Serie C – I nodi vengono al pettine, Torres: gli errori che smentiscono i pronostici da primo posto
Serie C – I nodi vengono al pettine, Torres: gli errori che smentiscono i pronostici da primo posto
Rossoblù sotto accusa della “giuria popolare”: una rosa sulla carta da primo posto, sul campo numeri da metà classifica. Principali grane l’astinenza da gol, la mancanza di lucidità nei momenti decisivi e – soprattutto – le scelte sbagliate del contestato Greco
SASSARI – Nascondere i propri problemi, gli scricchiolii covati sotto i risultati, la semplice parola crisi, per una società blasonata come la Torres è più che umano e normale. Tutti, però, nella vita abbiamo pronunciato almeno una volta il detto latino errare umanum est, perseverare diabolicum. Ecco, la Torres persevera con gli stessi difetti, le stesse scelte sbagliate e tardive, da inizio campionato, e i risultati (specialmente in casa!) lo stanno attestando in modo impietoso. Premessa: non s’intende dire, attualmente, che la stagione dei rossoblù sia un flop assoluto, considerando che fino alle 14:59 di domenica occupava la seconda posizione in classifica a -4 dal Pescara. Ma le premesse, nate da una stagione storica, finora sono state tutt’altro che rispettate. Fattore che rende complessiva la rabbia dei supporter, ampiamente manifestata al triplice fischio di Allegretta.
GRECO SOTTO ACCUSA. In quello che è un vero processo popolare, principale imputato è lui, il ct della promozione dalla Serie D, della salvezza in Serie C, del miracolo sfiorato la scorsa stagione. Quel Greco che, complice l’assenza di un vero bomber e vari infortuni (vedi Varela, Antonelli e Zecca, ndr), secondo il popolo rossoblù la sua gestione attuale della squadra. La delusione dei tifosi, che si aspettano risultati migliori, è comprensibile, soprattutto quando il mister giustifica le sconfitte con frasi come “Le partite sono tutte difficili” e “si può perdere con chiunque”. Dichiarazioni – o, se preferite, scuse, alla Simone Inzaghi, alla Walter Mazzarri, aggiungeremmo anche alla Nenad Markovic visto il recente andamento horror della “rivale” Dinamo, che diventano inaccettabili se la squadra vuole davvero puntare in alto. Il contrasto con l’ottimismo del ct del Pescara Silvio Baldini, che dopo l’inaspettato 0-0 con l’Arezzo ha dichiarato di voler arrivare in Serie B a prescindere dalla posizione finale, evidenzia la differenza tra chi ha ambizioni e chi sembra mancarne. Tuttavia, non si possono attribuire tutte le colpe a Greco: la rosa è quella che è, e per migliorare ci sono molti altri aspetti da curare oltre alla guida tecnica.
VANNI SANNA TABU’. Con tre vittorie per 3-0, tre pareggi e due sconfitte, la squadra ha totalizzato solo 12 punti in casa. Se si considerano solo le partite casalinghe, l’undici di Greco si troverebbe al 9° posto, lottando tra playoff e playout. Nonostante l’imbattibilità nelle partite in trasferta, i rossoblù hanno perso terreno soprattutto nelle gare casalinghe. La sconfitta contro l’Entella è l’ultimo di una serie di risultati deludenti, tra cui pareggi e sconfitte contro squadre come Pineto, Milan Futuro, Arezzo, Perugia e Ternana. Questa situazione è un evidente campanello d’allarme per una squadra che punta alla vittoria del campionato. Le difficoltà sono attribuite a vari fattori: presunzione, cali di concentrazione e nervosismo, come dimostrato dall’espulsione di Zaccagno contro l’Arezzo. Inoltre, la paura di segnare ha colpito giocatori come Fischnaller e Varela. Anche la sfortuna ha giocato un ruolo, con l’assenza di giocatori chiave come Mastinu, Zecca e Antonelli, aumentando la pressione sui sostituti e su Greco, che ha dovuto più volte stravolgere lo schema.
IL RENDIMENTO INDIVIDUALE. Grana principale del gioco di Greco è un centrocampo apparso Mastinu dipendente, ma non è l’unica. Non è colpa del centrocampista turritano se l’attacco manca di continuità, se Varela è incappato in un’involuzione simile a quella in cui incappò Nedved quando passò dalla Lazio alla Juventus, regredendo da cavallo pazzo che faceva caterve di gol con il Lanusei a un ronzino che – pur tentandoci – non c’è verso che la metta dentro, o almeno tenti un tiro che impensierisca il portiere avversario (con il Perugia 3 degli 11 tiri totali portavano la sua firma). Immaginare la Torres con un modulo 3-4-3 è complesso, poiché penalizzerebbe Varela e Goglino, due esterni che rendono meglio sulla linea laterale. Questo modulo complicherà anche il lavoro dei “quinti” come Zecca, Liviero, Guiebre e Zambataro, non adatti a entrare dentro il campo. Un 4-2-3-1 potrebbe essere più efficace, con Giorico e Brentan/Masala a centrocampo, e il trio Varela-Mastinu-Goglino (o Scotto) alle spalle di un attaccante tra Diakite e Fischnaller.