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Biglino, la sua Bibbia è di un altro pianeta
Il discusso studioso e scrittore ha presentato i suoi best seller alle Messaggerie Sarde: «L’Antico Testamento? Non parla di Dio»
Tutto sommato non c’è poi questa grande differenza fra la vita di Mauro Biglino e quella di Gesù, seppure con circa duemila anni di distacco cronologico, sia chiaro.
Entrambi infatti,e sino a prova contraria, pare conoscano molto bene le sacre scritture e l’Antico Testamento in particolare: l’uno le conosceva è il caso di dire come il pane, anzi erano il pane suo. L’altro ha iniziato a studiarle dopo una rigorosa formazione classica a base di latino e greco, quando giovane assai curioso e motivato, assieme ad un insegnante della comunità ebraica inizia a studiare e tradurre, l’ebraico biblico.
Sinché il Biglino non approda alle prestigiose quanto cattoliche Edizioni San Paolo che gli commissionano le traduzioni di diciassette libri dell’Antico Testamento: lavoro egregio e certosino, fatto in grazia di Dio. Sennonché quando meno te lo aspetti “zaac” il diavolo ci mette la coda, nella coda il veleno e Mauro in men che non si dica si ritrova come un povero Cristo fuori dalla più importante casa editrice cattolica.
E perché mai l’esodato Biglino si ritrova fuori dal tetto paolino come un ebreo strappato all’Egitto ed in cerca di qualche nuova (terra) promessa editoriale? Perché il piemontese Mauro, 64 anni, caparbio, testardo e dunque anche un po’ sardo, nel frattempo che traduceva quei diciassette libri con la propria finissima e acutissima mente e non col traduttore automatico, teneva in allenamento il prezioso cervello facendosi giorno dopo giorno un’idea dei testi biblici un tantino diversa da quella comunemente accettata da duemila anni circa a questa parte. Ed ecco che a questo punto della storia le biografie di Biglino e del galileo Gesù sembrano per miracolo reincontrarsi in un percorso opposto ma uguale: Gesù girava tutti i villaggi della Galilea annunziando il Verbo, Mauro gira sempre più città e teatri d’Italia per render noto anche lui il suo verbo, seppure con i debiti distinguo.
Biglino infatti dice, semplicemente, con quell’innocente semplicità con cui ha titolato tutti i libri scritti finora, che La Bibbia non è un libro sacro, Non c’è creazione nella Bibbia, Il dio alieno della Bibbia e, se ancora non fosse chiaro e chi ha orecchi per intendere intenda, La Bibbia non parla di Dio: quest’ultimo uscito per Mondadori, già esaurito e ristampato più volte. Ecco dunque, la Bibbia non parla di Dio: è questo in estrema ed indovinata sintesi il succo del Biglino-pensiero che fa sempre più discepoli in ogni città d’Italia, inclusa Sassari, dove lo studioso dell’Antico Testamento ha tenuto il 25 luglio una applauditissima conferenza di quattro ore nella sala-incontri della libreria ‘Messaggerie sarde”, nel cuore della città.
Un succo, quello di Biglino, talmente amaro che alla editrice san Paolo è parso di berlo dalla spugna imbevuta di aceto usata sul Golgota. Eppure per Mauro è soave nettare.
L’intervista
Lei quando è approdato alla San Paolo era già agnostico? Oppure aveva la fede e paradossalmente l’ha persa traducendo i testi sacri che ne sono alla base?
Approdo all’editrice San Paolo innanzitutto come traduttore. Loro avevano bisogno di traduzioni di alcuni libri dell’Antico Testamento. Hanno giudicato che le mie fossero ben fatte, e mi hanno dato degli incarichi.
Diciassette libri non sono bruscoletti o come si dice a Sassari “buccia di ciogga”, fragili gusci di lumaca. E poi cos’è successo, l’hanno mandata via perché hanno trovato troppi “peccati” di grammatica nei suoi lavori?
No, semplicemente il rapporto finisce quando comincio a raccontare ciò che a mio avvis viene fuori dagli antichi testi ebraici del Codice Masoretico, cioè quello dal quale sono tradotte le Bibbie che abbiamo nelle nostre case.
Si può dire in un’intervista?
Certamente, la Bibbia non parla di Dio, ma è uno dei tanti libri storici che l’umanità ha scritto nel corso dei millenni.
Un libro di cronaca, fatti realmente accaduti.
Se noi cominciamo a pensare che la Bibbia possa essere semplicemente questo, diventa un libro capace di rivelarci una miriade di notizie che vanno a formare un mosaico che ha davvero molto in comune a quanto ci raccontano la storia e i racconti di fondazione dei popoli di tutti i continenti della terra.
Così mentre lei lavorava diligentemente per le edizioni San Paolo, il Dio unico della religione ebraico-cristiana lentamente si sbriciolava nella sua mente.
Il mio compito era quello di fornire traduzioni letterali, prive di interpretazioni. Pian piano mi sono reso sempre più conto che molti brani, opportunamente messi in relazione tra di loro, fornivano un quadro ben diverso da quello comunemente accettato e che la religione cattolica ci ha trasmesso.
Ovvero?
Ovvero che Yhaweh, il Dio unico della religione ebraica e cattolica, non è una divinità spirituale incorporea e trascendente, ma un uomo in carne ed ossa appartenente ad un gruppo di individui che la Bibbia chiama Elohim.
Bene. Gli esseri umani sono fatti dunque non a immagine e somiglianza di Dio ma di questi Elohim?
Nelle traduzioni che abbiamo in casa si dice che noi siamo stati fatti ad immagine e somiglianza di Dio, vocabolo con cui è tradotto il plurale Elohim. la Bibbia in realtà utilizza un’espressione che indica che noi si siamo stati fatti a somiglianza degli Elohim, ma non “ad immagine”. Il termine “tselem” infatti indica specificamente “quel qualcosa di materiale che contiene l’immagine”. In sintesi, questi Elohim hanno compiuto degli interventi di ingegneria genetica utilizzando due DNA.
Alle edizioni San Paolo la ringraziano ancora per queste intuizioni.
Si tratta di affermazioni che mi sono state riconosciute e confermate anche da filologi ebrei.
Una buona notizia per lei ma un tantino imbarazzante se i filologi ebrei credono nel Dio unico.
Concordano sul fatto che nella Bibbia effettivamente si parli di ingegneria genetica. Gli Elohim avrebbero usato il loro Dna in unione col Dna degli ominidi, dando così vita ad una specie che la Bibbia conosce come quella degli Adam, creando prima il maschio e dopo un po’ di tempo, come è ben spiegato nel racconto, la femmina. E dal racconto si evince chiaramente che Adamo ed Eva non sono i progenitori dell’umanità ma i capostipiti di una specie particolare.
Siamo tutti più sollevati e non dobbiamo più prendercela con Eva, ma allora il battesimo a che serve?
Non lo so, io sono solo un traduttore.
Abbiamo polverizzato secoli di teologia sul peccato originale in cinque righe.
Sono del parere che quando parole e contesto dicono cose palesi, sia profondamente scorretto far dire cose diverse da quelle. Di spirituale, stando alle traduzioni letterali e precise, nella Bibbia non c’è nulla.
E’ la sua professione di fede?
La mia fede è restare fedeli a ciò che c’è scritto.
Dunque alla Scrittura.
Certo, con mente aperta e tenendo ben presente che di Scritture ce ne sono tante. Tutti i popoli dell’antichità registravano eventi che li riguardavano da vicini. I problemi cominciano quando si dice che quei racconti sono ispirati da Dio.
Esempio concreto?
I racconti della Genesi. Sono copie rielaborate dei testi sumero-accadici. La cosa assurda è che si dice che quelle sumere sono favole, mentre la Genesi è “ispirata da Dio”. Ora, la Bibbia ce l’hanno in casa tutti, ma quanti l’hanno letta?
Ce lo dica lei. A parte Biglino Mauro, quanti l’hanno letta?
Aggiungerei letta con mente libera, senza pre-giudizi e senza dare in partenza per scontato che parli di Dio.
Il cerchio si stringe parecchio.
Io credo che la popolazione cattolica non la conosca affatto. Se guardiamo alla storia della Chiesa, ci sono stati periodi in cui è stato vietato anche possederla. Soltanto il clero doveva leggerla ai fedeli. Il che la dice lunga. Perché se la leggi c’è il rischio che la capisci.
Il suo motto è “fare finta che”. Ce lo spieghi.
Il potere religioso da sempre ci dice che quando la Bibbia dice una cosa, in realtà vuol dirne un’altra. Tutto è metafora, allegoria, simbolo.
Biglino invece prova a fare finta… che cosa?
Io quando traduco faccio appunto finta che quando la Bibbia dice una cosa, intenda dire proprio quella cosa. Così non c’è bisogno di inventare nessuna interpretazione: basta avere la mente aperta e pensare che forse gli autori biblici….
…non erano letterati o poeti, bensì cronisti.
Esattamente. Ci hanno raccontato cose, come ad esempio la distruzione di Sodoma, che hanno realmente visto.
Facendo un salto al Nuovo Testamento cosa possiamo dire?
Non me ne occupo, ma per quanto riguarda la figura di Gesù il problema non sono le traduzioni, quanto cosa gli evangelisti abbiano inventato di sana pianta quando li hanno scritti. I vangeli sono figli della dottrina inventata da Paolo di Tarso. La figura cristica come noi la conosciamo è stata elaborata da lui; era qualcosa di totalmente estraneo alla mentalità giudaica.
È una figura realmente esistita?
Io sono fra quelli che ritiene che un Yeshua sia realmente esistito e sia stato un ebreo messianista rivoluzionario.
Ovvero?
Un partigiano antiromano che credeva si sarebbero presto compiute le promesse che Yahweh aveva fatto al suo popolo. Un regno terreno che, una volta scacciati i dominatori romani, avrebbe posto Israele al di sopra di tutte le altre nazioni.
Poi è arrivato Paolo.
E su questo personaggio, su cui peraltro non ci sono prove storiche certe, è stata costruita la figura di un Salvatore dell’umanità tipica pensiero ellenistico.
Per “vendere” meglio la nuova religione?
Sì. La hanno venduta anche molto bene. Giacomo, fratello del Gesù di cui si parla nei Vangeli, definiva Paolo un imbroglione falsario. E Paolo non era stato testimone oculare di Gesù, Giacomo sì.
Nel suo ultimo libro La Bibbia non parla di Dio, lei fa un confronto tra alcuni passi dell’Antico Testamento e i poemi classici per eccellenza , Iliade e Odissea. E si scopre che molte cose che erano care e gradite a Yahweh, come annusare il fumo prodotto dal grasso animale, erano guarda caso assai gradite anche agli dei di cui ha scritto Omero.
Non sono analogie ma c’è un’identità sostanziale di gusti e abitudini degli dei omerici raccontate nei poemi. E bisogna davvero chiudere gli occhi per non vederlo.
Dunque?
Dunque Bibbia e poemi omerici raccontano le stesse cose: degli individui provenienti probabilmente da altri pianeti si sono spartiti in altre epoche la terra in sfere di influenza. Per gli autori biblici erano Elohim, per i greci erano “theoi”, ovvero dei, divinità.
Scoperta interessante.
Non ho scoperto nulla, racconto ciò che c’è scritto e ne prendo atto. Non c’è bisogno di spiegazioni ulteriori. Mentre generalmente i fedeli si ricordano solo delle spiegazioni che danno i sacerdoti e si dimenticano che cosa c’è scritto nei testi.
Perché secondo lei dovrebbe essere assurdo pensare che in epoche antiche la terra abbia ospitato colonizzatori alieni piuttosto che esista un Dio trascendente?
Infatti non è assurdo. Per chi vuol avere fede non cambia nulla. Dico semplicemente che di quel Dio trascendente la Bibbia non parla. Come tutti gli altri libri che l’umanità ha scritto.
Quando esattamente alla memoria di un Elohim in carne ed ossa di nome Yahweh si sostituisce il Dio trascendente della teologia?
Dopo il rientro dall’esilio babilonese la Bibbia fu praticamente riscritta , in alcuni casi scritta ex novo. Finché l’Elohim Yahweh fu presente in mezzo al suo popolo, l’intermediario era per lui il re di Israele, cioè il potere laico. Quando i sacerdoti del nuovo tempio di Gerusalemmme prendono il sopravvento, il potere laico viene annientato e si diffonde la concezione teologica che vede Yahweh come essere trascendente. Ovvero, quando dell’Elohim Yahweh non si ha più notizia e tutte le sue promesse al popolo ebraico vanno a farsi benedire, improvvisamente quelle promesse diventano “spirituali”, destinate a una non meglio precisata vita ultraterrena…
Nei suoi libri lei parla anche dell’epoca dei giganti sulla Terra, ed anche qui in Sardegna pare abbiano fatto una capatina.
Nella Bibbia sono descritte varie razze, tra cui i Nefilim ovvero i giganti, i Ghibborim cioè esseri di sangue misto prodotto dell’incrocio tra i maschi Elohim e le femmine Adam. Non possiamo escludere la presenza di varie razze.
Siccome in quel del Vaticano monsignor Balducci ed anche altri hanno già parlato di una effettiva presenza di alieni nei racconti della Bibbia, secondo lei presto o tardi la Chiesa dovrà dare qualche spiegazione ai fedeli?
Sarà inevitabile. Probabilmente diranno che la Bibbia racconta un livello intermedio della storia dell’umanità. Che ci sono stati degli Elohim ma che anch’essi sono creati da Dio. Che anche per mezzo loro abbiamo conosciuto Dio e che essi rientrano senz’altro nel disegno salvifico di Dio per l’umanità. Eccetera eccetera.
Senza la Bibbia o il Corano avremmo avuto comunque delle religioni?
Certamente. L’umanità ha bisogno di religioni. Lo dice anche il Dalai Lama, che sconsiglia di mollare una religione per aderire un’altra. Tanto è lo stesso.
Tanto la Bibbia non parla di Dio. E se non parla manco di Dio, perché dovremmo leggerla questa Bibbia?
Beh per esempio se la gente sapesse che il sistema debito-credito , ovvero ricchi e poveracci, con il quale il mondo è governato da sempre, è quello di cui si parla nella Bibbia, forse verrebbe qualche curiosità in più di sapere da chi siamo veramente governati.
Cos’è lo spirito secondo Mauro Biglino?
Non ne ho la più pallida idea. Lo dico davvero.
Com’è la giornata tipo di Mauro Biglino?
Biglino legge, studia, traduce, scrive. Poi va in bicicletta, esigenza fondamentale quanto lo era per Yahweh annusare il grasso bruciato degli animali.
Potrebbe farlo anche lei.
Mi accontento di pretese inferiori.
Si è chiesto come mai, con tutto quello di eclatante che ha scritto e con tutte le conferenze che fa in ogni città d’Italia dicendo che la Bibbia non parla di Dio, Mauro Biglino è ancora vivo e non è mai deceduto in qualche inspiegabile incidente aereo?
Non me lo sono chiesto. Ma comunque speriamo duri ancora molto.
Teme per la sua incolumità?
No. Ho ricevuto messaggi, minacce. In qualche caso mi son tirato fuori da situazioni dalle quali forse sarei potuto non tornare… Ma non posso farci niente, è un problema che non ha soluzione. E se non ha soluzione, per definizione non è un problema.
Ha perso amici a causa delle cose che scrive?
No. Acquisito molti.
I suoi genitori sono cattolici?
Mio papà non c’è più, mia mamma ha 92 anni. Sa quello che scrivo e faccio, e mi dice: “Può darsi anche che hai ragione, però io ogni tanto due preghiere le dico ché non si sa mai”. E io rispondo “brava mamma, fai così”.
Giambernardo Piroddi
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