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Festival Liquida, Luigi Manconi presenta “La scomparsa dei colori”
L’autore porterà la sua testimonianza all’Ex-Ma.Ter di Sassari oggi, mercoledì 6 novembre, alle ore 18.30
L’ultimo incontro in appendice alla sesta edizione del festival Liquida, organizzato dal Comune di Codrongianos con Lìberos, avrà per protagonista Luigi Manconi, che nel libro “La scomparsa dei colori” (Garzanti) racconta la progressiva perdita della vista.
Luigi Manconi è passato dalla forte miopia alla cecità, perdendo così la capacità di godere con gli occhi della bellezza intorno a lui, delle fattezze delle persone, dei colori che impreziosiscono il mondo. Un’esperienza difficile, che gli ha imposto di affinare gli altri sensi e di trovare nuove vie per scoprire (o riscoprire) ciò che lo circonda. Della progressiva perdita della vista Manconi parla nel suo nuovo libro “La scomparsa dei colori”, edito da Garzanti: un percorso di conoscenza in cui l’esperienza della cecità si unisce alla potenza dei ricordi, cristallizzati nel tempo.
L’autore presenterà l’opera all’Ex-Ma.Ter di Sassari oggi, mercoledì 6 novembre, alle 18.30 in dialogo con Daniela Scano e Giuseppe Mascia, sindaco di Sassari. L’incontro si arricchirà delle letture curate da Caterina Corbi.
L’evento è organizzato con il patrocinio del Comune di Sassari e in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti Mario Sironi di Sassari e la libreria Koinè Ubik di Sassari.
Il libro
Diventare cieco è un’esperienza drammatica. Significa il consumarsi dei rapporti con il mondo, con le sue misure e i suoi colori, con le sue promesse e le sue sorprese. E significa l’affaticarsi delle relazioni con gli altri e con le cose: le carezze che non giungono a segno e i bicchieri che cadono, l’impossibilità di scrivere una dedica o quella di decifrare un volto. Nel corso di oltre quindici anni, Luigi Manconi – sociologo e militante politico – è passato da una forte miopia all’ipovisione, alla cecità parziale e infine a quella totale. La sua è dunque la storia di una perdita e di una lenta discesa in un buio che non è tuttavia «un calamaio di compatta cupezza», perché «la cecità non è nera. È lattiginosa, a tratti caliginosa. E, talvolta, rivela sprazzi perfino luminescenti». Questo libro è la testimonianza di un percorso di coscienza e conoscenza e il racconto di un mondo nuovo pieno di echi: i suoni di una partita di basket, le note di una canzone, la voce che detta un testo o che dà un comando a un’assistente vocale o quella dell’attore che legge un audiolibro. E le sensazioni tattili: il calore del sole sulla pelle, mani che sfiorano i muri per orientarsi, prese incerte sugli oggetti, tibie che urtano contro gli spigoli. E soprattutto i ricordi, perché alla perdita della vista si accompagnano le peripezie della memoria: le premonizioni dell’adolescenza e i volti che rimangono uguali a com’erano trent’anni fa. E ancora: cosa vede chi non vede? Nella narrazione di Manconi c’è sia la lusinga della disperazione («il problema di buttarmi o no dalla finestra») sia una costante vena di umorismo, ironia e autoironia. C’è l’accettazione dei limiti imposti dal destino e un elogio della lotta: l’antidoto alla cecità, «che è innanzitutto immobilità», è proprio la lotta, «il movimento che raccoglie e mobilita energie, che produce conoscenza, che persegue mete, che esercita intelligenza».
L’autore
Luigi Manconi, già docente di Sociologia dei fenomeni politici e presidente della Commissione per i diritti umani del Senato, è stato parlamentare per tre legislature e sottosegretario alla Giustizia. È stato il primo Garante dei diritti delle persone private della libertà per il Comune di Roma. Nel 2001 ha fondato A Buon Diritto onlus, che tuttora presiede. Tra i suoi libri: Poliziotto Sessantotto. Violenza e democrazia (con G. Lettieri), Il Saggiatore 2023; Il senso della vita. Conversazioni tra un religioso e un poco credente (con V. Paglia), Einaudi 2021; Per il tuo bene ti mozzerò la testa. Contro il giustizialismo morale (con F. Graziani), Einaudi 2020. È editorialista de «la Repubblica».
Il festival Liquida è realizzato dal Comune di Codrongianos e da Lìberos con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna – Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport e della Fondazione di Sardegna.
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