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La vera storia di Rossano Loi, “corro per il traguardo e per il viaggio che mi ci porta”
Il maratoneta di Villacidro ha cominciato a praticare sport rincorrendo una sfera di cuoio e sognando di emulare le gesta di Gigi Riva. L’ultima gara a Berlino “pensando a New York”
di Paolo Salvatore Orrù
“Finita la mia mezza maratona di Berlino 21,1 chilometri in 1 ora 44 minuti 25 secondi (4.57 al km di media): era la gara che avevo preparato ed è stato il tempo che volevo (scendere sotto 1 ora 46 minuti, un risultato che mi permette di qualificarmi per la maratona di New York 2024). Percorso bellissimo e organizzazione perfetta nonostante il freddo e un po’ di vento. Ventesimo di categoria su 202 e 5 millesimo assoluto su quasi 30 mila partecipanti”, ha scritto Rossano Loi sul suo profilo Facebook dopo aver concluso la sua gara in Germania.
Rossano ha cominciato a praticare sport, come del resto hanno fatto tantissimi atleti, rincorrendo una sfera di cuoio, magari sognando di emulare le gesta di Gigi Riva. Lo ha fatto anche con un discreto successo, giocando nel Villacidro degli anni “80. Successivamente è diventato allenatore, sedendo su importanti panchine regionali. Il calcio, in buona sostanza, è stato il suo primo amore. Un giorno, ormai vecchia gloria, si accorge che l’ago della bilancia si sta ritagliando spazio. Che fare? “Ho iniziato a correre nel 2007 quasi per scherzo, soprattutto per dare un dispiacere all’odiato ago“, racconta ora Loi, che per recuperare un po’ della linea perduta è diventato un maratoneta infaticabile.
Il suo iter atletico era cominciato qualche anno prima, quando aveva smesso di fumare “40 sigarette e 10 caffè al giorno”. Inutile dire che il grasso lo arrotondava a dismisura: “Pesavo 12 chili in più, ma grazie a due giovani calciatori che ho allenato nella mia scuola calcio, ho partecipato a una gara nel mio paese”. Il suo debutto avvenne, come nelle favole, in una bella e soleggiata giornata di maggio, il mese delle rose (ma a Villacidro è anche il mese della fioritura dei mandorli e dei peschi). “Da allora non mi sono più fermato, e il mio esordio in maratona è avvenuto il 30 settembre 2007 a Berlino: finii la gara 3 ore e 49 minuti”. Non male. Dopo Berlino 2007 Loi va alla ricerca di emozioni forti e firma il suo “primato personale in maratona nel 2010 a New York con 3 ore e 5 minuti”. Non male di nuovo.
L’Africa, lo sa chi c’è stato, ha un sapore diverso. Correre lì sa di leggenda, perché in quelle latitudini è tutto troppo: il caldo, la polvere, la sabbia del deserto che si insinua nelle scarpe, le bestie feroci, la sete, la paura di non raggiungere la meta. Lui però ce l’ha fatta, ha portato a termine con un tempo lusinghiero la 100 km del Sahara nel deserto tunisino (“una gara estenuante”). Qualche volta è opportuno correre al fresco, “così ho scarpinato come non mai nella 100 km del passatore, da Firenze a Faenza. Successivamente mi sono inerpicato nella Ultra del Monte Bianco: 101 km, 6300 metri di dislivello, una corsa che è durata 25 ore”, ha detto il maratoneta.
L’atleta ultra sessantenne dice che anche in Sardegna ci sono corse impegnative: “Ho percorso il cammino di Santa Barbara (il cammino dei minatori) in 8 giorni: 420 km di strade sterrate e di sentieri impervi”. Poi un salto in Spagna, per essere pellegrino fra i pellegrini e fra i silenzi e le leggende del Cammino di Santiago di Compostela. Tante le mete, tanti i programmi, ma per realizzarli occorre metodo, sudore e molte scarpe buone. Lui si allena nei sentieri che circondano Villacidro, sotto i massicci di Villascema, nelle sterrate che portano a Oridda, sotto le pendici del Linas. Dopo ogni uscita un po’ di riposo, ma prima della doccia, se ha corso abbastanza, si premia con un cannolo prodotto da un famoso fornaio di viale Don Bosco. “Il mio unico peccato di gola”, ammette il sindacalista della Uil.
Non c’è solo la corsa, ma anche il tempo per gli amici: “A New York ho conosciuto Pizzolato e Poli. E ho avuto il piacere di poter conversare con Franca Fiacconi, l’unica italiana a vincere la grande corsa americana”. L’elenco si allunga: “Ho discusso di allenamenti e di sport con Bordin, Baldini (campioni, olimpionici di maratona), Panetta (campione europeo 3 mila siepi), Genny di Napoli campione europeo 5 mila metri (che ho avuto l’onore di battere per 7 secondi alla maratona di New York)“. E ancora, sempre nella Grande Mela, ha incontrato Bergomi, il medico della nazionale di calcio Luca Gatteschi, sono amico del presidente della Fidal Stefano Mei e di tanti altri”. Tutto bello, ma qualche sacrificio bisogna farlo. “Seguo un’alimentazione normale, a parte l’ultima settimana, quando mi ‘faccio’ di carboidrati, proteine e grassi; in parole povere seguo la dieta mediterranea”, spiega Rossano che, peraltro, non ha mai disdegnato la buona cucina sarda.
Loi non è stanco, del resto è nato in una città dove circola un buon DNA: a Villacidro sono nati Aru (il grande ciclista), le sorelle Curridori che hanno ottenuto successi eclatanti nelle corse lunghe e nel triathlon (sono figlie d’arte: il loro padre ha partecipato ed è giunto al traguardo dell’Iron Man). “Io continuerò a macinare chilometri fin quando il fisico me lo consentirà”, ha concluso Loi.