terra di antica storia ed incontaminata bellezza e l’arroganza del potere centrale. Le esercitazioni militari che hanno sbriciolato antichi NURAGHE meritano un risarcimento ed una ferma presa di posizione dei vertici politici regionali; e nello stesso tempo ci riconsegnano una lunga storia di indifferenza e soprusi, disinvolti comportamenti esterni ed ignoranza. Ecco perchè lo slang sboccato di “CAZZ…BOH” dei bravissimi NASODOBLE non ci confonde affatto. Una comune parolaccia, sarcasticamente legata all’intercalare irriverente e quotidiano dei sassaresi, non può essere l’oggetto dell’indignazione.
Lo SCANDALO reale è l’assenza di cultura e del rispetto di un potere che è fatto di ignoranza e sopruso, indifferenza e bieco COLONIALISMO. Il video dei NASODOBLE & FRIENDS è stato presentato a MARTIS, in occasione della rassegna cinematografica LIFE FOR OIL, e sta spopolando su Youtube anche fuori dai confini della nostra regione, suscitando una sorprendente eco nella stampa e critica nazionale. Nel filmato in oggetto assistiamo ad un lento e teatrale alternarsi degli interpreti e personaggi sopra un LETTO BIANCO ed immacolato – è il simbolo di una SARDEGNA vergine dormiente? – mentre il disincanto della denuncia vive l’amaro crescendo di uno scenario inquietante. E’ un video delizioso e già molto amato: il neorealismo del bianco e nero è interrotto da piccole macchie di colore che indugiano su alcuni oggetti: gli occhiali e le BRETELLE, la spalliera del letto ed il posticcio paio di orecchie da coniglio, l’OMBRELLINO ed il cappello, le mutande e la camicia da notte, la PLAYSTATION e la chitarra classica, la maglietta e la bocca rossa e sensuale della bella cantante. Hanno partecipato al progetto eterogenee matrici artistiche: si alternano nel featuring la voce etnica dell’ex cantante dei Tazenda BEPPE DETTORI ed il caldo blues di FRANCESCO PIU, il rock puro del cagliaritano JOE PERRINO e la sensibile ILARIA PORCEDDU e la sua ricerca d’autore. Dietro lo sberleffo di un’espressione sciatta si nasconde l’angoscia per un mondo oscuro e criminoso, che rischia di soffocare una natura bellissima: si parla di INFILTRAZIONI ECOMAFIOSE e SERVITU’ MILITARI prive di regole, incendi dolosi e falde acquifere inquinate, prodotti chimici e fertilizzanti che avvelenano i prodotti della nostra AGRICOLTURA. Ritroviamo il grido di dolore per le gigantesche PALE EOLICHE che rubano il vento e la bellezza del nostro paesaggio, la delegittimazione della nobile lingua sarda, le aziende espropriate da EQUITALIA dei beni faticosamente costruiti in una vita di lavoro e le vendite clandestine – immediatamente successive ed a prezzi irrisori – degli immobili confiscati ai prestanome delle BANCHE avide e senza scrupoli. Un terribile Medioevo senza fine rende la nostra gente priva di difesa. Una realtà terribile, che l’impegno civile di ALESSANDRO CARTA racconta con raro vigore, coinvolgendo nella sua gucciniana AVVELENATA anche la rassegnazione dei sardi allo scempio perpetrato. Una citazione pirandelliana che dice tutto: “ Che male c’è se questa gente è disunita. In fondo siamo cento personaggi in cerca di berritta”. Lo smarrimento del nostro popolo davanti all’INGIUSTIZIA è il leit-motiv. Con il divertente pseudonimo di NICOLA DI BANARI, che strizza l’occhio al famoso cantante melodico pugliese de “IL CUORE E’ UNO ZINGARO”, Alessandro sceglie una via insolita per la chiamata alle armi intellettuali dei suoi corregionali, contro i mille e subdoli tentacoli del MALAFFARE e delle collusioni, del MILITARISMO e del capitalismo.
La scelta dell’ironia sardonica è di estrema intelligenza. Quasi un rovesciamento dei soliti pregiudizi che raccontano i sardi come una stirpe incapace di HUMOUR e filosoficamente distante dagli affanni della vita comune: un popolo di silenziosi centenari dignitosi ed assenti. Invece no. La nostra è una razza che sta acquistando coscienza e sta recuperando il senso della RIBELLIONE, come dimostra l’imponente manifestazione popolare contro le esercitazioni militari da APOCALYPSE NOW. Anche il malcontento verso gli enti vampiri e parassitari è in ebollizione. La rabbia dei sardi cova da secoli. Il nobile e suggestivo PROCURADE DE MODERARE antifeudale di FRANCESCO IGNAZIO MANNU è stato scritto nel 1794. Assieme al commovente DIMONIOS della Brigata Sassari ed alla mistica ed emozionante AVE MARIA logudorese è il vero simbolo dell’anima composita e fiera dei sardi dignitosi e pazienti ma non sudditi. La canzuncella piacevole e morbida di Nicola di Banari non ha la pretesa di sostituirsi alle grandi pagine della nostra storia. Ma non è un’operina banale e volgare. Il suo retrogusto amaro scuote la nostra coscienza. Una parolaccia vi seppellirà.
Andrea Loi
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