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La settimana da incubo dell’Olbia: blancos da mercoledì sotto indagine per razzismo e scommesse, ma la proprietà smentisce
Mercoledì un tesserato avrebbe fornito alla procura federale una PEC contenente materiale che incastrerebbe la società gallurese. L’ex allenatore Amelia: “può riguardare chiunque”
OLBIA – Non c’è pace per l’Olbia Calcio. Sul quotidiano Repubblica è apparso un trafiletto che recita lapidario: “Scommesse e razzismo, Olbia sotto inchiesta”. La società gallurese secondo quanto raccontato dal giornalista Matteo Pinci sulle colonne de la Repubblica del 16 ottobre, è appunto finita sotto inchiesta per razzismo, minacce e scommesse. Come un pellegrinaggio ai tempi dell’antica Roma, l’inferno dell’Olbia è a tappe. La nefasta retrocessione dalla Serie C, il rischio di fallimento in estate, il salvataggio grazie all’acquisizione da parte di Swiss Pro (società svizzera che detiene il pacchetto di maggioranza dell’Olbia Calcio) e un ricorso vinto, la partenza a stento nell’attuale campionato di Serie D. L’ultima vicenda è quanto successo tra martedì sera e mercoledì mattina: i blancos sentono il fiato sul collo della procura federale, la quale la indaga per le motivazioni di razzismo, minacce e calcioscommesse. Appena archiviato il buon pareggio in casa del Cassino, in cui sembrava che i galluresi fossero usciti dal tunnel con un’ottima prestazione che forse avrebbe meritato di essere coronata con una vittoria.
LE MOTIVAZIONI. Nel caso di specie, il contenuto della mail inviata sotto forma di posta certificata, includerebbe una documentazione contenente informazioni circa un giro di scommesse, che avrebbe condizionato spesso e volentieri l’esito delle partite e in cui sarebbe coinvolto il dirigente Ninni Corda; a ciò si aggiungerebbero, provati da filmati e audio, episodi di razzismo e insulti per i colori della pelle dei calciatori.
LE REAZIONI. A poche ore dall’uscita dell’inchiesta non si è fatta attendere la risposta di smentita di Ninni Corda, consulente calcistico della Swiss Pro Promotion: “Sono notizie prive di ogni fondamento. Ho già denunciato in sede civile e penale tramite il mio avvocato Paolo Lavagnino la Repubblica e il giornalista che ha firmato l’articolo per aver diffuso questa falsa notizia nei miei confronti”. A difendere la società gallurese è proprio un epurato come Marco Amelia, che aspetta il momento in cui “arriverà il momento in cui verremo chiamati per essere ascoltati sui fatti”, come ha dichiarato a La Nuova Sardegna.
Il comunicato della società
COMUNICATO STAMPA
Data: 16/10/24
La società Olbia Calcio, preso atto dell’indagine della procura federale per mezzo stampa prende le distanze da qualsiasi accusa di comportamenti illeciti evidenziati nell’articolo di Repubblica di questa mattina.
Inoltre comunica che al momento non ha ricevuto nessuna comunicazione in merito dalle autorità competenti quindi nelle prossime ore contatterà la procura federale e si renderà disponibile per collaborare affinché venga fatta luce su una vicenda grave ed inaccettabile per un club internazionale che punta su giocatori e staff provenienti da tutto il mondo.
Qualora fossero accertate responsabilità da parte di tesserati o collaboratori, la società come parte lesa prenderà tutti i provvedimenti necessari in ogni sede possibile, se invece tali accuse risultassero false ed infondate, Olbia Calcio perseguirà i responsabili in ogni sede possibile Civile e Penale”.