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S’Apostuladu, la vera essenza della festa tra consuetudini e misteriosi riti
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Con il rientro dei Candelieri inizia per i nulvesi il vero momento di fede: s’Apostoladu, un insieme complesso di riti che ha inizio con l’Intronizzazione
Nella Chiesa dell’Assunta 12 confratelli della Confraternita di Santa Croce vestiti di abiti orientali depongono il simulacro della Vergine Dormiente su un catafalco posizionato davanti ai tre Candelieri. I 12 impersonano gli apostoli che rendono omaggio al corpo di Maria prima della sua assunzione. Anche il simulacro è oggetto di riti antichi e avvolti nel mistero. E nel segreto della sua vestizione.
Gli 8 giorni a seguire saranno gli unici dell’anno nei quali la Vergine Dormiente sarà esposta al culto dei fedeli.
Ma perché a Nulvi la Vergine dorme?
Abbiamo rivolto la domanda a Bastianino Piredda, segretario della Confraternita di Santa Croce, da anni impegnato nella raccolta di materiale e testimonianze – oggetto di prossima pubblicazione – sulle origini del rito che la tradizione nulvese perpetua nei secoli.
«La risposta è complessa, articolata e in parte avvolta nel mistero reso ancor più fitto dallo scorrere del tempo. La tradizione risale alla seconda metà del VI Secolo, quando veniva celebrata la Pasqua della Madonna Dormiente. Secondo i Vangeli apocrifi, dai quali il rito trae ispirazione, gli apostoli, su indicazione di Gesù, avrebbero custodito il corpo di Maria per tre giorni; cosi come suo figlio al terzo giorno è risuscitato, così lei al terzo è stata Assunta in cielo. Ma in quello che resta ad oggi l’ultimo dogma della Chiesa cattolica, Papa Pio XII, nel 1950, non definendo se l’assunzione al cielo in anima e corpo della Vergine sia stata preceduta da sonno profondo o da morte naturale, lascia la Dormizione di Maria fuori dal dogma stesso. Dopo la sua proclamazione diversi simulacri di madonne dormienti del bacino del Mediterraneo sono stati distrutti e i relativi riti trasformati; a Nulvi rito e simulacro permangono miracolosamente e misteriosamente inalterati».
Quale significato ha la presenza di un bambino o bambina nei panni di un angelo negli 8 giorni de s’Apostuladu?
«In quegli 8 giorni, tutte le sere dopo la Messa, viene rappresentato un episodio descritto nei Vangeli apocrifi: un angelo avrebbe mozzato le mani di Iefonia, sacerdote del Tempio di Gerusalemme intenzionato a rovesciare il corpo della Vergine nel suo tragitto verso il colle da cui verrà Assunta in cielo. In memoria di questo fatto anche i confratelli, nei panni degli apostoli, possono rendere omaggio alla Vergine solo dopo aver ottenuto l’approvazione da s’Angheleddu».
Solennità di riti, mistero e fede di una comunità che l’inesorabile scorrere del tempo non ha profanato.