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Social network e privacy, come difendersi?
Aiutati che (forse) la Legge ti aiuta!
di Salvatore Cappai
Quanto è piccolo il Mondo!?
Pare sia talmente piccolo che tra te, me, noi e una qualsiasi altra persona del pianeta esistano soltanto “sei gradi di separazione”. Fu questo il risultato di un celebre esperimento sociale compiuto nel 1967 dallo psicologo Stanley Milgram. In pratica fu dimostrato che qualsiasi persona può essere collegata ad un’altra attraverso una catena di relazioni non più lunga di cinque intermediari.
Se questo discorso valeva già cinquant’anni fa, si può tranquillamente dire che con l’avvento dei “social” qualsiasi persona del pianeta è davvero dietro l’angolo.
Abbiamo la fortuna di vivere una realtà stimolante, fatta di conoscenze e scambi continui, ma che allo stesso tempo presenta insidie sconosciute che ci trovano facilmente impreparati; tra queste rientrano senza dubbio le problematiche legate alla tutela della privacy nel mondo digitale.
L’esplosione dello scandalo “Cambridge Analytica” ha riportato l’attenzione dei media su questo tema troppo spesso trascurato. In quell’occasione, è vero, ci fu un passaggio irregolare di dati a terzi, ma nella maggior parte dei casi siamo noi utenti ad autorizzare espressamente i social e le app alla raccolta e allo sfruttamento dei dati, alla rilevazione costante della nostra posizione, all’uso di fotografie e video. Li autorizziamo persino a collegarsi alla webcam e al microfono dello smartphone. Pensa che di recente sono state scoperte centinaia di applicazioni che registravano parti audio delle conversazioni vocali trasformando i telefoni in veri e propri “dispositivi spia”.
Nessun servizio è gratuito! Le nostre informazioni sono preziose e vengono sfruttate per fini commerciali ma anche per scopi politici e di influenza sulle masse.
In un simile panorama le legislazioni si stanno sforzando per garantirci maggiore protezione.
Nelle ultime settimane, ad esempio, siamo stati bombardati dalle informative privacy aggiornate al GDPR, il nuovo regolamento generale dell’Unione Europea sulla protezione dei dati personali, entrato in vigore il 25 maggio scorso. Questa normativa, direttamente applicabile in Italia, tra le altre cose accresce la gamma dei dati tutelabili, pretende un consenso espresso senza automatismi ed introduce nuove figure di garanzia. Altri aspetti di cui si occupa sono quelli relativi al diritto alla cancellazione ed alla portabilità dei dati; il tutto con un deciso inasprimento delle sanzioni per i trasgressori.
Di certo sono passi avanti importanti, ma dobbiamo sempre ricordare un concetto essenziale: nessuna legge potrà mai tutelarci appieno dai rischi della condivisione diffusa e continuativa di dati, immagini e informazioni riguardanti la nostra vita privata.
Quindi, aiutiamo le istituzioni a tutelarci! Possiamo farlo adottando pochi ma fondamentali accorgimenti. Riflettiamo attentamente prima di condividere dati che non vogliamo vengano diffusi o che possono in qualsiasi modo danneggiarci. Impostiamo il massimo livello di privacy sui social, consci del fatto che dietro l’anonimato di tanti profili si nascondono persone senza scrupoli. Evitiamo di esporre con leggerezza immagini di minorenni o di amici e conoscenti senza previo consenso.
Insomma, condividiamo consapevolmente! Limiteremo problemi futuri di cui neppure conosciamo la dimensione.