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Riconosci la violenza
Come capire di essere vittime di abusi e riuscire a difendersi
“Esiste veramente il fenomeno della violenza sulle donne? O sono solo casi isolati?”
Se vi è successo almeno una volta di porvi questa domanda, è ora di fare un po’ di chiarezza su questo argomento.
In Italia, 6 milioni 788 mila donne hanno subito nella propria vita una violenza fisica o sessuale (dati Istat di giugno 2015). Si tratta di quasi una donna su tre, solo il 12% ha avuto la forza di denunciare. Nel nostro Paese, nel 2014, sono state uccise 152 donne.
Ma come iniziano gli abusi e come possiamo capire di esserne diventate vittime? Sempre i dati Istat ci raccontano che la maggior parte dei casi di violenza sulle donne avviene tra le mura domestiche: un luogo che evoca sicurezza, amore, protezione.
Naturalmente nelle relazioni non tutto è perfetto. Possono esserci litigi, errori e qualche volta si soffre per amore. Ma la sofferenza, la paura e il dolore non possono essere le caratteristiche principali di un rapporto. La violenza di genere si manifesta come fisica, sessuale, psicologica e/o economica.
Il “ciclo della violenza” inizia con la sistematica denigrazione ed i continui insulti alla donna, minando in questo modo la sua autostima. Segue una fase di espressione della sopraffazione, in cui urla, insulti, minacce, deprivazione di sonno, rottura di oggetti, precedono l’aggressione fisica. Successivamente l’uomo si pente, cerca di minimizzare il proprio comportamento e di discolparsi. Per ottenere il perdono spesso si mostra premuroso, attento e servizievole. Ma l’illusione di un rapporto basato sul rispetto e sull’amore, presto scompare. Con il trascorrere del tempo, il periodo di tranquillità diminuisce e la donna arriva ad “accettare” come normale e giustificata la violenza subita.
Come mai la donna vittima non scappa e non denuncia il partner violento? La svalorizzazione di sé stessa procede di pari passo con il maltrattamento, azzerandone l’autostima. A tutto ciò si aggiungono la presenza dei figli, il senso di impotenza e di colpa, il timore che con la denuncia si peggiorino le cose, la paura di essere giudicati. La vittima di abusi arriverà a denunciare solo quando riuscirà a riconoscere la negazione della propria dignità di donna.
In Italia esistono oltre 100 Centri antiviolenza e Case delle Donne.
Se si pensa di essere vittima di abusi, si può chiamare il 1522 (centralino antiviolenza): un servizio di accoglienza telefonica, multilingue e attivo tutto l’anno 24h/24h, rivolto alle vittime di ogni forma di violenza. Il 1522 ha la funzione di facilitare l’invio della vittima ai servizi territoriali a livello nazionale.
Dott.ssa Monica Tratzi – Psicologa e Psicoterapeuta
Se siete d’accordo, mi piacerebbe ricevere da voi lettori qualche domanda/spunto di riflessione per eventuali approfondimenti sui temi della psicologia che stuzzicano la vostra curiosità (m_tratzi@yahoo.it).
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