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La nostra vita è il risultato dei nostri pensieri
IO PENSO POSITIVO La nuova rubrica di Ben-essere e Crescita Personale
“La nostra vita è il risultato dei nostri pensieri” con questa frase l’imperatore Marco Aurelio
intendeva dire che ciò che pensiamo determina la nostra realtà, ma in che modo? Attraverso quei
pensieri fortemente strutturati e radicati nella nostra mente che chiamiamo convinzioni o credenze.
Le credenze hanno un enorme impatto sulla nostra vita in quanto determinano e guidano i nostri comportamenti. Non solo, quando crediamo o siamo fortemente convinti di qualcosa poniamo in essere, inconsciamente, tutta una serie di azioni e comportamenti che vadano a confermare quello che crediamo. Questo meccanismo è stato chiamato dal sociologo americano Robert K. Merton
“Profezia che si autoavvera”e si basa sul teorema secondo il quale “Se gli uomini definiscono reali
certe situazioni, esse saranno reali nelle loro conseguenze”. Un esempio classico di profezia che si autoavvera è un esperimento condotto da uno psicologo tedesco, Robert Rosenthal nel 1974. Egli propose a delle maestre di una scuola elementare di effettuare una serie di test preliminari
all’inizio dell’anno scolastico agli studenti del primo anno.
Consegnò quindi loro dei falsi risultati e divise gli studenti in due gruppi. Alle insegnanti fu detto che dai test effettuati risultava che bambini
del primo gruppo erano più intelligenti e più diligenti nello studio di quelli del secondo gruppo. I risultati dello studio dimostrarono che a fine anno, non solo gli studenti inseriti nelle classi credute “migliori” vennero valutati più positivamente dalle insegnanti, ma che i bambini ebbero prestazioni e risultati migliori, risultando quindi più intelligenti! Secondo Rosenthal, dallo studio si può presumere che le maestre a partire dalle informazioni non veritiere abbiano modificato i loro comportamenti nei confronti degli studenti, mostrandosi ad esempio più inclini ad incoraggiare e supportare i bambini ritenuti più dotati e meno quelli considerati meno dotati.
Gli atteggiamenti e comportamenti delle insegnanti avrebbero a loro volta influenzato i comportamenti dei bambini i quali, ritenendo veritiere le informazioni provenienti dalle maestre avrebbero reagito con comportamenti tali da confermare le loro credenze.Le credenze sono paragonabili a veri e propri comandanti del cervello. Il nostro inconscio, che rappresenta il 90% della nostra mente, crede a ciò che gli viene detto. Per questo è molto importante badare a quello che ci diciamo, a quello che viene chiamato dialogo interiore. Se la nostra tendenza
è quella di formulare pensieri del tipo “è impossibile” “non ci riesco” “non ce la faccio” è molto probabile che la nostra vita sia caratterizzata da insuccessi.
Al contrario un sistema di pensieri e di convinzioni positive determinerà, con molta probabilità, una vita soddisfacente e dei risultati appaganti. Facciamo l’esempio di una persona che deve affrontare un colloquio di lavoro. Se questa persona prima di affrontare il colloquio formulerà pensieri di questo tipo: “tra tutti i candidati figuriamoci se prenderanno proprio me”, “sicuramente sceglieranno qualche raccomandato”, “di sicuro cercano persone con più esperienza di me”, probabilmente si presenterà alla selezione già con un atteggiamento di rassegnazione, con diffidenza, con poca convinzione, mandando cosi dei segnali che probabilmente non invoglieranno il datore di lavoro a sceglierlo.
Se invece la persona affronterà il colloquio pensando: “siamo in tanti ma io ho le stesse possibilità degli altri”, “sono capace di svolgere questo lavoro”, “ce la posso fare”, il suo atteggiamento sarà di apertura, di sicurezza, di fiducia, tutti segnali positivi per il selezionatore. Le nostre convinzioni possono dunque limitarci, bloccare la nostra crescita e impedirci di raggiungere gli obiettivi che ci prefissiamo oppure possono espanderci e portarci allo sviluppo e alla nostra realizzazione personale. Il trucco consiste nello scegliere le credenze che portano al successo
e ai risultati che si desiderano, e nell’eliminare quelle che ci bloccano.
La prima cosa da fare per creare un sistema di convinzioni potenzianti è quella di prestare attenzione al nostro dialogo interno, formulando pensieri positivi e motivanti e mettendo in discussione le credenze che invece sentiamo potranno limitarci e portare ad azioni e comportamenti controproducenti. Henry Ford, il celebre imprenditore automobilistico diceva “Che tu creda di farcela, o di non farcela, avrai sempre ragione”.
Visto che si tratta di immaginazione perché non immaginare in positivo la fine del film che
proiettiamo continuamente nella nostra testa?
Alessandra Puggioni – Coach e Counselor,
presidente Associazione Happy Coaching and Counseling