Capodanno, Di Nolfo: “Alghero al Centro della pianificazione regionale”
Manlio Brigaglia: monumento alla Cultura
di Antonello Mattone
Ci ha lasciato lo storico Manlio Brigaglia profondo conoscitore delle cose sarde
Manlio Brigaglia è stato una delle figure più importanti della vita culturale della Sardegna della seconda metà del Novecento e del primo ventennio del secolo successivo. La sua rilevanza ha abbracciato diversi ambiti: organizzatore di cultura, promotore di iniziative editoriali di indubbio successo, studioso, brillante giornalista, straordinario professore di liceo e di università.
Nato nel 1929 si è spento il 10 maggio 2018 ad 89 anni di età. Lucidissimo con una memoria invidiabile sino all’ultimo, lavorava negli ultimi tempi con l’energia e la passione di un giovane. Ci ha lasciato diversi volumi di notevole importanza, come quello sulla classe dirigente sassarese dalla fine dell’Ottocento al fascismo, che costituisce ancora oggi, dopo oltre quarant’anni, un vero e proprio “classico” per capire la storia di quel periodo. I tre volumi dedicati alla figura di Emilio Lussu nei rapporti con i militanti di “Giustizia e libertà” si segnalano per il rigoroso scavo archivistico, per la bellezza della scrittura e la proiezione nazionale dell’opera.
Brigaglia era particolarmente legato ai tre volumi della cosiddetta Enciclopedia della Sardegna, pubblicati nei primi anni Ottanta. Collaborano ad essa decine di studiosi fra i migliori sia sardi che italiani. È apparso postumo un volume dove Brigaglia racconta con dovizia di particolari le sue tante iniziative editoriali.
Ha sempre collaborato con i giornali: prima con l’Unione Sarda e poi con La Nuova Sardegna, dove teneva la rubrica delle lettere e quella apprezzatissima delle “memorie sassaresi”, che progettava di pubblicare in un singolo volume.
La sua perdita lascia un profondo vuoto nella cultura sarda: non si trattava di un intellettuale chiuso nell’esclusività delle sue ricerche scientifiche, ma di uno studioso impegnato nella crescita civile e culturale del proprio paese e della Sardegna in particolare.
I suoi allievi del Liceo Azuni e dell’Università lo ricordano come un insegnante speciale; sapeva infatti trasmettere innumerevoli curiosità culturali, ma anche iniziarli ad una vera e propria “arte della scrittura”.