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L’Arte torna di Moda
Sassari incontra Caravaggio
Erano decenni che nei programmi della politica campeggiava lo slogan “Sassari città turistica”, più un auspicio che un progetto realistico.
Destra e sinistra, alternandosi alla guida della Città, ponevano ai primi posti, nelle loro proposte ai cittadini, generici impegni per realizzare questa aspirazione, a lungo coltivata dai sassaresi. Ma, se si escludono i due eventi canonici, la Cavalcata e i Candelieri, capaci di convogliare su Sassari flussi importanti di turisti (solo, ahimè, per due o tre giorni), niente altro la città poteva offrire di particolarmente attrattivo.
Ed ecco che un gruppo eterogeneo di amici, di varia estrazione culturale e professionale, ma accomunato da un amore per l’arte e per Sassari, propone un ambizioso progetto al sindaco della città. L’idea, semplice ed allo stesso tempo ambiziosa, si incentrava sull’allestimento di una mostra di opere pittoriche, da ospitare in una sede prestigiosa, con al centro capolavori di indiscusso richiamo e di assoluto valore artistico. Idea ambiziosa perché si puntava sulla presenza a Sassari, per la prima volta, di un’opera dell’artista forse più affascinante e controverso della storia dell’arte: Caravaggio.
“Caravaggio e i caravaggeschi. La pittura di realtà”, questo il titolo dell’evento dell’anno, che dalla fine di giugno vede la città meta di un costante flusso di visitatori, affascinati dalla Medusa Murtola del Merisi, dal San Pietro di Jusepe de Ribera, da Mattia Preti e dagli altri caravaggeschi sapientemente disposti nella sala Duce, al pianterreno di Palazzo Ducale.
Ci volevano l’ostinazione di un gruppo di appassionati, il sostegno di un critico d’arte, il tocco da maestro di un mago della comunicazione come Gavino Sanna (a titolo gratuito, come altre innumerevoli volte per iniziative realizzate in città), per incamminare Sassari sulla difficile strada del turismo legato all’arte.
Una strada già intrapresa nella metà degli anni ’90 dall’animatore del gruppo, Luciano Serra, troppo presto interrotta per la scarsa attenzione dell’amministrazione comunale nell’ultimo decennio. Qualcosa però pare essersi mosso, in quanto l’attuale sindaco e i suoi assessori hanno sostenuto con entusiasmo questa iniziativa, il che fa ben sperare per eventi di questa portata da realizzare negli anni a venire.
L’aver ospitato la mostra nella sede del Comune, ha fatto toccare con mano agli amministratori la presenza quotidiana in città di un consistente numero di visitatori, per la stragrande maggioranza turisti italiani e stranieri.
In una Sassari solitamente deserta a luglio e agosto, capita di incontrare per le vie del centro storico gruppi di turisti, armati di pieghevole, alla ricerca della mostra di Caravaggio e dei caravaggeschi.
E’ sufficiente stazionare qualche ora al box office – cosa piacevole considerata la gentilezza del personale femminile addetto – per rendersi conto di quanto sia stata azzeccata l’idea di ospitare nel capoluogo il formidabile richiamo dell’arte di alto livello, scommettendo sul richiamo che essa sa esercitare.
Non è facile schiodare dalle spiagge e dalle barche alcune centinaia di vacanzieri al giorno e portarli per una giornata in città – che scoprono molto bella – e ad ammirare capolavori alla cui vista rimangono stupefatti. Francesi, spagnoli, tedeschi, inglesi, russi, americani e gli immancabili giapponesi si incontrano ogni giorno per le vie della città vecchia, diretti a Palazzo Ducale.
Non è raro imbattersi in personaggi curiosi, come un rabbino proveniente da Gerusalemme in visita in Sardegna o un cittadino maltese, che racconta alle ragazze della biglietteria che da piccolo faceva il chierichetto nella concattedrale di Malta, la stessa che ospita uno dei capolavori assoluti di Caravaggio, il San Giovanni Battista Decollato.
E tanti altri, ognuno con la propria storia e con qualcosa di più da raccontare e da ricordare, di Sardegna e di Sassari.
Giuseppe Conti
Foto: Donato Manca
Modella: Claudia Licheri
Abito: Atelier Roberto Stella
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