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I casi di tumori più avanzati hanno una localizzazione geografica: troppo spesso provengono dai centri più lontani dagli ospedali
I costi, la scarsa informazione, la carenza di screening e l’età avanzata della popolazione contribuiscono agli enormi disagi che la sanità sarda sta affrontando.
È quanto emerso nel primo corso di aggiornamento per medici chirurghi, organizzato a Sassari dall’Omceoss nell’anno in corso, su: “Tecnologia e multidisciplinarietà: nuovi orizzonti nella chirurgia ospedaliera”, che si è tenuto sabato 29 marzo presso la Sala Conferenze dell’Hotel Grazia Deledda.
L’evento formativo, che ha visto la partecipazione del presidente della commissione regionale alla Sanità Carla Fundoni, ha evidenziato la necessità di una rete per fornire un’assistenza più capillare a tutta l’utenza anche a quella che risiede nei luoghi più lontani dagli hub dei capoluoghi di provincia.
La giornata si è aperta con i saluti del presidente Salvatore Lorenzoni ed è proseguita con l’appello del vicepresidente dell’Ordine dei medici Nicola Addis sull’obbligo formativo dei professionisti della sanità, che avranno tempo fino al 31 dicembre del 2025 per recuperare i crediti da accumulare entro l’ultimo triennio.
Nel corso della giornata, presieduta da Giuseppe Carta e Carlo Pala, sono state illustrate le relazioni di Giuseppe Cherchi, Claudia Piredda, Antonella Nieddu, Giuseppe Ruggiu, Valentina Dettori e Giuseppina Sanna. I relatori provenienti dalle strutture di Ozieri, Alghero e Sassari hanno evidenziato l’importanza delle nuove tecnologie messe in campo nella chirurgia, sempre meno invasive, come la tecnica della laparoscopia, le video capsule endoscopiche da ingerire, l’uso di cellule staminali e l’utilizzo della robotica, ma soprattutto si è posto l’accento sulla multidisciplinarietà tra i professionisti che prendono in carico i pazienti per definire coralmente i processi diagnostico- terapeutici.
Grande spazio si è dato al confronto tra settori sanitari, con il fattivo apporto della componente infermieristica e la cui funzione è strettamente legata a quella del chirurgo, che è stata sintetizzata come “l’arte di aiutare l’arte”. Alla discussione hanno partecipato oncologi, radiologi, anestesisti, gastroenterologi, endoscopisti, coordinatori del blocco operatorio, oltre ai vari chirurghi e ai medici di medicina generale, vero fulcro di tutto il sistema sanitario.