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Lo scabroso ménage a trois di Irina, la “Diva Perversa” di Biagio Arixi
Fiera del tappeto di Mogoro, presentato dal conduttore Giuliano Marongiu, l’autore – accompagnato dagli intermezzi musicali di Roberto Tangianu alle launeddas e dalla cantante Laura Spano – racconta la sua ultima fatica
di Paolo Salvatore Orrù
Ha conosciuto la Roma che non c’è più, quella la Roma di Cinecittà che in tanti avrebbero voluto conoscere. Soprattutto di notte. Un mondo che Biagio Arixi ha attraversato leggero tra i mille personaggi che poi inconsapevolmente presteranno il loro volto alle maschere dei suoi romanzi, l’anima alle sue fiabe, il cuore alle sue poesie. Arixi è un uomo libero, un libertario d’altri tempi, un anarchico, così ogni volta che ha la possibilità di strappare la pelle dal corpo – e di mostrare la sua carne al mondo – lo fa senza esitazioni (ma non senza dolore).
Sa che quel suo essere “diverso” è il punto di partenza di tutto quello che ha costruito (anche in letteratura). Ecco perché anche a Mogoro (Or) – dove gli è stato assegnato nel corso Fiera dell’Artigianato Artistico della Sardegna un premio alla carriera – è stato accolto dal pubblico con un affetto, come si accoglie un affabulatore, come si ascolta un uomo che sa raccontare. Presentato dal conduttore Giuliano Marongiu, l’autore – accompagnato dagli intermezzi musicali di Roberto Tangianu alle launeddas e dalla cantante mogorese Laura Spano – ha rivelato ai presenti la sua vita e presentato la sua ultima fatica, “Diva Perversa” (tipi Graus Edizioni).
Dove racconta un’altra delle sue avventure nella Capitale. “Il personaggio della mia ultima opera è il sunto romanzato di una vita vissuta”, ha detto a City&City lo scrittore. La donna che gli ha ispirato la narrazione, Irina Demick, “è una diva di origini russe (naturalizzata francese) che ha lavorato con i più grandi registi e attori del mondo del cinema”, ha spiegato lo scrittore. Si può dire che Arixi ha amato Irina sin da quando, giovinetto di 10-15 anni, faceva la raccolta di figurine di attori e di attrici. “Tra le tante dive del momento, mi aveva colpito soprattutto la bellezza della Demick, la compagna del produttore americano Daryl Zanuk”.
A volte, la vita sembra possa essere come in una favola. “Durante una delle tante feste romane nel 1979, in una cena con tanti personaggi, accanto a me c’è una donna: “Piacere, Irina Demick”. Da allora, Irina e Biagio diventano amici discreti. Lei lo invita nella sua villa sull’Appia Antica, a Roma. “Perché non scrivi la storia della mia vita”, gli propone un giorno l’attrice. “Cosi provvisto di registratore, per qualche tempo sono andato da lei per annotare le vicende della sua vita d’attrice e le sue avventure amorose”. C’è chi crede che il futuro sia dettato dal destino, chi invece è pensa che quel che accade sia la logica conseguenza del libero arbitrio e che – quindi – la propria esistenza vada costruita (“Sto lavorando duro per preparare il mio prossimo errore”, aveva scritto Bertold Brecht).
Nel romanzo di Arixi, Irina il suo futuro lo aveva già costruito nelle sue fantasie adolescenziali. “La Tour Eiffel è mia! Anche una strada al centro di Parigi è tutta mia!” amava ripetere compiaciuta alle sue compagnette di scuola. Ma le sue compagne, benché fossero ancora poco istruite per sapere cosa fosse la Tour Eiffel, ingenuamente, subito la rimbrottavano: “Sei proprio una ciarlatana, Irina! Perché inventi simili frottole?”. Non erano fole, erano progetti: passa il tempo, la bimba diventa diva (nel racconto assume il nome d’arte Greta Bertini). “Il calendario segnava già la data di lunedì, 16 agosto, giorno del grande evento. Davanti al grande specchio di cristallo molato scintillante di luci, Greta Bertini aveva iniziato il conto alla rovescia per presentarsi agli ospiti che, fra non molto, le avrebbero invaso la villa. Era entrata in bagno quasi due ore prima dell’importante convivio”. Perché presentarsi sempre al massimo è fondamentale. “Il tempo che ti è assegnato è breve: se perdi un secondo hai già perduto tutta la vita, perché non dura di più, dura solo quanto il tempo che perdi. Se dunque hai imboccato una via, prosegui per quella, in qualunque circostanza “, ha scritto Kafka in uno dei suoi racconti fantastici meglio riusciti.
Così Irina-Greta si trova travolta coinvolta in uno scabroso ménage à trois. Come va a finire? Meglio non raccontare il finale, anche se “correva voce che due giovani non certo per bene, e neppure di ottima famiglia, avessero ricattato la diva, alla quale avevano teso un’insidia sessuale, riscontrabile solo nei manuali erotici di sesso e perversione, più che nella realtà quotidiana”. È una ricostruzione fantastica o tutto è accaduto? Non resta che leggere, viaggiare con il racconto di Biagio Arixi in Ucraina, Francia, Hollywood, Londra, Roma (“dove la Diva si trasferisce dopo un matrimonio in Costa Smeralda a Porto Cervo con feste grandiose e personaggi di fama mondiale”). È solo un racconto o una biografia? Forse un po’ e un po’, ma al lettore spetta sempre l’ultimo giudizio.
Dopo la cerimonia della consegna della targa, la commozione di Arixi è tangibile: “Un grazie speciale al team dell’amministrazione del Comune di Mogoro, Francesco Zerry Serrenti e Susanna Lasi, che capitanati dal Sindaco Donato Cau hanno fatto in modo che questa magia si avverasse. Un grazie a Wilda Scanu della Coop. Tessitrici Su Trobasciu per aver messo a disposizione il prodotto per l’allestimento del palco. Mogoro è la capitale dell’Artigianato Artistico della Sardegna”. Applausi e strette di mano hanno accompagnato l’arrivederci del poeta.
Oggi Biagio Arixi, nato a Villasor nel 1943, vive a San Sperate. Ha pubblicato le opere: Amore: sale quotidiano (1978, poesia), Polvere nera (1980, poesia), Diverse giovinezze (1982, poesia), Violenza immaginaria (1984, poesia), Il mago innamorato (1984, fiaba), Omaggio alla Sardegna (1984, poesia), Grandine (1986, poesia), Figlio di vescovo (1988, romanzo), Piacevole punizione (1989, poesia), L’ago d’oro di Acquachiara (1992, fiaba), Le vie del cuore (1996, poesia), La maga baraccona e le conchiglie stregate (2001, fiaba), Mercurio e l’isola blu (2001, fiaba), Vento e la barriera di piume (2001, fiaba), Cayba d’amor (2001, poesia), L’Amore è Libertà (2007, poesia). Ha conseguito i seguenti primi premi: 1979: “Cittadella”; 2002: “Camaiore”.