Scherma – Orgoglio CUS Cagliari: il fioretto maschile va in B1

L’entusiastica missione di un grande protagonista della Sardegna
Giuliano Marongiu è il Re Mida del folk isolano.Ogni evento primario o caratteristico di un territorio dell’isola è forgiato e nobilitato tra le sue mani preziose, che sembrano quelle di un abile artigiano intento a creare e trasmettere un nobile retaggio.
Nelle vesti di presentatore sicuro ed elegante, di studioso instancabile della cultura sarda e di trascinante showman nelle piazze della nostra regione, il principe sa trasmettere con amore il senso di appartenenza della nostra terra e della nostra gente, come il suo spettacolo in piazza e le popolari trasmissioni televisive da molti anni testimoniano con autorevolezza.
A Sassari si è concesso una divagazione nazional-popolare con le Voci di Maggio degli inseparabili amici Istentales, che hanno coinvolto celebrati nomi della musica italiana nella gremita Piazza d’Italia. Qualche giorno dopo ha salutato il grande ritorno nella sua Porto Torres del celebratissimo tenore internazionale Francesco Demuro, in occasione del Palio di Santu Bainzu: il magnifico artista lirico si è emozionato per l’abbraccio generosissimo del suo popolo, e prepara il trasloco dall’incantevole buen ritiro di Lucca per il ritorno a casa.
Nell’agenda dello showman di Ovodda e del suo impagabile road manager Stefano Ollargiu emerge un calendario fitto di incontri ed appuntamenti, sagre ed eventi, sfilate tradizionali e concerti live, che l’infaticabile passione di Giuliano traducono in un remunerativo mestiere.
Non lo ha fermato nemmeno un delicato problema di salute, affrontato con coraggio e determinazione barbaricini, prima di ridurlo al rango di ricordo educativo ed illuminante intorno al futuro: la vita è un bene prezioso, ed il riposo è una parte integrante di questo cammino di conoscenza.
Adesso il presentatore di Ovodda segue la scia felice dell’immutato feeling con il pubblico per difendere la sua battaglia di esplorazione e prestigio, che vede la nostra regione tra le più luminose espressioni mondiali di ricchezza e colore, lingua ed archeologia, suoni e costumi immutabili. Ha creduto subito in questo percorso alternativo, nato in un momento di estemporaneo abbandono del tessuto identitario, negli illusori anni del falso benessere, delle discoteche e del pianobar, delle sfilate e dei parties. Dal suo piccolo regno di Barbagia ha seguito la grande intuizione dell’indimenticabile patron Gianni Medda, che ha immediatamente intuito il raro talento del giovanotto e gli ha affidato le chiavi di un patrimonio artistico ed imprenditoriale di grandi dimensioni. La sua conduzione con la bella e spigliata Ambra Pintore – negli anni scintillanti e pionieristici di “Sardegna Canta” – è stata un must. Quando la coppia scoppia, Giuliano non rinnega il suo secondo padre e si tuffa nella lunga avventura di SARDEGNA UNO, attraverso le vetrine allegoriche e didattiche di “Ammentos” ed “Anninora”. E’ un contagioso effetto-domino: lentamente nascono sagre ed appuntamenti fissi di ogni angolo della Sardegna, si moltiplicano le iniziative di valorizzazione e recupero della tradizione, sempre più spesso legate alle fiere eno-gastronomiche ed ai percorsi turistici dell’entroterra.
Giuliano si muove come un folletto, sempre scortato da alcuni fedeli ed eccellenti interpreti di questo mondo, come le melodiose Maria Luisa Congiu e Maria Giovanna Cherchi, o le commoventi e secolari launeddas del suo grandissimo amico Roberto Tangianu.
Giuliano non si nega altre escursioni, che il suo mestiere eclettico e sicuro governa mirabilmente: le sfilate dei grandi sarti isolani, ad esempio; ed altre collaborazioni editoriali con lo splendido mensile Antas di Pierpaolo Fadda ed una web tv con le news del terzo millennio.
I suoi frequenti viaggi lontani dall’isola – tra i Circoli Sardi e le nostre comunità disseminate in Italia e nel mondo – portano un abbraccio caldo ed entusiasta di un testimone attento e partecipe di un mondo riscoperto.
In questo lavoro di costante valorizzazione del nostro prodotto Giuliano ha finito per sacrificare qualcosa della sua carriera artistica. Il suo uso della lingua italiana è impeccabile e la tecnica si è affinata negli anni di un frequente rapporto con il palco e la platea. Ma ha scelto di essere Cesare a casa sua, piuttosto che un valoroso pretoriano dell’effimera gloria televisiva nazionale. Non gli sarebbero certo mancato le chanches, perché l’emotivo e fiero ragazzo di Barbagia ha incontrato tanti personaggi importanti lungo il cammino di una Sardegna di mille campanili.
Ha sposato la sua Sardegna, ecco tutto.
E la sua terra ha contraccambiato questo trasporto regalandogli tante feste e rassegne, tanti incontri musicali ed appuntamenti in ogni paese. Una moltiplicazione miracolosa dei pani e dei pesci di uno scrigno culturale che teme pochi confronti, ed attende un continuo e meticoloso esame di ripasso ai suoi interpreti più rappresentativi.
Dopo le voci di maggio arrivano altre voci ed altri suoni, nuovi angoli suggestivi di mare e montagna, nuovi tesori da raccontare con la sua voce gentile ed i gesti calibrati, in un’interminabile festa popolare.
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