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“Gastelsardo”, il souvenir sbagliato trovato a Tortolì
La calamita, con la scritta “rivisitata” e raffigurante il Castello dei Doria, venduta ai turisti con il simbolo dei quattro mori, è uno dei tanti esempi dell’aggressivo fenomeno del tarocco
Sarà un bel souvenir è il titolo di una famosa canzone de primi anni Novanta del cantautore Luciano Ligabue. Nel caso del magnete/souvenir dove si legge Gastelsardo anziché Castelsardo, indignando il popolo dei social network, non c’è però niente di bello. Si tratta del gadget scoperto e acquistato in un negozio di Tortolì – per una fortuita coincidenza – dall’ex sindaco del Borgo dei Doria, Franco Cuccureddu, ora assessore regionale al Turismo, che ha pubblicato la foto sui canali social, sottolineando con ironia l’accaduto: “Questo comune della Sardegna che inizia con la G non lo conoscevo”.
Non è la prima volta che il nome di questa località viene storpiato con scritte che vorrebbero ricordare il comune sardo dell’Anglona.
Questo caso però è differente in quanto la calamita, raffigurante il Castello dei Doria, rivisitato, e posta dentro una bustina con sopra il simbolo dei quattro mori, è stata distribuita a chissà quale numero di turisti, presenti in vacanza sull’isola nei mesi estivi.
È solo uno dei tanti esempi, questo, di quello che è il problematico e invasivo fenomeno del tarocco, di cui si parla da tempo e che investe l’intero comparto artigianale sardo e non solo.
Tappeti, ceramiche, gioielli in filigrana fino ad arrivare a tipicità gastronomiche, sono solo alcune delle vittime del “mercato” della contraffazione, sempre più aggressivo, dove le imitazioni vengono spacciate per prodotti originali e vendute a prezzi molto più bassi, abusando della buona fede dei tanti turisti e mettendo costantemente in pericolo, danneggiandolo, un patrimonio di bellezza autentica, che invece meriterebbe di essere protetto e valorizzato.
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