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PNRR, Burocrazia e vecchi metodi mettono a rischio i fondi per la Sardegna
De Montis: «Incarichi di progettazione abnormi affidati alle PA
già ingolfate dall’attività ordinaria.
Ok ai nuovi bandi, ma formare i neoassunti richiede tempo.
La risorsa dei liberi professionisti non è stata neanche presa in considerazione. Ma è l’unica soluzione possibile»
Il rischio di perdere i finanziamenti è messo in evidenza anche dalla recente prima Relazione Istruttoria del Dipartimento per la coesione sociale sul rispetto del vincolo di destinazione al Sud di almeno il 40% delle risorse del PNRR che fa riferimento a una parte dei progetti, al momento finanziabili solo sulla carta. Per la Sardegna si parla di circa 1,3 miliardi di euro per progetti da far partire entro il 2022 e che necessariamente dovranno essere portati a termine entro il 2026.
Per De Montis c’è proprio una difficoltà a comprendere quale sia la strategia del Governo: «Da una parte, e giustamente, si punta a realizzare progetti di grande qualità. Dall’altra però si taglia fuori chi questa qualità la può garantire.
È necessario un cambio di marcia con nuovi approcci metodologici, ma si ripropongono i medesimi processi di sempre. Nel discorso di fine anno il Presidente Mattarella ha richiamato tutte le istituzioni ad operare abbandonando i vecchi canoni politici ed economici e a promuovere la collaborazione che impone un riconoscimento al merito e alla competenza a servizio del progresso. C’è bisogno del coinvolgimento di tutti, di un innovativo equilibrio tra liberi professionisti e tecnici PA. Siamo ancora in tempo per aprire gli occhi e scoprire che la soluzione è a portata di mano».