Serie D – Latte Dolce tra gruppo e difesa: coperta corta, ma le soluzioni non mancano
PER FARE L’ALBERO
di Andrea Loi
Ispirato al racconto “L’uomo che piantava gli alberi”
di Jean Giorno il film di Salvatore Manca
Jean ha un legame cosmico e viscerale con la natura, il richiamo ad essa come fonte della vita. Una forza misteriosa. Il suo è un gesto d’amore verso la stessa; l’uomo che egoisticamente ha sfruttato la terra, violentata e inaridita – senza prendersene piu cura – ora le dedica un’ intera esistenza con umiltà. La condizione dell’uomo è senza speranza. Piu’ o meno nello stato fisico e morale degli uomini delle caverne.
Non hanno altro da fare che attendere la morte. Ad indicargli la fertilità del suolo è la terra stessa, musa ispiratrice. Jean, dove prima non c’era nulla, piantava semi di Quercia, ghiande, alberi, solo per amore.
“L’Uomo delle Querce” è il suggestivo e unico progetto cinematografico e ambientale liberamente ispirato al famoso racconto di Jean Giorno “L’uomo che piantava gli alberi”. È stato presentato ufficialmente in un incontro organizzato nella sala Angioy a palazzo di Provincia (Sassari).
Ideato e diretto dal regista Salvatore Manca dell’ Associazione culturale mater-ia :
«Torno a Sassari dopo tanto tempo. Questo lavoro parla di sentimenti, di amore e di gesti. È una piccola trasposizione del racconto di Jean Giorno, in cui si descrive un essere umano che dopo aver perso moglie e figlio in tenera età si isola dalla vita contemporanea e vive l’intera esistenza piantando semi di quercia. Il seme di quercia è il nucleo attorno al quale convoglia tutta l’energia della nostra esistenza. Ci credo sin da quando ho iniziato la mia attività, e con la maturità sono arrivato a questo progetto».
L’Uomo delle Querce è patrocinato dai Comuni di Sassari, Ploaghe, Tempio, Luras, Ossi, Scano di Montiferro e dalla Provincia di Sassari. Hanno aderito al progetto le associazioni Wwf Italia, Lips Cult Lega Italiana Poetry Slam, Molineddu e Moviment’Arti con il sostegno del Sandalia Sustainability Film Festival. Le riprese iniziate nel novembre 2017 si svolgeranno nel territorio del Comune di Ossi fino a febbraio 2018.
«Questo è un tema che mi è molto caro, ragion ho accettato di far parte di questo progetto. Ho un rapporto speciale e quotidiano con la terra, mi sento appagato nel fare quello che faccio»
Spiega l’attore Bruno Petretto. Un’idea semplice e complessa, che nel suo raccontarsi e svilupparsi affida a diverse forme di comunicazione e all’efficacia del linguaggio cinematografico, il compito di innescare dinamiche di piena coscienza ecologica. Puntando a sensibilizzare la nuova generazione ad un doveroso rispetto ambientale. Un messaggio che può e deve arrivare a chiunque.
L’utilizzo della video arte è funzionale a promuovere nuove chiavi d’accesso: ai patrimoni linguistici e letterari sardi.
A quelli mediterranei, europei e mondiali, altrimenti relegati alla sola accademia.
«Avevo preso la via del ritorno, quella del DNA. La mia famiglia infatti ha sempre avuto l’indole bucolica. Questa è un’idea che trasmette amore e rispetto per la natura alla nuova generazione: il nostro piccolo grande obiettivo»
chiosa Giovanni Salis co-produtore del progetto.
Il seme è stato piantato.