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Il volto di Alessandro Gazale è ormai familiare alla platea cine-televisiva. Lo conferma l’ultimo exploit dell’attore sassarese nella serie tv prodotta da Sky “Il re” dove recita accanto a Luca Zingaretti. Cresciuto sul palcoscenico interpreta film che abbinano l’estetica indie a un registro comunicativo ampio trovando il riscontro di pubblico e critica. Il salto sul piccolo schermo rappresenta un cambio di passo, non solo in termini di visibilità, ma anche di saperi attoriali acquisiti
Cosa ha significato girare ‘Il re’, di cui si sta preparando la seconda stagione, e rapportarsi con un attore popolare come l’ex interprete del commissario Montalbano?
Ero consapevole di giocare ad alti livelli e mi sembrava di partecipare a un corso di formazione durato da marzo a luglio 2021, il tempo delle riprese tra Civitavecchia, Roma, Torino e Trieste. Zingaretti poi è una persona straordinaria, piena di energie, che interveniva molto attivamente sulla scena insieme al regista, con l’obiettivo di rendere al meglio il prodotto.
Come è arrivata l’occasione di recitare Davide Piras, uno dei pretoriani del direttore del penitenziario?
Mi hanno contattato a novembre 2020 e ho fatto prima un provino su parte con il self-tape e poi a Roma davanti al regista. Piras è il braccio destro del “re”, un personaggio abbastanza duro, taciturno e spesso violento. Ma come quando recitiamo in teatro, più il carattere si discosta da te, e più diventa motivante entrare nella maschera.
Alessandro Gazale nella fiction “Il re”
Facciamo un lungo passo indietro. Quando è cominciata la tua passione per la performance?
Credo di esserci nato. Nella mia famiglia abbiamo una vena artistica forse ereditata dai nostri zii materni, pittori di talento, e arrivata fino a me e a mio fratello Alberto, diventato un baritono di fama internazionale. Io ho sempre recitato e tra le mie prime esperienze metto il cabaret con Carlo Valle a 18 anni e il programma ‘L’ora matta’ su Radio Amica, un intrattenimento sulla falsariga di Alto gradimento.
Poi ti è venuto quasi naturale migrare sul palcoscenico.
Ho desiderato questa opportunità ed è arrivata. Nel 1987 entro nella Compagnia Nuovo Sipario ‘78, con una piccola parte in un testo di Govi, e ci resto fino ai primi anni 2000 dopo aver interpretato ruoli di primo piano come nei lavori di Eduardo De Filippo ‘Le voci di dentro’ e ‘Filumena Marturano’. In seguito lavoro a lungo per la Compagnia Teatro Sassari, partecipando a spettacoli tratti da Durrenmatt, Ionesco, Feydeau, prediligendo il registro drammatico rispetto a quello comico.
Alessandro Gazale con Luca Zingaretti
Dalla platea un altro passaggio verso l’occhio della cinepresa.
Dopo alcuni corti e video musicali vengo contattato da Bonifacio Angius per fare il protagonista nel suo corto ‘Domenica’. Da lì nasce un sodalizio lungo otto anni che, dopo ‘Perfidia’ (2014), raggiunge un apice con ‘Ovunque proteggimi’ (2018), storia on the road con sacrificio finale, per il quale mi è stato assegnato il Premio Gassman.
Quanto è stata lunga la preparazione all’opera?
Abbiamo lavorato per un anno, provando e riprovando più volte le scene. Sono state molte le chiacchierate con il regista, molte le visite di quei luoghi che potevano rispecchiare l’ambiente del personaggio, l’Alessandro del film, tante notti al centro storico, per cercare quegli elementi che potevano aiutarmi ad immedesimarmi meglio nel personaggio. Abbiamo lavorato tanto sulla preparazione e quando siamo arrivati al primo giorno di riprese, durate sei settimane, eravamo pronti. Poi il risultato finale, per quanto mi riguarda, è andato anche oltre ogni mia aspettativa.
Gazale al trucco in “Ovunque proteggimi”
Ti trovi a tuo agio di fronte alla macchina da presa?
Oggi non mi disturba ma la cerco. Il rapporto è simile a quello col pubblico a teatro, lo cerchi, e la sua presenza diventa una parte molto importante nella prestazione. Ma se sul palcoscenico aggiungi, davanti alla cinepresa togli sempre. In teatro il movimento è ampio, libero, con l’obiettivo della macchina da presa basta una minima oscillazione per uscire dall’inquadratura. Ma la più grande differenza col cinema è che a teatro si dispone della continuità temporale che con la settima arte non hai, visto che si gira per ambienti e non secondo la scansione cronologica della storia. Così capita anche a volte di capire alcune dinamiche solo a film concluso, durante la proiezione.
Sei un insegnante di educazione fisica nella scuola media di via Gorizia. Come concili le due attività e qual è il tuo rapporto con gli studenti?
Quando devo girare un film solitamente chiedo l’aspettativa per il tempo necessario, e questo mi permette di lavorare con una maggiore serenità. Ma la scuola rappresenta una parte molto importante della mia vita, con i ragazzi ho un ottimo rapporto, e quando finisce l’impegno artistico è lì che mi piace tornare, anche per trasmettere l’esperienza vissuta ai numerosi giovani iscritti al Laboratorio Permanente dello Spettacolo che abbiamo attivato nell’istituto e dove insegniamo teatro, cinema e scenografia.
Hai girato altri film?
Dopo ‘Il re’ a settembre 2021 ero in Barbagia sul set dell’opera prima di Tomaso Mannoni e poi su quello di ‘Ipersonnia’ di Alberto Mascia, un altro debutto, dove nel cast vi è Stefano Accorsi. Entrambi i lavori sono in fase di montaggio. Prima della serie tv ho recitato nel lungometraggio di Paolo Pisanu ‘Tutti i cani muoiono soli’ (2021) e ne ‘L’orso polare’ di Sergio Scavio (2020).
Gazale nell’ultimo film di Tomaso Mannoni
Perché i registi scelgono Alessandro Gazale?
Questo bisognerebbe chiederlo a loro. A me piace pensare che lo facciano per la mia spontaneità e perché mi innamoro dei personaggi che interpreto tanto da renderli credibili.
Cosa vedi in prospettiva per la tua carriera di attore?
Spero tante altre belle esperienze. Se guardo indietro, solo cinque anni fa non avrei mai pensato di ottenere tanto. Per me tutto quello che arriva è un dono, ma anche un riconoscimento per lo studio, l’impegno e la passione spesi in questi ultimi quarant’anni. Di porte aperte attualmente ce ne sono diverse. Sarà mia cura scegliere i percorsi più adatti, sempre con infinita gratitudine per le opportunità che la vita mi riserva. Nel frattempo porto avanti anche altri progetti con la scuola, con la Polizia Locale di Sassari, con il carcere di massima sicurezza di Bancali e anche con gli amici.