Sassari – ATP, il biglietto per viaggiare sui bus diventa elettronico
Fiore di Aprile
Il suggestivo concerto doppio di Fabio Concato alla Birdland
Una piacevole sorpresa rianima la vita culturale cittadina.
Il ritorno a Sassari di FABIO CONCATO – molti anni dopo un concerto indimenticabile al TEATRO VERDI – è davvero una data prestigiosa per i fortunati ospiti della BIRDLAND, che hanno acquistato un biglietto non economico per regalarsi un’esibizione di alta scuola.
L’evento double – le date sono quelle del 12 e 13 aprile – è stato reso possibile anche grazie al generoso intervento di tre importanti aziende del territorio, che con il loro mecenatismo hanno sussidiato il notevole sforzo organizzativo della scuola di musica.
L’artista non ha bisogno di tante parole di presentazione.
Fabio è un maestro raffinato ed ispirato della migliore canzone d’autore italiana, che unisce ad un’ispirazione creativa delle sue storie un solido spessore disegnato dall’ antico amore per il Jazz.
Il padre Gigi – il cognome di origine è Piccaluga- era un apprezzabile chitarrista ed autore; e sua madre era una giornalista e poetessa. I nonni erano due cantanti lirici. La sua storia è fatta di musica e parole nell’albero genealogico.
Fabio Concato è un eclettico. I suoi esordi sono nel cabaret, con i “Mormoranti” di Giorgio Porcaro, che vedono schiudersi le porte di un leggendario club milanese della risata: il Derby di Enzo Jannacci e Teo Teocoli, Massimo Boldi e Beppe Viola, Cochi e Renato.
Contestualmente il garbato umorista si dedica al suo amore per samba e swing, e partecipa alla stesura di musiche per i super-eroi giapponesi di una fortunata stagione televisiva delle giovani generazioni.
L’attenzione al mondo dell’infanzia si esprime anche attraverso un grande successo del 1989, che riconduce alla nobile missione del TELEFONO AZZURRO e delle violenze domestiche sui minori: il brano è “051/222525” e balza in testa alla classifica delle vendite.
Dagli Anni Novanta l’indole schiva di Fabio lentamente dirada le apparizioni, lievemente infastidito da certe dinamiche commerciali delle case discografiche e dalle nuove mode che uccidono il professionismo.
Tra una gioiosa partecipazione d’autore allo ZECCHINO D’ORO ed un tour con la grande ANNA OXA, nella quale gioiosamente si scambiano sul palco le rispettive hit, dall’incontro con PIERANGELO BERTOLI nasce la struggente “CHIAMA PIANO” sul tema della solitudine.
Le canzoni più celebri di ieri sono un cult imperdibile, che unisce trasversalmente generazioni di ascoltatori nell’amore per le sue incantevoli atmosfere: dalla soave “Fiore di Maggio” alla superba “Guido piano”, dalla deliziosa “Rosalina” alla memorabile “Domenica bestiale”, attraverso le bellissime “Mi innamoro davvero” e “Ti ricordo ancora”, perle di una carriera di prima grandezza.
Adesso Fabio Concato torna in pista con il suo ultimo ed attesissimo concept “Tutto Qua”, che si avvale della collaborazione di maestri del calibro di Stefano Bollani ed il trombettista Fabrizio Bosso. E’ un ritorno sorprendente e felice con un quartetto di egregi musicisti a scortarlo in ensemble, dopo un lungo silenzio ed un paziente lavoro di ricerca del suo scrivere calligrafico ed introspettivo. L’artista milanese si ripropone a tredici anni dall’omaggio a Chet Baker e le collaborazioni con alcuni Conservatori italiani in questa lunga parentesi di lontananza dalle scene, fatta salva una presenza al Festival di Sanremo del 2007, con una canzone delicata e molto decorosa – “Oltre il giardino” – purtroppo passata quasi inosservata. Il nuovo album riallinea un filo interrotto con lo stile del cantautore italiano, che è di originalità autentica e di rara cura negli arrangiamenti.
La libertà di proporsi solo nei modi e nei tempi dettati da una grande onestà con il suo pubblico certifica la grandezza di un maestro, che non rincorre il facile successo e le royalties delle etichette, le compiacenti passerelle televisive e l’intervista concordata con il giornale di gossip. La sua riservatezza è quasi spigolosa. La sua ironia gentile è una difesa ostinata contro la banalità quotidiana e la malinconia di questi tempi precari e disordinati, che non suggeriscono nuove idee alla sua parabola di narratore poetico e curioso della vita.
Il suo arrivo a Sassari è un avvenimento da incorniciare.
Anche se in un club di appassionati ed esperti ed in una platea di elite resta comunque significativa la sua presenza in un circuito, che la nuova gestione del Teatro Verdi dovrebbe restituire ai grandi nomi della canzone e del musical, del teatro e del cinema. C’è una sete infinita di serate come queste, che la Birdland ha saputo confezionare con lodevole tenacia ed abile tessitura.
Il Fiore di Aprile di Fabio Concato è la nuova primavera.
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