Serie C – Va bene così, Torres! Fermata l’Entella a Chiavari 1-1

Busachi è un borgo di origine medievale incastonato lungo un pendio fra le dolci alture dell’oristanese, a pochi chilometri dal fiume Tirso. In passato, è stato il ricco capoluogo del Barigadu, lo storico distretto del Giudicato di Arborea che si protende verso le sponde del lago Omodeo
Oggi, invece, Busachi è apprezzata per il suo particolare centro storico: le case e i palazzi del paese sono costruite con l’inconfondibile trachite rosa che, a seconda della luce con cui il paese viene baciato dal sole nelle diverse ore del giorno, assume sfumature che virano al viola. Con i suoi 1140 abitanti circa, l’Amministrazione Comunale di Busachi ha intrapreso un percorso per la valorizzazione del proprio patrimonio territoriale, archeologico, gastronomico e folkloristico.
L’intero territorio presenta testimonianze storico-archeologiche che racchiudono tutto il periodo preistorico della Sardegna. Infatti, anche all’interno del centro abitato, si possono vedere le domus de janas: le meravigliose necropoli preistoriche a struttura complessa scavate nella roccia dipinte con ocra rossa e decorate con bassorilievi e incisioni (necropoli di Campu Maiore, Maniele, Grugos e Su Cantaru).
Ma si trovano anche siti dell’età del Bronzo come nuraghi (nuraghe Tadone, su Liggiu, Pranu Nurache), tombe dei giganti e il tempio a pozzo sa Murassa. Testimonianze romane si apprezzano grazie al ponte sommerso (Pont’ecchiu) e alle diverse iscrizioni, cippi funerari e tratti stradali rinvenuti nel paese.
La passione per la tradizione si legge nelle azioni dei più anziani ma anche dei più giovani che ogni anno abbracciano con vigore la storia del proprio paese. Una delle tante peculiarità etnografiche che si possono riscontrare a Busachi è che ogni giorno si vedono alcune donne che usano l’abito tradizionale per vestirsi quotidianamente.
Un’usanza questa caduta in disuso con la modernizzazione delle città soprattutto a seguito del grande boom economico del dopoguerra, ma che a Busachi continua a persistere e resistere.
“Ci sono circa 45 donne che vestono quotidianamente l’abito tradizionale busachese. – prosegue Angela Saba, assessora alla Cultura del Comune di Busachi – e questo è un fatto che ci riempie di orgoglio”
Busachi è anche nota per essere soprannominata “il paese del lino” per via della maestria (eccellenza artigianale) nella lavorazione e nel ricamo del lino, tessuto con cui si realizza la famosa camisa dell’abito tradizionale di Busachi. L’abito femminile è probabilmente uno degli elementi più caratteristici di questo luogo, ricco ed elegante, basti pensare che nell’Ottocento le pailletes in metallo colorato che adornavano gli orli delle gonne e i dettagli del gippone, venivano direttamente dalla Francia. Quello busachese, è un abito tradizionale molto conosciuto grazie ad artisti e fotografi che nella prima metà del Novecento hanno l’immortalato in foto e quadri. Come Filippo Figari, le cui opere caratterizzano la sala dei matrimoni del Palazzo Civico di Cagliari e delle maggiori Pinacoteche e musei dell’isola. In particolare, il pittore rappresentò gli abitanti nelle grandi occasioni, come il matrimonio busachese. Da questo, Busachi prese anche il nome di “Paese dell’Amore”.
Busachi si distingue anche per la sua gastronomia: il piatto tipico è su succu. Si tratta di un tipo di pasta sottile di semola fatta a mano alla chitarra e lasciata asciugare sopra le cannette, e cotta tradizionalmente in sa padedda ‘e su succu (un apposito tegame in terracotta) nel brodo di pecora a cui viene aggiunto lo zafferano sardo e pecorino acidulo fresco e formaggio stagionato grattugiato.
Originariamente, su Succu era la pietanza delle feste per via del costo elevato degli ingredienti. La sagra de su succu si svolge ad agosto ed è un evento che coinvolge tutta la comunità busachese, i comuni vicini e attira moltissimi turisti. Su presente, letteralmente Il Dono/Il Presente in sardo, è probabilmente la parte più evocativa della sagra. Un corteo di sole donne in abito tradizionale sfila per le vie del paese portando sul capo un cesto carico di prelibatezze tipiche, quali pasta su succu, pane e dolci, rispettando l’antico cerimoniale del celebre matrimonio busachese dove le donne si recavano alla nuova dimora dei novelli sposi con tutto il necessario per il banchetto nuziale.
La chiesa campestre di Santa Susanna si erge sulle fondamenta si un tempio pagano datato 1349. Attorno alla chiesa si sviluppa un complesso di cumbessias, piccole dimore in pietra destinate ai pellegrini.
Durante l’anno, l’area del santuario appare come un suggestivo villaggio disabitato per poi popolarsi di fedeli e prendere vita in occasione delle novene di aprile e in agosto con la processione e i festeggiamenti in onore della Santa.
“Da soli non si va da nessuna parte, è indispensabile fare rete con gli altri comuni – afferma Lino Cordella, vicesindaco di Busachi – per valorizzare tutto il nostro patrimonio e far vivere il territorio nella sua pienezza, con tutto quello che ha da offrire”.
Leggi le altre notizie su www.cityandcity.it