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Sassari aderisce al Manifesto della comunicazione non ostile
Il documento, presentato in Consiglio comunale dal presidente Maurilio Murru, è stato votato ieri all’unanimità dall’Assemblea civica
Le parole hanno un peso. Quelle pronunciate, ma anche quelle non dette, con il loro tacito significato. E delle conseguenze, nella percezione di chi le ascolta, e in alcuni casi con conseguenze legali. La necessità di riportare a un uso corretto delle parole, per lo sviluppo di una comunità educante, è alla base della scelta del Comune di Sassari di aderire al Manifesto della comunicazione non ostile, proposto dall’associazione Parole ostili.
Il progetto dell’associazione costituisce un’occasione per ridefinire lo stile con cui si sta sul web e per responsabilizzare gli utenti a scegliere con cura le parole, partendo dal presupposto che, in particolare i social network, pur essendo luoghi virtuali, non sono un porto franco, ma il centro in cui si incontrano persone reali. Il manifesto è un decalogo su come affrontare nel modo corretto e costruttivo una conversazione, un confronto. Regole semplici, che appaiono dettate solo da buonsenso, ma che nel 2020 è sempre più importante indicare, sottolineare e farsene promotori, come ha scelto di fare Sassari.
I dieci principi del manifesto
Nel fare proprio il Manifesto, l’Amministrazione comunale si impegna a «darne attuazione in tutte le attività e in tutti i canali di comunicazione, non solo online ma anche off line e a divulgarne il contenuto sul territorio».
I comuni che hanno aderito
A oggi hanno sottoscritto il Manifesto i Comuni di Milano, Torino, Padova, Novara, Ferrara, Lanciano, Azzano Decimo, Latina, Palmi, Figliene Incisa Valdarno, Fidenza, Alghero, Maruggio, Nicolosi, Termoli, Occhiobello, Rho, Santarcangelo di Romagna, Castiglione in Teverina, Settimo Torinese e le Università Luiss, Lumsa, Cattolica, Trieste, Brescia, L’Aquila, Genova, Camerino, Udine, Teramo.