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Sassari – Torna dal 27 settembre la rassegna cinematografica “Visioni Parallele”
La rassegna cinematografica di MERIDIANO ZERO è curata quest’anno dalla regista Anna de Manincor e indaga il concetto di identità secondo una prospettiva antropologica di riconoscimento di realtà specifiche e distinte
Due mesi di programmazione al Cinema Cityplex di viale Umberto e allo Spazio Bunker di via Porcellana; nove visioni in lingua originale con sottotitoli: documentari, esperimenti narrativi e d’artista, cortometraggi, film d’archivio e di montaggio; nove appuntamenti post-proiezione con registi, autori, artisti, interpreti dei film. E, a fare da filo conduttore, il concetto di “identità”, sganciato da sterili contrapposizioni – io/tu, noi/voi – e rigenerato secondo una prospettiva antropologica di riconoscimento reciproco di realtà distinte e specifiche.
Dal 27 settembre al 22 novembre torna per la quinta edizione la rassegna cinematografica “Visioni Parallele” organizzata dall’associazione culturale Meridiano Zero, con il contributo della Regione Sardegna e in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Sassari, e ancora una volta regala a chi ama il cinema come strumento di conoscenza del reale l’opportunità di vedere – con un biglietto simbolico di soli 3 euro – opere alternative al circuito della distribuzione commerciale.
A curare “Visioni Parallele” questo autunno è Anna de Manincor, regista e fondatrice del collettivo artistico multidisciplinare bolognese ZimmerFrei, affiancata dai docenti di cinema, antropologia e estetica contemporanea dell’Accademia “Mario Sironi” di Sassari, mentre a orientare nella scelta dei film è la rigenerazione del concetto di identità fatta dall’antropologo Francesco Remotti. Invece di usare acriticamente espressioni come “la mia identità”, “l’identità delle donne”, “l’identità di un territorio”, i film in visione mettono al centro dell’indagine realtà specifiche, sostituendo gli stereotipi con una pluralità di cose ben più interessanti.
La rassegna sarà inaugurata mercoledì 27 settembre alle 18 allo Spazio Bunker dalla trilogia video “Lumi” del collettivo ZimmerFrei (prodotta dall’associazione ON grazie al premio Italian Council del MiC) – in visione anche il 28 e il 29 settembre – che si compone di tre conversazioni tra giovanissimi di diverse provenienze intorno alla cecità reciproca e alla riconoscibilità di sé stessi nello sguardo dell’altro. Dall’11 ottobre Visioni Parallele si sposta al Cinema Cityplex Moderno con “As bestas” del regista madrileno Rodrigo Sorogoyen, presentato a Cannes nel 2022 e vincitore di nove premi Goya, che declina il concetto di “identità” attraverso la contrapposizione tra gli abitanti di un borgo rurale della Galizia, induriti dalla fatica quotidiana e desiderosi di accettare la proposta di una grande società che vorrebbe impiantare pale eoliche sui loro terreni, e una coppia francese che invece vorrebbe preservare la natura incontaminata del luogo. Ha un’ambientazione rurale ed è girato all’interno di una piccola comunità riservata e diffidente verso l’esterno anche “Rispet” della filmmaker trentina Cecilia Bozza Wolf (18 ottobre), girato in Val di Cembra con attori non professionisti e recitato in dialetto.
L’artista e filmmaker olandese Renzo Martens presenta due documentari girati a dodici anni di distanza in Congo: “Enjoy Poverty” e “White Cube” (25 ottobre), in cui mette alla prova se stesso e i partecipanti al film per verificare ipotesi radicali e provocatorie come considerare la povertà una risorsa, e tiene una masterclass nell’Accademia “Mario Sironi” (26 ottobre).
L’8 novembre al Cityplex Moderno il collettivo L’Ambulante fondato a Cagliari da Margherita Pisano e Gaetano Crivaro presenta il docufilm “Rondò Final”, mentre il 15 novembre allo Spazio Bunker il duo sassarese STUDIOLANDA (Vittoria Soddu e Giorgia Cadeddu) propongono gli audiodoc “Iolanda mi nant de nòmini” e “Chimbanta (work in progress)”, due diverse pratiche condivise che mettono in discussione il facile rimando alla memoria collettiva.
La rassegna chiude il 22 novembre al Cityplex Moderno con il film “Nel mio nome” di Nicolò Bassetti, storia di quattro amici di età diverse, originari di diverse regioni italiane ma residenti tutti a Bologna, che condividono un momento importante della loro esistenza, l’inizio della transizione di genere da una identità femminile a una maschile.
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