Serie D – Latte Dolce tra gruppo e difesa: coperta corta, ma le soluzioni non mancano
In un’intervista del 2015 a Tiscali News Andrea Palmeri raccontava quello che sarebbe potuto succedere nel Donbass
Intervista del nostro Paolo Salvatore Orrù del 2015
In una latitudine puoi essere considerato un eroe, dall’altra un pazzo criminale. Un preambolo necessario, se si vuole comprendere la storia di Andrea Palmeri, l’italiano che indossa l’uniforme dei volontari filo russi impegnati nel fronte ucraino. Una scelta estrema, una scelta politica. “Ok, accetto di fare l’intervista, ma le dico subito che le domande che mi ha accennato non mi piacciono. Comunque, non mi tiro indietro, andiamo avanti, voglio vedere che cosa scarabocchierà: in Italia la stampa non è molto libera, immagino che anche lei troverà il modo di ‘censurare’ le mie risposte”, ha esordito Palmeri, contattato attraverso un social network
Palmeri, lei è un avventuriero o mena le mani per mercede?
“Non sono un mercenario: non combatto per denaro. Combatto per un’idea, un concetto poco noto ai giorni nostri. E, in ogni modo, non combatto contro gli ucraini, sto solo difendendo il popolo del Donbass (è il bacino dell’omonimo fiume della Russia e dell’Ucraina, il Donec, affluente del Don ndr) da un’aggressione golpista. Qui la politica, almeno secondo i nostri schemi, c’entra molto poco. In queste trincee, un popolo lotta per la propria libertà e, forse senza saperlo, per l’emancipazione di tutti gli uomini liberi d’Europa”.
In quale zona del confine russo-ucraino combatte?
“Inizialmente ho combattuto nella Repubblica Popolare di Lugansk, nell’ultimo periodo a Debaltseve, una città della regione di Donetsk, poi ho dovuto subire un ricovero a causa di un congelamento. Ora sono a riposo, ma spero di rientrare presto nei ranghi, se c’è da combattere, combatto”.
E’ stato detto che lei è stato addestrato dai soldati russi.
“Mi sono addestrato nel Donbass, e se pensa che ci abbiano addestrato i russi, sbaglia: i nostri istruttori erano tutti del posto. La vita di trincea è dura, rischiosa, sporca, non è un bella esperienza. Utilizzo armi leggere e anticarro. Non ci sono armi italiane, sono tutte di fabbricazione sovietica”.
Com’è la vita di trincea? Vista dall’Italia, l’Ucraina sembra una vittima predestinata della Russia.
“L’Ucraina una vittima sacrificale? Forse perché nel nostro Paese non c’è una corretta informazione e i giornalisti non fanno onestamente il loro lavoro. La giunta golpista di Petro Poroshenko bombarda città, scuole e ospedali da oltre 8 mesi. Uccide donne e bambini: i soldati ucraini mi sembrano solo carnefici, altro che vittime. La Russia, a differenza degli ucraini, aiuta il popolo del Donbass con continui sostegni umanitari. E non è entrata militarmente nel conflitto, altrimenti la guerra sarebbe durata due giorni”.
La Russia vuole la guerra, l’ha dimostrato anche in Crimea.
“Che qui ci siano migliaia di volontari russi accorsi in aiuto dei loro fratelli del Donbass è vero, ma non ci sono soldati. La guerra la vuole chi ha creato e finanziato il golpe di Maidan (la piazza di Kiev dove è cominciata la rivolta pro Poroshenko contro il governo filo comunista ndr) e usa gli ucraini per fini ben noti”.
Insisto, ha condiviso la scelta russa di invadere la Crimea?
“La Russia non ha mai invaso la Crimea, i russi, militarmente, stavano già lì. Il popolo della Crimea ha scelto liberamente di stare nella Federazione Russa: il resto è solo propaganda di basso livello”.
Leggendo qua e là sul web, è stato descritto come un fascista che vuole combattere contro gli Usa. Mi spiega questa scelta?
“Sono un tradizionalista: le categorie destra e sinistra non hanno più senso. E non combatto contro l’America intesa come popolo, ma contro la cricca che lo governa e che vuole il mondo ai suoi piedi”.
E’ rimasto dalla parte di Putin anche dopo l’omicidio di Boris Yefimovich Nemtsov?
“Sarò sempre dalla parte di Putin, in Italia non avremo mai uno statista come lui, sarebbe un sogno. Nemtsov non era un oppositore di grande spessore, in occidente si specula sulla sua morte, della quale, fra l’altro, non si conoscono che poche e frammentarie notizie: veramente poco per accusare il Presidente. Non mi stupirei se in tutto questo bailamme ci fosse lo zampino dell’agenzia di spionaggio per l’estero degli Stati Uniti d’America (CIA). Dio salvi la Russia, solo Russia può salvare l’Europa dalla decadenza”.
Lei non è uno sconosciuto, nel web, circolano decine di sue foto, lei è stato un ultrà?
“Sono stato un ultrà della Lucchese”.
Tornerà in Italia una volta finita la guerra?
“Ritorno a Lucca appena posso: ho un figlio da crescere”.