Serie D – Latte Dolce tra gruppo e difesa: coperta corta, ma le soluzioni non mancano
IL TRAFFICO
di Eugenio Cossu
Corre l’anno 1927, Porto Torres è un piccolo paese in cui una parte è concentrata attorno alla Basilica di San Gavino e una parte intorno al suo porto. Persiste quindi la differenza tra “Bainzini”– agricoltori, ortolani e qualche proprietario – e “Portotorresi”– spedizionieri, portuali e commercianti. Fanno la differenza le bande di ragazzi che al grido: <<Bainzini, Bainzini!! >> o <<Carriaggi, Carriaggi!!>> scatenano furiose battagliori che si chiudono generalmente con alquante teste rotte.
I rapporti con Sassari sono garantiti da una sorta di diligenza che pare i passeggeri debbano spingere sulla salita di Ottava. Le merci al porto destinate a Sassari vengono in gran parte stipate su carri trainati da cavalli che impiegano non meno di quattro ore per raggiungere il capoluogo di provincia. A Porto Torres vi sono due sole macchine, due sole automobili – le prime di proprietà dei portotorresi. Il progresso arriva anche da noi. Una è la Fiat 501 del signor Lavarello, proprietario e commerciante che aveva acquistato la macchina con il signor G.A. Porqueddu, esattore comunale, e con il responsabile dell’ufficio del Genio Civile. L’automobile, guidata dal signor Cello, era stata acquistata al preciso scopo di andare a caccia lontano dalle campagne di Porto Torres. L’altra è la Fiat 503 di Paolino Colombino noto “isciafferru”-temeraria trasposizione dal francese chauffeur. Paolino Colombino ha una vera e propria passione per le macchine, tanto da farne una professione. Oltre alla citata 503 possiede anche un camion OM ed una Fiat Ardita. Purtroppo se la gode poco perché muore prematuramente nel 1934 a soli 44 anni, pochi mesi prima che nascesse il suo ultimo figlio Paolo. Carattere estroso, aveva comunque fatto in tempo, seppur con risultato negativo, a tentare la scalata della Torre Aragonese con la moto. Paolino non è un vero e proprio tassista ma, alla bisogna, trasporta persone e/o cose a pagamento. Ricordiamo: queste le uniche auto in tutta Porto Torres.
L’autista del signor Lavarello esce di casa, prende la Fiat 501 percorre tutta via G. Maria Angioj. Deve andare al magazzino di Lavarello, in quella che adesso è via Caruducci, dietro le scuole “De Amicis”. Svolta in via Eleonora d’Arborea stando attento ai freni nella discesa così ripida, attraversa via Sassari, sale ancora in via Eleonora d’Arborea, dà uno sguardo dentro “a lu frairi” di Bertolinis e sbuca in corso Vittorio Emanuele, davanti alle scuole De Amicis.
Paolino “isciafferru” ha fretta. Lo hanno appena chiamato dalla parrocchia di San Gavino: “lu canoniggu” deve andare d’urgenza a Sassari dall’Arcivescovo. Sale in macchina e percorre corso Vittorio Emanuele. E’contento. La persona da accompagnare è importante. Guarda distrattamente casa Sanna e, a sinistra, il teatro “di lu Cabaglieri”, sta per arrivare alla scuola De Amicis e si scontra con la 501 di Lavarello guidata dal signor Cello.
Due macchine. Ci sono due macchine a Porto Torres, non venti, duecento, duemila. Ce ne sono due e si scontrano! Quando si dice problemi di traffico!!!