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Un assassino lascia sempre la firma, Ignazio Basile racconta il commissario De Candia
Un poliziotto deve far luce sull’efferato omicidio di una vecchia e dolce signora. Chi l’ha uccisa? Perché il giovane che è stato arrestato dai carabinieri ha un coltello insanguinato in mano? La soluzione in un giallo che merita di essere letto
di Paolo Salvatore Orrù
“In effetti ci sono alcuni punti oscuri. La vittima conosceva l’assassino? Io propenderei per il sì. Chi si fiderebbe oggi di aprire ad uno sconosciuto?”. A porsi queste domande Santiago De Candia, un capo sezione della Squadra Omicidi della questura di Cagliari, con un passato nella sezione narcotici, uno dei personaggi nati dalla fervida fantasia di Salvatore Ignazio Basile, avvocato, insegnante, un signore della penna, che prima di approdare al mondo della poesia e del romanzo ha voluto sperimentare cosa vuol dire viaggiare e lavorare lontano dall’Italia, ma con il cuore sempre ancorato in Sardegna. Il suo ultimo romanzo Al di là delle evidenti apparenze (edito da dei Merangoli) è un giallo che sintetizza la sua compiuta conoscenza della procedura penale e la sua quasi quarantennale attività di insegnante.
“Le vicende di cui si occupa De Candia da un lato nascono dalla mia esperienza personale di legale e di insegnante di diritto”, ha spiegato a City&City Basile, in particolare ricordo che in classe accadeva spesso che gli studenti mi chiedessero come potessi io difendere imputati colpevoli”. Allora il professore si ingegnava a creare personaggi che in un primo momento sembrano criminali, ma che con l’aiuto del diritto, delle forze dell’ordine, e l’ausilio di buoni avvocati riescono poi a dimostrare la loro estraneità ai fatti. Un modo diverso di insegnare diritto che, quasi inconsapevolmente, ha convinto molti ragazzi (i più intelligenti) a non prendere subito posizione, anzi a valutare con più attenzione le notizie giornalistiche, le chiacchere da bar, insomma, a non dare giudizi affrettati, “perché in carcere ci sono, e ci saranno sempre, anche innocenti”, ha detto lo scrittore di Villasor (Ca), “lo dimostrano le cronache dei giornali seri”.
I personaggi di Basile si muovono fra Cagliari e il Sulcis Iglesiente, sono persone semplici che per caso, ma anche per scelta, si trovano immischiati in vicende molto più grandi di loro. C’è lo studente che ha tutto per riuscire negli studi ma che ad un certo punto prende il bivio sbagliato, c’è il ladruncolo che si offende perché qualcuno ha invaso i suoi territori di caccia, c’è l’intelligente avvocata che dà una mano all’ispettore De Candia, altri personaggi minori che qualche volta riescono a sorridere e a far sorridere il lettore. Bello anche il personaggio del presunto assassino, che sin da subito diventa il punto di riferimento del lettore, anche perché lo costringe a ragionare: chi, dunque, può avere avuto il motivo di uccidere una vecchia signora, amata e rispettata da parenti e vicini di casa? E se è la vittima di una vendetta, che colpe potrebbe aver commesso in passato? Domande senza risposte.
Le soluzioni le deve dare in primis l’ispettore Santiago De Candia, che a tratti sembra un personaggio congegnato da Georges Simenon o da Andrea Camilleri o, ancora, da Rocambole o Agata Christie. Ha scritto Basile nella prefazione di Al di là delle evidenti apparenze: “Santiago è un poliziotto che ama indagare in quei territori dove crescono i fiori del dubbio. A lui la procura ricorre quando ha di fronte casi che hanno assunto le sembianze ingannevoli sia per superficialità di chi ha indagato prima sia per una serie di combinazioni equivoche che fanno apparire la realtà per quella che non è”. Così lo scrittore mischia le carte e come un buon prestigiatore le fa riapparire dove non te l’aspetti. Le logiche di un’indagine per omicidio spesso prendono pieghe incomprensibili, nello stesso modo in cui è impossibile – parafrasando lo scrittore norvegese Jostein Gaarder – capire come il prestigiatore possa estrarre un coniglio da un cappello a cilindro che un attimo prima era assolutamente vuoto. In buona sostanza, il lettore si accorgerà subito di essere di fronte ad una ineccepibile storia poliziesca che assomma in sé le migliori qualità di un romanzo: l’approfondita introspezione psicologica dei personaggi e il quadro d’ambiente che solo una città mediterranea e calda come Cagliari può dare.
Basile, madre di Guspini (Sardegna) e padre siciliano, ha nel cassetto altre sei gialli dedicati a Santiago De Candia. Li leggerò tutti.