Scherma – Orgoglio CUS Cagliari: il fioretto maschile va in B1

I RACCONTI DE “LA MEDUSA” – Continuiamo a seguire la narrazione delle gesta di Baciccia e Mario Melis
Stanno sempre insieme Baciccia e Mario, complottando alle spalle degli altri. “Trabanendisi lu cabu” alla spasmodica ricerca di qualche scherzo da fare. Sono sempre insieme, ma non passa giorno che Baciccia non pensi a come vendicarsi nei confronti di Mario per lo scherzo del telegramma…
L’occasione si presentò proprio da una proposta di Mario.
E’ Carnevale, per Porto Torres uno dei periodi più belli dell’anno. In città si aprono fino a cinque sale da ballo; dalla mitica Ciao Bella al ballo di l’ischazzoffa, a lu cannagguru. Il Lido di lu cabaglieri e il Lido del lungomare.

Quello che aveva visto e vedeva le migliori orchestre e i migliori cantanti. In estate era Lido bagnetto, come si diceva allora e, in inverno, grande sala da ballo con palco. Quell’anno era gestito da ziu Vinzenti Brusgiaischogliu, altro personaggio sommamente stravagante di quegli anni e del quale si raccontavano le cose più incredibili su suoi trascorsi americani. Si diceva, addirittura, che fosse stato espulso dagli Stati Uniti come indesiderabile; alla stregua dei più grandi gangster. A quel tempo gestiva il Lido e ci teneva ad organizzare grandi feste per essere accettato dalla gente per bene del paese. Il Lido era ben frequentato. E in tanti venivano anche da Sassari, poiché quelle feste riuscivano sempre.
Baciccia e Mario Melis, ossessionati dagli scherzi, colsero al volo l’opportunità che poteva dare la festa da ballo. E si prepararono.
Fu così che il giorno, verso la mezzanotte, quando la festa era al culmine, la luce andò via gettando nello sconforto tutti i ballerini. Dopo mezzo minuto ritornò con soddisfazione di tutti e con la grande sorpresa preparata da Baciccia e Mario: sul palco della sala era stata deposta una bara. Un “uhhh!!” proveniente dalla folla accolse quella visione. Un’esclamazione di sorpresa, curiosità, ma anche di apprensione.
Baciccia e Mario avevano colpito di nuovo. Ma il bello doveva ancora arrivare: Mario sarebbe saltato fuori bendato, come una mummia, a terrorizzare gli astanti. Questo era lo scherzo inventato da Mario e proposto a Baciccia, che aveva prontamente accettato. Ma quast’ultimo aveva colto al volo l’occasione per trarre la sua vendetta che da troppo tempo aleggiava sul loro rapporto. Prima che scoccasse la mezzanotte, ora in cui, come concordato, Mario sarebbe dovuto uscire dalla bara, Baciccia andò in giro per la sala informando tutti che dentro c’era Mario pronto a fare lo scherzo. E li invitò a sfilare accanto alla bara dandole un violento calcio. Iniziò la sfilata. E così tra un calcio e l’altro, Mario, seppur protetto dal legno, prese tanti di quei colpi che cominciò ad urlare per il dolore. La sfilata predatoria non aveva fine e la bara con dentro l’ospite, precipitò dal palco. Le urla di Mario vennero assolutamente fraintese e tutti pensarono facessero parte dello scherzo. Io credo che avessero ben capito cosa stesse accadendo e continuavano a colpire proprio per quello.
E così Mario dal fare prima il morto, poi il vivo, si trovò ad essere mezzo morto, fratturato, curruddu e mazziaddu. Baciccia ebbe così la sua vendetta. E i due amici impararono, soprattutto, a guardarsi l’uno dall’altro.
Eugenio Cossu
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