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Sassari – Marco Canu e il Milan Club Franco Baresi: dal sogno alla realtà
Intervista di City&City a Marco Canu, Presidente del “Milan Club Sassari – Franco Baresi” che ha fondato nel 2015
Ciao Marco, raccontaci come è iniziata questa avventura del Milan club.
È nato tutto per gioco, ma l’amore per il Milan è sempre stata una cosa seria, un giorno insieme ad altri 3 amici, ridendo e scherzando abbiamo iniziato ad informarci su internet su come si potesse aprire un Milan club, ed una volta avuto tutte le informazioni ci siamo buttati in questa avventura però durata solo un anno, infatti per incomprensioni varie le nostre strade si dividono, e il 14 agosto 2015 inauguro il Milan club Sassari Franco Baresi. Avevo voglia di fare le cose seriamente, con un obbiettivo: far conoscere il mio Milan Club in tutta Italia e diventarne uno dei più importanti, e ad oggi posso ritenermi soddisfatto, perché quell’obbiettivo è stato raggiunto.
Quanti iscritti avete e quali sono le attività?
Ad oggi contiamo 860 iscritti (record storico per la Sardegna). In questo momento, non avendo una sede fissa, le nostre attività sono diminuite, ma non mancano assolutamente. Organizziamo ogni anno il torneo di calcetto dei club dove partecipano Juve, Inter, Cagliari e Napoli Club della provincia di Sassari. In passato abbiamo organizzato tornei di biliardino. Organizziamo lotterie, cene sociali, eventi con ospiti vip, presentazione di libri. A breve, in collaborazione con un Inter Club, organizzeremo un torneo di Padel, e poi stiamo pianificando un evento molto particolare ( «grandissimo e bellissimo») per settembre, che non possiamo ancora annunciare.
Il Milan è una passione. Ma un Milan club in Sardegna è anche una sfida?
Il Milan non è solo passione. il Milan è amore vero, è un qualcosa che ti fa star male quando le cose non girano per il verso giusto, e che ti toglie il sonno nelle partite decisive. il milanismo non si può raccontare, si deve solo vivere per capire cosa veramente si prova. Il Milan Club in Sardegna è stato da subito una grande sfida. Una realtà che non fosse circoscritta solo alla nostra isola, ma qualcosa di più. E per ottenere questo dovevo metterci tutto l’impegno, la passione, l’amore e la pazienza possibile, perché per raggiungere dei traguardi importanti ci vogliono decisioni importanti.
C’è anche un valore sociale e di aggregazione…
Certo, assolutamente sì. È una delle cose più belle di questa nostra avventura. Abbiamo creato un certo spirito di gruppo e sono nate tante amicizie; siamo come una famiglia. Stare insieme, volersi divertire nelle trasferte che organizziamo è qualcosa di magico.
Siete presenti nei social e il vostro gruppo conta parecchi iscritti…
Sì, nel mondo attuale non si può rimanere fuori dal social network: siamo presenti su Facebook, Instagram e Twitter e personalmente sono coinvolto in decine di gruppi su Whatsapp. I social ci permettono di far conoscere le nostre attività, di comunicare tutte le nostre iniziative agli iscritti, anche quelli che non vivono nella nostra città. Ed è proprio per questo motivo che abbiamo tesserati in tutta la Sardegna, ma anche nella Penisola (in Lombardia, Veneto, Puglia, Calabria, ecc…) e perfino in Corsica e a Londra.
L’anno scorso avete riportato dopo 7 anni a Sassari il mito Franco Baresi capitano del Milan di Sacchi e Capello.
Era il mio sogno. Franco Baresi è sempre stato l’idolo fin da bambino, lo guardavo in TV e rimanevo affascinato dalla sua forza, dalla sua eleganza. Ho iniziato a lavorarci 2 anni fa; ci sono stati i primi contatti, le prime emozioni, le prime conferme e illusioni ma anche delusioni. Non è stato facile come pensassi. Un giorno era vicino e il giorno dopo si allontanava, e nell’ultimo periodo ho pensato anche di non farcela. E allora ho capito che per riuscire ad incontrarlo dovevo lavorarci ancora. Mi chiama il presidente del Milan Club Nichelino (Provincia di Torino), e mi informa che grazie al lavoro del loro Comune riescono a portare nella loro città Franco Baresi, che presenterà il suo libro e mi invitano all’evento. Questo significava fare un grosso sacrificio (viaggio, spese, ferie al lavoro, giorni senza la famiglia) ma la mia missione era una: riportare il mio capitano a Sassari e io dovevo riuscirci. Quindi parto, accolto come uno di famiglia dai ragazzi del Milan Club, dal loro assessore e dal Sindaco: mi danno la possibilità di parlare con il manager, con la casa editrice e soprattutto con lui.
E qualcosa finalmente si è mosso?
E da quel momento con perseveranza, sacrifici, ma anche con l’aiuto di diversi sponsor, sono riuscito ad averlo come ospite d’onore per la festa scudetto del Milan organizzata per l’occasione. Evento riuscito alla grande grazie alla partecipazione di centinaia di persone arrivate da tutta la Sardegna, ma soprattutto grazie all’impeccabile organizzazione fatta da tutto il direttivo del Milan Club (Alessandro Cuccu, Claudia Marongiu, Mario Sanna, Damiano Masala, Fiora Fiori e Giuseppe Zingo).
Lo scorso dicembre c’è stato un altro importante evento.
Sì, abbiamo voluto regalare ai nostri tesserati un altro grande evento per la festa di Natale. Siamo riusciti a portare a Sassari la Champions League vinta dal Milan nel 2007 contro il Liverpool, con degli ospiti d’eccezione: Carlo Pellegatti e Nuccia Malvestiti, segretaria dell’AIMC (Associazione Italiana Milan Club). Perché i Milan club per essere ufficiali e riconosciuti dal Milan devono affiliarsi con l’associazione. Anche questo è stato un evento riuscito alla grande, una bellissima festa svoltasi al Pegasus Hotel, dove hanno partecipato tantissime persone riuscendo anche loro a realizzare un piccolo sogno facendosi le foto con la coppa e Pellegatti.
In Sardegna siete in contatto con altri Milan club?
In Sardegna abbiamo fatto un gemellaggio con il Milan club Gesturi, ormai più che “colleghi” siamo diventati amici, soprattutto con il loro presidente Claudio Serra ci sentiamo settimanalmente, con loro si è instaurato un bellissimo rapporto fatto di collaborazione e amicizia. Ma siamo gemellati con altri 30 Milan club italiani e 6 fuori dall’Italia (Madrid, Zurigo, Croazia, Dublino, New York, Ucraina).
Il mondo delle tifoserie, delle curve, balza spesso agli onori della cronaca per rivalità, episodi controversi. Vuoi invece raccontarci degli aspetti che ti hanno sorpreso positivamente?
Le rivalità con le tifoserie avversarie ci sono e ci saranno sempre, noi facciamo parte di quella tifoseria sana, andiamo allo stadio per cantare, divertirci e vedere il nostro amato Milan. Quando diventi un frequentatore assiduo allo stadio capisci il lavoro che c’è dietro il tifo organizzato. E, posso dire una cosa, sono orgoglioso di far parte di una delle tifoserie più belle al mondo, la Curva Sud Milano. Capaci di coinvolgerti per tutta la partita e autori di coreografie spettacolari invidiate da tutti.
San Siro è la scala del calcio. Vuoi raccontarci una trasferta e qualcosa di particolarmente simpatico accaduto?
Frequento San Siro da 23 anni, la prima volta fu un Milan – Juve 2 – 0 con doppietta di Shevchenko, e da quel giorno non sono più riuscito a fare a meno di andarci. San Siro ha un’atmosfera magica che pochi stadi possono regalare. La partita più bella? Ne ho visto tante per dire quale possa essere quella del cuore; una è senza ombra di dubbio un Milan–Atalanta dello scorso campionato, penultima partita che poteva regalarci lo scudetto già in quel turno di campionato. È stata una trasferta fantastica organizzata con il Milan club con al seguito 50 persone. Un’atmosfera unica, dove si respirava nell’aria che il Milan, dopo tanti anni, poteva di nuovo vincere lo scudetto. Quel giorno tutto è andato alla perfezione. 30 gradi, divertimento, qualche birra, vittoria del Milan che ci portava ad un passo dal sogno scudetto (poi vinto la settimana successiva) e con me mia figlia Chiara, anche lei frequentatrice assidua di San Siro da quando aveva 3 anni.
Vuoi raccontarci qualcosa delle prossime iniziative?
Posso solo dirti che per la nuova stagione stiamo organizzando altri grandi eventi, ma ancora non posso svelarti i particolari; ovviamente siete invitati! Rimanete sintonizzati…