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Gigi Riva, l’uomo dei Record
Quando Gigi Riva arriva a Cagliari, in quel lontano 1963, la città del Poetto e della Sella del Diavolo sta sperimentando la serie B del campionato di calcio italiano. Un ragazzone di 19 anni che proviene dalla provincia di Varese e che il vicepresidente del Cagliari, Andrea Arrica, vuole fortemente portare in Sardegna dal Legnano, che milita in serie C
L’impatto con la Sardegna non è subito positivo. Ci sono molti dubbi, paure. Grazie alle sue doti atletiche fatte di velocità, forza fisica esplosiva, doti acrobatiche nel gioco aereo e al suo carattere serio e professionale si guadagna l’affetto incondizionato di un’intera isola che lo vede come un beniamino, un portabandiera. Rispettato e temuto in campo.
Il giornalista sportivo Gianni Brera conia per lui il soprannome “Rombo di Tuono” per la straordinaria potenza del tiro mancino e questo epiteto diventa una seconda pelle, una maglia da indossare anche fuori dal campo. Proprio come i colori del Cagliari, quel rosso e quel blu che restano tatuati nella sua anima e nel suo cuore.
Sardo tra i Sardi inizia a collezionare prestazioni gloriose, gol, riconoscimenti, premi. Riporta il Cagliari in serie A, diventa capocannoniere nel campionato 1966-67 e, nel 1970, compie un miracolo calcistico affidato agli annali sportivi: lancia il Cagliari e tutta la Sardegna sulla vetta del calcio italiano conquistando il primo e unico scudetto della storia cagliaritana. La squadra e l’isola si identificano in Gigi Riva, lo avvolgono con l’entusiasmo e la consapevolezza di poter dimostrare un valore che si credeva nascosto.
“Rombo di Tuono” diventa un simbolo sportivo, sociale, mediatico e decide di non abbandonare la Sardegna nemmeno davanti alle proposte allettanti di Club prestigiosi. Fedele a quella terra che gli ha dato onore, fiducia, affetto.
Nel 1965, a 20 anni, riceve la prima convocazione in Nazionale. Non è ancora un giocatore maturo ma le sue doti sono chiare a tutti. Debutta a Budapest contro l’Ungheria. Il C.T. Edmondo Fabbri ne studia la tecnica e decide di inserirlo come “apprendista” nella squadra che sta preparando il campionato del mondo del 1966. Dopo vari infortuni, Riva inizia ad essere una risorsa fondamentale per gli Azzurri.
Gli anni 1967-70 saranno il suo periodo d’oro in Nazionale. Diventa Campione d’Europa nel 1968 e vice Campione del Mondo nel 1970. Viene considerato, dai maggiori esperti calcistici, il miglior marcatore nella storia degli Azzurri e uno degli attaccanti più prolifici della sua generazione. Ancora oggi detiene un record che va avanti da quasi cinquanta anni. Durante la sua permanenza in Nazionale (1965-74) porta a segno 35 gol in 42 gare. Nessuno riuscirà mai più ad eguagliarlo. Infatti, nel 1973 supera il record dei 33 gol di Giuseppe Meazza. Quel 35° gol sarà l’ultimo della sua carriera in Nazionale.
Riva chiude la sua avventura calcistica a 32 anni, il 1° febbraio 1976, mentre gioca contro il Milan. L’ennesimo infortunio. Archivia così le sue 156 reti in serie A. L’Uomo, il Calciatore, “Rombo di Tuono” è ormai una leggenda vivente. Quel bambino timido e solitario che ha attraversato i dolori di una vita, ha lasciato un segno, una strada anche per le future generazioni di talenti.
«Gigi era così, timido, schivo, rifiutava gli autografi e non lo faceva per cattiveria, ma per via di quel caratteraccio da orso buono. Ma con gli anni è diventato più malleabile», spiega l’ex portiere del Cagliari Ricky Albertosi, suo storico amico.
Fonte immagini: https://www.ansa.it/sito/notizie/sport/2021/01/04/emozioni-e-gol-la-maglia-azzurra-compie-110-anni_4e83ddc5-3fd4-4995-96b3-e7e946550ec1.html