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BREVE RITRATTO DI UNA DONNA SARDA
Scorci di vita antica: la donna sarda degli anni ’50
Nella patria delle Janas, la donna era simbolo di capacità, conoscenza e antiche regole morali, sulla conduzione della casa, famiglia e tutte le realtà derivanti. Le arti in Sardegna erano infatti gestite per la maggior parte dalle donne, descrivendo la donna come figura polivalente all’interno della collettività.
Il matriarcato sardo però non è paragonabile al patriarcato, come generalmente si pensa. La donna non domina sull’uomo, ma è la società a metterla al centro di una “organizzazione familiare” che si basa su valori principalmente materni, indirizzati ai bisogni dei figli e del marito. L’assenza del marito nella casa, per lavoro o per abitudini preconcette, ha “costretto” la donna ad assumersi tutte le responsabilità che una famiglia richiede, come la crescita dei figli, la loro educazione sia morale che scolastica, la cura della casa e la gestione del patrimonio.
Donne dallo sguardo costretto, che come descriveva Grazia Deledda, avvolgevano i loro volti in fazzoletti, abbellendo così la loro già nota femminilità.