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Capire l’eutanasia nel libro “Voler morire” di Antonio Perri
A ridosso del quesito referendario sull’eutanasia Graphofeel edizioni pubblica un saggio per capire meglio il concetto e guidare il lettore ad una scelta consapevole
Il 30 settembre 2021 esce per la collana Formniveau della casa editrice Graphofeel di Roma un saggio dedicato allo scottante tema del fine vita da titolo “Voler morire: capire l’eutanasia”. Il testo è curato da Antonio Perri, professore di Linguistica generale con una formazione da antropologo culturale. Il pamphlet offre vasti spunti di riflessione sull’ambiguità della terminologia che viene utilizzata nella discussione, a tratti violenta, sulla eutanasia, tra sostenitori e detrattori della necessità di una legge che regoli il fine vita.
“L’eutanasia a ben vedere – osserva Perri – è uno dei modi in cui può dirsi il rifiuto della cura. Ma il confine che fissa quanto la cura sia oggettivamente proporzionata rispetto alla condizione esistenziale del malato è aperto, fuzzy, sfumato appunto. Ci si muove entro i principi incerti (anche per la più salda dottrina religiosa, si badi!) della morte quale condizione umana e dell’opportunità di prestare cure senza accanimento. La desistenza dalle cure va senza dubbio interpretata e capita da medico e familiari del pazienze ma questo, a volte, può non bastare: se il messaggio volutamente semplificato in forma di slogan è Accogliere la morte, non provocarla, sarà difficile inserirlo come tale in una legge, a meno di discutere sino in fondo il senso di quel provocarla”.
Perri conduce il lettore in un percorso che chiarisce molti concetti in gioco con grande efficacia emotiva, senza perdere mai di vista la storia del pensiero (un capitolo è dedicato alla libertà del volere come questione filosofica o etica) e il panorama giuridico, dalle norme della Costituzione italiana alla legge del 22 dicembre 2017 sul testamento biologico; illustra quindi esempi concreti come quello recentissimo della Spagna e quello, più noto, della Svizzera in cui i legislatori sono stati in grado di dare forma concreta alla possibilità di coniugare rigore e rispetto per la dignità del malato. In fondo, sostiene Perri, non si tratta di un messaggio difficile da capire.