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Grazia Di Michele, quando poesia e musica si abbracciano
di Paolo Salvatore Orrù
La cantautrice presto in Sardegna con la raffinata poesia di Federico Garcia Lorca, le armonie dialettali di Antioco Muntanaru e il mondo di Cicitu Masala, con Marisa Sannia nel cuore
Il pubblico sarà chiamato a partecipare a un mix inedito di sensibilità, a dipingere con gli artisti che saliranno sul palco una tela di suoni e di melodie che avrà per sfondo il rosso fuoco dei tramonti della Sardegna. E per temi la raffinata poesia dell’aedo iberico Federico Garcia Lorca, le armonie dialettali di Antioco Muntanaru, le idee politiche di Francesco Cicitu Masala, il tutto rielaborato in musica e parole dalla affascinante reinterpretazione della cantante romana di origine abruzzese Grazia Di Michele. Con una grandissima cantautrice sarda, Marisa Sannia, al centro di un cosmo lirico pressoché dimenticato.
“Nell’ultimo periodo della sua vita artistica, Marisa ha dedicato gran parte delle sue energie per musicare Rose del Papel, consacrandosi così alla poesia di Garcia Lorca. Il suo era stato un disco molto curato, sia negli arrangiamenti che nella produzione. Così, con un po’ di curiosità, ho voluto ascoltare anche altri due vecchi vinili, ed è allora che ho scoperto che la sarda oltre essere stata una grande interprete, è stata anche una rara autrice”, ha detto a City&City Grazia Di Michele, una delle più eleganti creature artistiche di Folkstudio – un locale nato nel 1960 nella cantina in via Garibaldi 58, nel rione romano di Trastevere – dove lei si esibì per la prima volta nel 1977.
In quel vecchio studio d’artista, appartenuto al pittore e musicista afroamericano Harold Bradley, fra quel grumo di pittori, musicisti, pittori in cerca di gloria (e di qualche quattrino per sbarcare il lunario), in un giorno qualunque del 1962 si esibì anche un giovane sconosciuto, Bob Dylan. A volte bastano poche notizie, pochi accenni, per far capire in quale humus, in quale ambiente fertile nasce un’artista come la Di Michele. E comprendere perché una musicista importante come lei si sia poi innamorata delle suggestioni della Sannia. La cantate sarda, nei primi anni del Duemila scriveva canzoni per sé stessa, mostrando di avere una poetica innata, frutto di un’intelligenza e di una dolcezza rara.
“Cantare poesia non è facile. Cantare Lorca, e i meno conosciuti, in Italia, Cicitu Masala e Muntanaru, è ancora più difficile”: per questo Grazia le dedicherà uno spettacolo e lo porterà nelle piazze della Sardegna, e non solo (le date –causa Covid – non sono ancora fissate). “Ho pensato che riportando in scena le sue canzoni la Gazzella di Cagliari sarebbe potuta tornare a correre e a slanciarsi verso il cielo come quando era un’ottima cestita e eccelleva come cantante a San Remo”. Per questa operazione di remake l’interprete abruzzese si è avvalsa dell’apporto dei musicisti e dell’arrangiatore di Marisa Sannia: “Di mio ho aggiunto il percussionista dei Bertas e un mio chitarrista, credo di aver creato un gruppo omogeneo, pronto a portare in scena nel modo migliore non solo i motivi elaborati dall’artista di isolana, ma anche il suo intenso vissuto”. Nel corso dello spettacolo, ci sarà, ed è giusto così, anche un omaggio a Sergio Endrigo, che per anni è stato il grande mentore della Sannia. “L’intento principale – però – è quello di far conoscere il suo talento o riproporre a chi già la ha amata, l’eleganza e la sapienza di Marisa”.
Strada facendo, la cantante di folli voli ha capito quali erano state le idee della ragazza di Cagliari, “Perché quando si approccia il pensiero di un’artista non solo attraverso la sua musica, ma anche con quanto ha proposto musicalmente, non è difficile farsi un’idea della sua sensibilità umana e sociale”. La Sannia anche da questo punto di vista è stata chiara: scegliendo un repertorio che include Casula Muntanaru e Cicitu Masala, ha disse al mondo da quale parte politica aveva deciso di stare. “Lo ha fatto parlando alla gente con sfumature sociali e umane distinguibili”, ha spiegato Grazia.
Non solo Sannia, anche il mondo dell’arte corre, perché la ricerca, anche quella musicale non si ferma, mai. Tutto… scorre. Anche i progetti musicali degli artisti. “Da circa due anni ho formato un trio con Rossana Casale e Mariella Nava: un trio d’eccezione (e d’eccellenza) per un progetto tutto al femminile nominato Cantautrici, dove abbiamo inglobato ventidue nuove leve di canzoni d’autrice”. Quindi, oltre ad aver registrato un disco con Maria Bersana e aver realizzato qualche concerto “e sperato di farne qualche altro ancora, stiamo cercando di promuovere queste talentuose ragazze”, ci ha raccontato Grazia. “Oltre a questo, speriamo di potare molto presto in Sardegna il mondo poetico di Marisa, finora – causa pandemia e serrate anti Covid-19 – ci sono stati impedimenti”.
Grazia Di Michele vola ogni anno verso la Sardegna. “Ho un rapporto d’amore e quando qualche volta penso di cambiare vita penso di tornare lì, perché è un luogo baciato dalla bellezza, dal sole, dalle stagioni e dal profumo della pioggia. Certo questa terra ha i suoi problemi, ma chi non li ha in questo mondo?”.
L’isola più remota e impervia, quelle delle tancas o degli ovili, l’ha conosciuta attraverso Pinuccio Sciola percorrendone le strade e vivendola nelle sue viscere avvicinandosi così ad una cultura millenaria, fatta di silenzi ma anche di ospitalità e lealtà.
“Sardegna è il luogo delle mie vacanze, vado dappertutto, non c’è una zona in cui non sono stata, mi mancano solo Palau e dintorni” ha chiarito. “Sono stata in anche nella costa sud occidentale dell’Isola, in particolare a Piscinas di Arbus, quando al mattino mi svegliavo dalla mia finestra potevo osservare la marcia timida e discreta dei cervi che si avvicinavano al mare per bere, mi sembrava di vivere un’altra realtà”.
“Madre terra piena di grazia
madre terra piena di luce
…
il respiro di ogni creatura nasce da te”.