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Movida: prelibate ricette di ieri sui Bastioni di Alghero
Il mondo ha scoperto la Movida in un momento felice.
La Spagna si era appena liberata della cupa e feroce tirannìa del generale Francisco Franco, e all’alba degli Anni Ottanta sorrideva alla democrazia con il nuovo re Juan Carlos di Borbone. Proprio pochi anni dopo l’avvento di una ritrovata libertà di stampa ed azione politica, nasceva nella madrilena Puerta del Sol un movimento culturale ed alternativo, che animava la vita della capitale iberica con la musica e l’arte, il cinema e la letteratura, gli incontri festosi e la trasgressione, prima di espandersi nelle altre città spagnole. La Movida aveva nel regista Pedro Almodòvar e nell’attrice Carmen Mura, nella cantante Alaska e nello scrittore Luis Antonio De Villenia alcuni dei suoi animatori e promotori, creando ovunque un circuito alternativo ed una travolgente rete di fermenti artistici. Anche Andy Warhol rimase folgorato da questa scintilla.
Dalla Spagna questa calda onda di gioia di vivere ed amore per gli eventi e le discoteche, i concerti e l’arte contemporanea ha coinvolto tutta l’Europa continentale: ed è diventata estensivamente il simbolo della spensierata anima dei giovani di ogni latitudine.
Ora MOVIDA ad Alghero è qualcosa di diverso e speciale.
Adagiata sui meravigliosi Bastioni Magellano, l’incantevole terrazza del ristorante offre un colpo d’occhio di grande suggestione. Le tavole sono allestite con cura elegante ed invitante, e nelle cene notturne le piccole lanterne offrono una sensazione di calda complicità. Il servizio è davvero impeccabile e veloce, e l’attenzione per il cliente si respira dai piccoli e semplici particolari dell’accoglienza.
Il proprietario dell’esclusivo ristorante – affacciato sulle barche e sulla passeggiata dei turisti – è un giovane imprenditore dai modi cortesi, con la giusta misura di raffinato understatement che mette a proprio agio. Daniele Sardu crede in un risveglio gastronomico, che si libera con vigore di certi bizzarri artifici e ritrova il piacere dell’antico sapore dell’antica tradizione contadina e catalana. Alcune geniali trovate di grande respiro culturale – come l’omaggio gastronomico al poetico ed indimenticabile Antoine De Saint Exupery ed “Il Piccolo Principe” così amato – sono un must. Anche la serata del Nepente di Oliena, dedicata al vate pescarese Gabriele D’Annunzio, è stata accolta con favore dai commensali.
La scelta è di una moderna difesa della storia, con adattamenti al palato di oggi ne la cura di un’ ortodossa ricerca dei prodotti sani e vicini.
Non è propriamente un Chilometro Zero, che è ormai un inflazionato slogan mediatico dei più astuti, ma una ricerca seria di prodotti di alta scuola in una fascia geografica di prossimità: il pescato delle acque della Riviera del Corallo e la pagnotta di Osilo, il pane con lievito madre di Olmedo ed i vini della Romangia, il vermentino gallurese e gli oli di tante eccellenze del Nord Sardegna, la pasta artigianale di grano pregiato di Thiesi e le semole fini, gli orti algheresi ed i formaggi dell’entroterra isolano sono presenze abituali nella tavola del “Movida”.
E nel menù la vera aragosta femmina alla catalana e l’agliata di antica ed incontaminata fragranza, la rana pescatrice e la murena fritta con cipolla e capperi, il tonno ed il pesce spada in tante elaborazioni dello straordinario chef Santino, i primi di grande fantasia ed amabile gusto.
E’ il prepotente ritorno della cucina apparentemente povera ed in realtà fedele guardiana di una tradizione di alta gastronomia, come è certificato dall’incondizionata approvazione della Coldiretti, che attraverso la sua Campagna Amica difende specialità e ricette del passato.
I vini della generosa cantina – centoventi etichette sono l’eloquente biglietto da visita del ristorante algherese – sono quasi tutti sardi e di alta qualità, dal Cagnulari al Turriga, dal Carignano al Vermentino e con il meglio delle speciali vigne e maisons algheresi nella carta, che Daniele con consumato talento sa abbinare alle pietanze.
Esiste anche uno spazio per i celiaci ed i vegetariani: assenza di glutine in alcuni piatti appositamente elaborati, tortini e grigliate di verdure con olio extravergine di indimenticabile densità e spessore, miele e marmellate, senza dimenticare il bouquet di squisiti formaggi caprini e pecorini.
MOVIDA fa della discrezione la sua bandiera.
Siamo riusciti ad estorcere a Daniele alcuni nomi di grido, che altrove sarebbero in legittima esposizioni sulle pareti della sala interna: famosi volti televisivi e politici di grido del panorama nazionale, stelle del cinema italiano e campioni del calcio italiano in clandestina vacanza.
Ma rispettiamo la consegna del silenzio e del patto affettuoso con i clienti VIP, che sono trattati con familiare democrazia.
C’è invece un pizzico di supplementare tenerezza per gli innamorati, che allo staff del ristorante algherese chiedono il colpo ad effetto dei fiori e del pensiero da abbinare al digestivo o allo squisito Menjarblanc. Che è un dessert bianco di latte, amido e scorza di limone di origine nord-africana, e rivissuta con algherese estro per il gran finale della cena.
I romantici sono i benvenuti in questo delizioso angolo della vecchia città, tra guglie ed antiche bombarde, fortini e lontani profili di falesie, cortili e case ottocentesche di pescatori, bistrots e lampioncini.
Nella sala interna campeggia una bellissima opera del geniale artista cagliaritano Bob Marongiu ed il suo bizzarro zoo, accanto a schemi e disegni della Facoltà di Architettura ed antiche stampe, una parete dei primitivi bastioni algheresi ed impressionistici e delicati pannelli,volte a botte ed arcate di pietra nuda di un minimalismo chic.
Un paradiso ed un piccolo scrigno di gusto e bellezza.
Un senso di pace che si prepara ai sapori.
Movida è una tappa obbligata di un viaggio ad Alghero.
Quasi alla fine dell’incontro e della nostra cena – mentre degustavo un insolito liquorino allo zafferano alla fine di una cena perfetta – Daniele si lamentava dolcemente delle poche ore di sonno e del poco tempo dedicato al suo amore per la famiglia ed il mare azzurro della sua città, in un impegno che assorbe e coinvolge senza risparmio.
Ma la gente si innamora di questo posto e di questo cibo, di questi vini e di questa rilassante ed aristocratica ospitalità.
Niente nasce per caso.
Alberto Cocco
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