Serie D – Latte Dolce tra gruppo e difesa: coperta corta, ma le soluzioni non mancano
Il richiamo di Monte Santu Padre, ecco chi è in testa dell’XContest parapendio Sardegna
Silvio Zoncheddu, Marco Spanu e Mario Mele continuano a mantenere la testa della classifica a suon di record, ma gli altri sembrano disposti a dare battaglia: le emozioni del volo libero non sono ancora finite
Di Paolo Salvatore Orrù
Ripercorrere, anche solo con la mente, l’antica stradina che porta sulla vetta del Monte Santu Padre (Bortigali) è sempre una emozione forte. Chiunque sia salito almeno una volta su questa montagna di poco più di mille metri per volare in parapendio o deltaplano sa che quel giorno ci sarà battaglia. Non contro gli altri atleti, ma contro l’ignoto del cielo. Quando si scende dall’auto il silenzio è frastornante, ognuno di noi ha in testa qualcosa: ha in mente vie aeree, altalene variometriche, e sogni che solo un cuore puro può conoscere.
Ed è allora che, magari solo per un attimo, il nostro muscolo più importante batte forte: in silenzio, si ripassano le esperienze del passato, si accendono i variometri, si controlla il cellulare (da cui dipende il recupero), si sta ben attenti che la radio sia in funzione. Si controlla il paracadute e si allacciano per bene cosciali e pettorali. Tutto deve essere in ordine. Non ci devono essere errori, perché una volta in volo non c’è più un cuore che trema, ma solo il pensiero di poter fare bene. Questo il quadro prima della mischia. Questo è il parapendio, questo è stato sinora XContest Sardegna.
Diciamolo subito, la prima domanda che viene in mente ai parapendisti sardi è: dove è Silvio Zoncheddu? Batterlo sarebbe un onore ma da un decennio lui vince, e anche quest’anno in testa alla classifica c’è lui. Si lotta per il secondo e il terzo posto, non che si vinca qualcosa di particolare, una piccola coppa (e la pizza, dopo la premiazione, te paghi tu). Però, se è gara, che gara sia. Ecco, in questo contesto, si sta assistendo ad un ritorno alla grande di Marco Spanu, un viso antico contornato da capelli sale e pepe che, dopo aver conseguito la sudata pensione, ha ritrovato smalto giovanile. Al terzo posto, Mario Mele, costretto a battere il passo per un infortunio tanto inatteso quanto sfortunato. “Non riesco a capire come sia potuto succedere”, ha detto a caldo dopo l’incidente avvenuto a Cuccuru Fenugu (Gonnosfanadiga).
Il parapendio sardo non è dunque all’anno zero, anzi per la prima volta nella sua storia il battistrada ha totalizzato più di 640 punti e i fuochi artificiali non sembrano finiti, gli manca solo un record: 100 chilometri in linea. Una distanza che potrebbe essere alla portata di Spanu (465 punti) e di Mele (378), quando il medico darà al cavallino rampante di Mamoiada lo start. Da registrare, il ritorno alle gare di Bob Loru che, calmo ed elegante, sta ricominciando a respirare l’aria fresca dei 3000. Stanno volando alto anche Nanni Sale Breone, Luca Congiu, Stefano Mosca, Daniele Santelia e Condor Nicolas Bisordi, un ingegnere italo-argentino volato in Sardegna direttamente dalla Cordigliera delle Ande, che non ha sempre avuto il tempo di mettere in luce il suo talento: forse non parla il quechua andino, tuttavia sa far suonare le corde del suo Triple Seven Rook 3 con un interessante Allegro vivace. A questo punto bisogna spendere qualche parola sui mezzi volanti utilizzati dai tre capintesta: Zoncheddu di serve di una Gin Gliders Leopard, che a detta di chi gli è stato vicino in volo (pochi), è “davvero molto performante“. Spanu doma un Gin Gliders Bonanza 2, mentre Mele monta un Triple Seven Rook 3. Vele serie.
In questo momento chi più morde il freno è senza dubbio Mele. “Se mi presti un braccio funzionante e una schiena non dolorante, ci vado e ti faccio anche la videochiamata”, ha detto ad un amico che scherzosamente gli ha detto che lo aspetta sulla giostra che ogni tanto si mette in funzione nel massiccio del Marghine. Ecco questo è il bello del volo libero, l’amicizia. Spero che non manchi mai: è il sale (ma anche il pepe e il peperoncino) del divertimento.