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Chi siamo, da dove veniamo? Ecco cosa ci racconta il nuraghe di Iloi di Sedilo
Attorno alle sue mura si possono osservare numerose strutture circolari, sono i resti delle capanne di un villaggio nuragico, che in origine si estendeva per quasi due ettari. City@city ha anche visitato per voi le tombe dei giganti e le necropoli di Ispiluncas
Anche se oggi la Sardegna è attraversata da ferrovie e aerei ed è raggiungibile con navi ultramoderne e i sardi vestono con abiti occidentali, non dobbiamo dimenticare chi siamo, né da dove veniamo. Perché questa memoria venga conservata e tramandata è necessario conoscere. Per questo vale la pena di fare un salto a Sedilo, dove il nuraghe Iloi posto a 270 metri d’altezza sembra voler controllare tutto il territorio che lo circonda. Il sito si trova sulle sponde del lago Omodeo ed è composto da un nuraghe (una reggia di tipo trilobato risalente al bronzo medio), un villaggio e due tombe dei giganti. Non lontano, si può visitare anche la necropoli di Ispiluncas costituita da una trentina di domus de janas che hanno restituito numeroso materiale prenuragico.
Noi di City@City ci siamo stati e abbiamo scoperto, fra le altre cose, che oltre a essere una meravigliosa area archeologica il sito è anche un bellissimo altopiano dove la natura e le opere dell’uomo si incrociano e si integrano senza brutture. Questa la poesia, e dal punto di vista archeologico? Attorno al nuraghe si possono osservare numerose strutture circolari, sono i resti delle capanne di un villaggio nuragico, che in origine si estendeva per quasi due ettari. Alcune di esse avevano funzioni cultuali, altre sono disposte attorno a uno spazio aperto comune. Il luogo regala un grande impatto emotivo. La cura e l’attenzione archeologica con cui vengono ricostruiti gli ambienti e l’atmosfera del luogo, nel quale le tradizioni antiche (si pensi all’Ardia) sopravvivono al furore della modernità ad ogni costo, aiutano il visitatore a immergersi in una cultura ben lontana da quella di oggi, fatta di senso dell’onore, antiche credenze e coraggio.
I grandi di Iloi erano stati seppelliti in due tombe di Giganti, di una si distingue il profilo del corridoio; la seconda è ben conservata e mostra il classico schema planimetrico: corpo centrale absidato, corridoio funerario coperto e prospetto a esedra, nella quale si può osservare un bancone-sedile interrotto da una piattaforma circolare vicino all’ingresso. Il pavimento del corridoio è rivestito con lastroni. Tutte queste cose sono state scoperte da scavi portati avanti con un progetto interdisciplinare delle Università di Sassari e Cagliari, coordinato, in campagne di scavo realizzate tra il 2000 e il 2004, dall’archeologa Giuseppa Tanda. All’esterno della muraglia che circonda parte del villaggio, sono stati raccolti interessanti dati architettonici. “Riguardo alla tessitura muraria – si legge su lapars.it – è stato identificato il ruolo di piccoli conci, parallelepipedi, piramidali e troncopiramidali, che spesso si trovano in posizione secondaria, grazie al loro ritrovamento in situ nella tessitura muraria, con la funzione di colmare le lacune tra i blocchi. La presenza di un crollo, ben conservato, di lastre di varia forma ha fornito indicazioni sul sistema di copertura delle capanne nuragiche, a corbellatura parziale o totale. La frequentazione delle strutture indagate, come per la restante parte del villaggio, si colloca tra il Bronzo recente e l’età del Ferro”.
Gli archeologi hanno detto anche altro, fra le altre cose hanno raccontato che cosa hanno scoperto o osservato nella necropoli di Ispiluncas (Domus de Janas), una delle più grandi necropoli ipogeiche della Sardegna, situata a circa tre chilometri di distanza dal comune di Sedilo, non lontano dal complesso archeologico di Iloi. Noi di City@City ci siamo andati affrontando un’antica carrareccia e attraversando un fitto bosco immerso nella vegetazione. Lì abbiamo potuto ammirare qualcuna delle 33 tombe scavate nel tufo distinte in due gruppi distanti tra loro circa 200 metri (se ne possono visitare circa una decina poiché molte sono interrate o comunque in pessimo stato di conservazione). Un viaggio nel tempo, diecimila passi spesi bene. Si legge nel sito del comune di Sedilo, “il parco di Iloi è la massima espressione archeologica del territorio di Sedilo, che è ricchissimo anche di spunti di interesse naturalistici: i dintorni dell’Omodeo sono ideali per escursioni di trekking, le sue acque perfette per la canoa. Parte del materiale archeologico rinvenuto nelle varie campagne di scavo, condotte dall’Università di Sassari, è esposto presso il museo del territorio di Sedilo.
Altra grande attrazione, poco fuori dal centro abitato, è il santuario di San Costantino, teatro a inizio luglio della sfrenata giostra equestre dell’Ardia, attorniato dalle cumbessias, gli alloggi destinati all’accoglienza dei pellegrini. Come arrivare? Dalla SS 131, si imbocca la strada che conduce a Sedilo, in corrispondenza dell’incrocio che permette l’accesso al paese, occorre prendere la seconda strada sulla sinistra. Seguendo questa strada di penetrazione agraria sino al suo termine, si giungerà ad un piccolo spiazzo, a destra del quale vi è un breve sentiero che conduce dinanzi al nuraghe.