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Michela Murgia, il ricordo indelebile di una voce audace
Esattamente un anno fa, il 10 agosto 2023, se ne andava Michela Murgia, scrittrice, attivista e intellettuale sarda che ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama culturale italiano
Nata a Cabras il 3 giugno del 1972, Michela Murgia si è affermata come una delle autrici più influenti della sua generazione. Il suo romanzo uscito nel 2009 intitolato “Accabadora“, che ha portato alla ribalta un aspetto poco conosciuto della cultura sarda, ovvero la figura di “s’accabadora”, una donna che assisteva i malati terminali, accompagnandoli con delicatezza alla morte, fu tradotto in numerose lingue, valendo alla scrittrice il Premio Campiello e la fama internazionale.
Donna audace e combattiva, Michela Murgia non è stata solo una scrittrice di successo ma anche un’attivista che non si è mai tirata indietro quando sentiva di voler e dover prendere posizione su temi, anche scomodi, che riteneva importanti. Da sempre impegnata sul fronte politico e sociale, ha spesso utilizzato la sua voce per denunciare le ingiustizie e difendere i diritti delle minoranze.
Negli anni è stata spesso presente nei media italiani, partecipando a dibattiti televisivi, oltre a contribuire con articoli di opinione su temi di attualità. Murgia, che riguardo il linguaggio sosteneva quanto fosse importante scegliere le parole da usare e assumersi la responsabilità di ciò che si dice, in quanto questo è in grado di plasmare la realtà circostante, è riuscita, grazie alla sua profondità intellettuale, conoscenza e capacità d’uso delle parole, a diventare una delle intellettuali più ascoltate e rispettate del nostro tempo.
Tra i suoi contributi più significativi e innovativi al panorama culturale italiano, è possibile ricordare “Morgana“, il podcast di grande successo, lanciato nel 2019, curato e condotto insieme alla scrittrice Chiara Tagliaferri, che ha rappresentato una svolta nel modo di raccontare le vite delle donne che hanno cambiato la storia, spesso controcorrente e “controvento”, offrendo un punto di vista originale e provocatorio sulla femminilità e sul potere.
Anche nell’ultimo anno della sua vita, Murgia ha continuato a sfidare le convenzioni. Ha presentato al pubblico la sua “famiglia queer“, un nucleo affettivo non basato sui tradizionali legami di sangue ma piuttosto su quelli di spirito, che ha suscitato dibattiti e riflessioni sulla natura stessa dei legami familiari. Il suo ultimo libro, “Tre ciotole“, pubblicato poco prima della sua morte, affronta con coraggio e lucidità la sua esperienza con la malattia.
A un anno dalla sua scomparsa, avvenuta all’età di 51 anni per mano di un carcinoma renale al quarto stadio, l’eredità di Michela Murgia rimane viva. La sua morte ha però lasciato un vuoto profondo, non solo nel panorama letterario, ma anche nella coscienza collettiva di un’Italia che ha perso una delle sue voci più autentiche e coraggiose degli ultimi tempi.
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