Diversi ma (ugualmente) campioni: a tu per tu con Gian Pietro Simula dell’Asinara Waves
La pubblicità è l’anima degli USA

Cari amici di City&City, in questo numero volevo parlarvi di un argomento che ci interessa un po’ tutti ma che qui negli Stati Uniti assume connotati molto particolari rispetto alle nostre abitudini europee: la pubblicità.
È vero che la globalizzazione dei prodotti e delle marche ci hanno abituati ad un bombardamento capillare dal punto di vista dei richiami pubblicitari, ma vi accorgerete che qui negli USA le differenze sono davvero tante.
Inizio col dirvi che nel grande paese a stelle e strisce praticamente ogni prodotto o servizio ha la sua fetta di marketing pubblicitario… persino le chiese! Qui a Jacksonville ad esempio mi è più volte capitato di imbattermi in volantini pubblicitari di alcune chiese battiste che cercavano di convincere i fedeli della bontà delle proprie iniziative rispetto alle parrocchie simili. E’ certamente una cosa che in Italia farebbe scalpore ma che qui non desta alcuna sorpresa.
Ad esempio gli americani sono molto più abituati rispetto a noi alla cosiddetta “pubblicità comparativa”.
Sono infatti molto frequenti spot o intere campagne di comunicazione basate sul confronto tra diversi prodotti in cui si mettono alla berlina i difetti del prodotto concorrente esaltando al contempo ciò che si vuole vendere. L’esempio più classico è quello dell’eterna lotta tra CocaCola e Pepsi. Ma anche i marchi di grande distribuzione non fanno eccezione.
Le foto che vedete sono state scattate proprio in alcuni negozi in cui andiamo regolarmente a fare la spesa. All’entrata ci sono due carrelli in cui si dimostra che comprando le stesse cose si risparmia di più che acquistandole dal diretto concorrente. Immaginate le liti se questo accadesse nel supermarket sotto casa vostra! Qua invece è del tutto normale.
Ma anche le tecniche di vendita sono molto diverse. Noi europei non amiamo molto l’invadenza dei commessi; sentiamo il fiato sul collo e ci infastidiamo velocemente. Negli Stati Uniti amano invece che il commesso addetto alla vendita sia particolarmente zelante. La cosa non è difficile da ottenere anche perché spesso i commessi vengono pagati a percentuale, ciò vuol dire che guadagnano solo su ciò che vendono. Quindi se fate shopping negli Stati Uniti verrete accolti da grandi sorrisi e sarà pressoché impossibile incontrare degli addetti alla vendita scortesi. Proprio perché il loro salario è legato a ciò che sono in grado di vendervi non hanno alcun interesse a dimostrarsi svogliati.
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Marta Bonet