Tempio Pausania – Al Teatro del Carmine Jashgawronsky Brothers in ToyBoys
ELIO PULLI E LE STORIE SU TELA
di Emanuela Ravot
“Nel silenzio marino della sua casa, la solitudine del luogo è quasi metafora di un’orgogliosa rivendicazione di originalità”
Con queste poetiche parole Manlio Brigaglia descrive lo spazio di Tramariglio, nel quale Elio Pulli ha scelto di creare le sue opere.
Un laboratorio in prossimità di Alghero, che ha l’atmosfera calda nelle botteghe di un tempo. Spazi dove produrre ceramiche, e poi dipingerle.
Un forno e la forgia per il ferro. Una zona per intagliare e creare con il legno.
Ed infine un angolo per dipingere, con una vetrata che lascia passare una luce soffusa che illumina l’artista e la sua opera in fase di creazione.
Maestro, a Tramariglio ci sentiamo accolti: il fuoco è acceso, come se aspettasse sempre ospiti…
Io qui lavoro e vedo gente. Arriva mia nuora, e vengono a trovarmi gli amici. Ma giungono anche le persone, che vogliono conoscere l’artista. Chi è qui all’ora di pranzo, mangia con me!
Molta gente non viene perché soffre. Se uno vede il bello, dimentica tutto il resto. I talenti danno fastidio agli ignoranti. Ed il talento del singolo appartiene alla comunità, un valore da condividere.
“Maestro” è un titolo che le calza a pennello.
Insegnare mi piace. Però puoi insegnare solo la tecnica: il risultato è frutto dell’interpretazione personale. Mio padre era un capo-officina. Mia madre era la nipote del padrone ed una decoratrice. In una ditta di operai con velleità artistiche, se non trasmetti quello che sai non agevoli la produzione. Adesso io continuo a fare corsi. Di recente ho lavorato con i ragazzi dell’Istituto Gesù Nazareno, realizzando una mostra finale.
Una famiglia di artisti, arrivata a Sassari intorno al 1930…
Sì, è vero. Mio padre era insieme artista ed artigiano. Era stato inviato a Sassari per lavoro. Si innamora della città ed apre la sua bottega. L’intera famiglia con moglie e due figli si trasferisce. Altri quattro figli nasceranno a Sassari. Ed io tra questi, nel 1934.
Mio nonno era un maestro di scuola, ed aveva creato una sua scuola dentro una masseria nella campagna leccese. Ai Saponari, aveva una casa padronale con mulino per farina e frantoio. Nel cortile c’era – e tuttora esiste – un albero d’ulivo cavo di circa tremila anni. Nel suo interno è stata fotografata l’intera famiglia Pulli!
Avevo dieci anni, quando a Sassari andavo a prendere l’argilla dagli strati grigi e rossi del terreno sventrato per costruire case in Piazza Colonna Mariana. Mentre mio padre faceva teste di Madonne, io costruivo palline per giocare. Poi a diciotto anni ho fatto la mia prima mostra alla Frumentaria.
Le sue esperienze artistiche hanno favorito gli incontri con alcuni personaggi di indiscusso livello culturale…
Negli Anni Cinquanta ho conosciuto Guttuso, Fausto Pirandello – il fratello del grande commediografo Luigi – Mario Sironi, De Chirico. Non immaginavo ancora la loro statura artistica, ma l’aria si respirava già. Avevano circa quarant’anni, ed io ero giovanissimo. Giorgio De Chirico era intorno ai cinquanta. Tutti hanno visto in me qualcosa di artisticamente importante. Il contatto nacque attraverso il loro gallerista, che lesse la critica del giornalista Sciortino. Questi aveva recensito una mostra ad Alghero, e scrisse: “in mezzo a tanti pittori sardi emerge Elio Pulli”. Non sapeva che avessi solo diciassette anni.
Le donne nelle sue opere pittoriche e nella vita.
Io ho una memoria fotografica: ricordo e memorizzo le persone, uomini e donne. Riesco poi ad ricavare un’immagine mentale del passato e del futuro. I nudi di donna sono le immagini di una specie di pellicola, che mi passa in testa. Basta conoscere l’anatomia umana, e le differenze sostanziali tra corpo femminile e maschile. Per riprodurre il bello servono le misure esatte. Ad esempio: l’ombelico cade sempre alla quarta testa. Ma se non ami i fiori, e se non ami il bello, come puoi ricrearlo? Non è la forma, che devi rappresentare : ma la sua essenza. Un fiore è anche il suo.profumo, Di una bella donna ti incanta l’insieme, e non un particolare. Ero un giovanotto in gamba, ed avevo una bella cerchia di ammiratrici. Ma quando torni alla tua terra, dimentichi tutto! L’amore vero è quello che rimane sempre in testa. Con mia moglie siamo sposati da quasi sessant’anni: gelosi l’uno dell’altra ed ancora innamorati.
Ci racconti questa grande storia d’amore…
Lei aveva nove anni: andava ancora alle elementari. Ed io la osservavo senza malizia. A quattordici anni ho pensato: “adesso me la rubano!”. Ci siamo conosciuti durante una mostra. Si presentò con le sue amiche. Ci siamo sposati, che io avevo ventitré anni. Lei era la figlia di un Maresciallo: non è stato mica facile! Oggi mia moglie mi ispira ogni cosa, e genera la mia lserenità. Quando rientro a casa verso le sei, la cena è pronta. Mi cambio, ed apparecchio la tavola. Controlliamo un “gratta e vinci”, e poi mi sdraio a letto per guardarmi il TG 4. Insieme guardiamo Tempesta d’amore fino alle otto e mezzo. Attendiamo Striscia la notizia, e ceniamo. Corriamo a letto, ed io assumo le mie solite pastiglie. Decidiamo insieme il film da vedere, e di solito vince lei! Io devo stare sveglio a guardarlo, dal momento che lei mi aspetta tutto il giorno a casa!
Restauri d’ogni genere ed opere nuove: come progetta i suoi interventi?
Nella maggior parte dei casi, io lavoro d’immaginazione. Quando vado a realizzare le cose, le ho pensate tanto. Mi resta solo la prova del nove. Inoltre devo avere campo aperto, quando modello. Se ho uno scheletro o una struttura di base, questa mi condiziona. Preferisco creare: devo costruirla da solo, e poterla sfasciare. Io sfascio tutto, questo è un concetto moderno.
Le sue opere raggiungono anche dimensioni monumentali ed arricchiscono Sassari.
Ho realizzato un monumento all’interno della Fontana del Parco di Via Montello, dedicato ai Caduti di tutte le guerre. E’ mio anche il Monumento ai Caduti della Polizia, eretto all’interno della nuova Questura di Sassari. Quest’ultima opera l’ho creata e montata qui a Tramariglio. Nel Parco del Monte Rosello abbiamo invece applicato le sculture sulla pietra.
Quali sono i progetti del prossimo futuro?
Ad Ottobre è prevista una mostra al Vittoriano di Roma, inserita nel circuito delle grandi mostre. È dietro l’angolo: e ci lavoro di continuo, perché dovrò esporre circa cento opere pittoriche.
Dopo una lunga vita, che cosa La stupisce ? E quali sono i timori?
Mi si illuminano gli occhi per ogni cosa che inizio. E quando guardo la luce del mattino, sono davvero stupito! La morte mi spaventa, certo. Ma per sette volte ho rischiato di concludere la mia vita prima del tempo, e me la sono sempre cavata. Ho avuto la malaria, ed una volta sono caduto da un’impalcatura del Duomo. Anche al mio matrimonio sono sopravvissuto! In fondo il matrimonio è una cosa bella.E’ un vero peccato, che ormai non si sposi più il concetto d’Amore.
LA SCHEDA
Elio Pulli nasce a Sassari nel 1934.
Il giovane artista respira l’arte nella bottega del padre .
Ed ancora diciottenne espone in una collettiva a Sassari.
Viene invitato alle rassegne nazionali più importanti: “Maggio di Bari”, “Marzotto”, “Rassegna Internazionale” di Cinisello Balsamo.
Dagli albori degli Anni Cinquanta, Pulli è un nome in continua ascesa.
Sono numerose le personali e le collettivein in Sardegna, nella penisola ed all’estero.
Pittore eccezionale, Elio Pulli non ha minore fama come ceramista, decoratore e restauratore. Esegue lavori, ristrutturazioni ed opere d’arte anche per luoghi sacri.
Lavora con maestria anche il legno e ferro.