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QUANDO LA TERRA TREMA
di Roberta Gallo
Il geologo Giacomo Oggiano: «È sbagliato trasporre alla natura le categorie dell’etica umana»
Docente di geologia all’Università di Sassari, dalla forte connotazione empatica, il prof. Giacomo Oggiano elimina le scorie della disinformazione e aiuta a uscir fuori dai viluppi del fatalismo che oltre a limitare la libertà del suo ruolo, circoscrivono la nostra comprensione. Mentre lotta contro la burocrazia e procaccia denaro per la ricerca, tiene vivo il suo incarico con gli innumerevoli interventi e le 1247 citazioni.
Chi è il geologo?
Una figura poco tecnica, poiché la geologia nasce come scienza che ricostruisce la storia della terra. Non è sensibile solo ai processi che accadono attualmente. Certo, oggi vige il principio dell’attualismo, delle piccole modificazioni; cioè non esistono eventi catastrofici che hanno modificato il pianeta, ma piccole trasformazioni, che protratte per tempi lunghissimi, hanno indotto quelle che a noi sembrano catastrofi. Ecco perché non si può inquadrare la natura negli eventi umani. La natura non è buona né cattiva. E trasporre ad essa categorie dell’etica umana è sbagliato.
Secondo lei è una figura sottovalutata?
Non credo. Sono svalutati i finanziamenti messi a sua disposizione.
Cosa dà origine a un terremoto?
Il terremoto è un rilascio di energia elastica che, viaggiando sotto forma di onde elastiche, si accumula e viene liberata di colpo. Ciò che lo induce è una faglia, una frattura tra due blocchi, dopo l’accumulo di ‘stress’, dal rilascio istantaneo. Se il movimento è lento non succede niente, se è veloce porta alla deformazione o faglia sismica appunto. Quando le onde arrivano in superficie interferiscono sbloccando, sollevando e spostando lateralmente. L’energia si incanala là dove ci sono dei centri abitati vicino alla zona sismica.
L’Italia è un territorio altamente sismico, quindi perché non riuscire a prevenire i danni alle persone e agli edifici?
Non si può prevenire un terremoto. Certo si può sapere dove si sta accumulando energia elastica, ma essendo i tempi della geologia molto lunghi, il terremoto potrebbe accadere oggi o fra 300 mila anni. Del resto le normative antisismiche sono recenti – partono dal 1977 – e l’Italia è un paese molto antico. Gran parte dei suoi borghi storici sono medioevali, è logico che crollino. È possibile rendere antisismica l’Italia storica e le case del ‘600 di Amatrice? Credo di no.
Per quanto riguarda il patrimonio artistico e la tutela dei monumenti più significativi si potrebbero spendere dei quattrini per renderli più sicuri. Tecnicamente penso sia possibile, ma ciò che conta sono le vite umane; bisognerebbe ammortizzare dalle fondamenta milioni di case per renderle meno sensibili ai sismi.
Perché in Sardegna non ci sono terremoti?
Dal ‘600 ad oggi la nostra regione ha avuto tre o quattro terremoti superiori a magnitudo 4 e 4.2, che non è molto. Poi c’è stato 4.8 nella zona di Tempio e più di 4 a Ittireddu. C’è una casistica anche qui, ma la Sardegna ha un’attività sismica talmente modesta che può essere considerata una zona asismica.