Michele, Lorenzo, Marco, Michele “Figli di tutti noi”
Folla commossa ai funerali nella basilica di Fonni: addio straziante ai 4 ragazzi morti nell’incidente del 30 ottobre
Ieri è stato il giorno del dolore e la notte del 30 ottobre 2024 rimarrà indelebile nelle memoria di Fonni. La Fiat Punto rossa sulla quale i quattro ragazzi viaggiavano è uscita fuori strada sulla provinciale 69, all’ingresso di una curva, finendo in una scarpata: per gli occupanti non c’è stato scampo. Erano amici per la vita e insieme hanno trovato la morte. I loro corpi sono stati scoperti dopo diverse ore di ricerche, scattate intorno alle 20 dopo l’allarme lanciato da genitori e amici, non vedendo rientrare a casa i ragazzi. Dei ragazzi non si avevano più notizie già dal pomeriggio di mercoledì, così amici e familiari si erano messi a cercarli. Tutto il paese si era mobilitato. Poi, la scoperta dei resti dell’auto nella scarpata e dei corpi senza vita sbalzati fuori dall’abitacolo schiacciato. Le vittime sono Michele Coinu, 20 anni, che forse era alla guida della Fiat Punto rossa del diciottenne Marco Innocenti. Con loro c’erano Michele Soddu, 20 anni, e Lorenzo Figus di 17, tutti di Fonni.
Tutti i paesi vicini si sono stretti attorno alle famiglie per l’ultimo saluto ai ragazzi: “Erano figli di tutti noi”, scrivono sulle epigrafe affisse sui muri. Le parole del vescovo che ha concelebrato la messa con il parroco don Luciano Monni, risuonano alte tra le navate della basilica: “Lorenzo, Michele, Marco, Michele, pensandovi all’interno di quattro bare, i nostri occhi non smetterebbero di piangere. E ogni consolazione sembra insufficiente. Dio, ti preghiamo, non smettere di consolarci”.
Ieri il sagrato della basilica si è riempito alcune ore prima dell’inizio della cerimonia funebre officiata dal vescovo di Nuoro e Lanusei, mons. Antonello Mura. Le quattro bare con fiori bianche sono entrate nella basilica di Nostra Signora dei Martiri portate a spalla dagli amici di sempre, tra due ali di folla stretta nel dolore, il silenzio rotto solo dal rintocco a lutto delle campane. Un’intera comunità, migliaia di persone, ha dato l’addio straziante a Michele, Lorenzo, Marco e Michele.
L’alto prelato parla poi alle famiglie delle vittime: “Permetteteci con molta umiltà e discrezione, con compostezza ma grande solidarietà di offrirvi, a nome di Dio, un abbraccio di consolazione sconfinato. Un abbraccio che arriva da questa comunità, stravolta e smarrita”. “Non siete famiglie dimenticate – precisa poi il vescovo – ma amate di più, e incoraggiate a recuperare per voi e per tutti ragioni di vita e di speranza”.
Quindi si rivolge ai tanti ragazzi in chiesa e esorta: “Scoprire il motivo per cui vale la pena di vivere aiuta a dare un senso a ogni cosa, anche quando, come ora, la gioia di vivere è contraddetta dalle sofferenze, dalla morte. Amate la vita, sempre. Custoditela e difendetela, perché un giorno diverrà un tesoro che nessuno vi potrà rubare”.