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Attenzione alle truffe Olearie: la verità sull’olio d’oliva
Un’inchiesta svolta attraverso analisi di laboratorio dalla rivista Il Salvagente ha rivelato che Sette su quindici tra i marchi di olio extravergine maggiormente diffusi in Italia imbrogliano e sono composti da semplice olio d’oliva. Un fatto che non rappresenta alcun pericolo per la salute, ma costituisce una frode alimentare e un danno al portafogli dei consumatori, visto che l’extravergine costa almeno il 30% in più del semplice olio d’oliva
La Sardegna, con i suoi paesaggi mozzafiato e le tradizioni millenarie, è un vero e proprio scrigno di cultura, e tra i suoi tesori più preziosi c’è l’olio d’oliva. Questa prelibatezza, parte integrante della dieta mediterranea, non solo arricchisce i piatti con il suo sapore unico, ma offre anche numerosi benefici per la salute, grazie alle sue proprietà antiossidanti e anti-infiammatorie. Tuttavia, in un mercato sempre più affollato e complesso, è fondamentale che i consumatori sappiano riconoscere un olio d’oliva extravergine autentico da uno che potrebbe essere fasullo. Leggere attentamente l’etichetta è un passo cruciale in questo processo. In questo articolo, esploreremo non solo l’importanza dell’olio nella tradizione sarda e nei regimi alimentari salutari, ma anche come orientarsi tra le informazioni sull’etichetta per garantire un acquisto consapevole e di qualità, premesso che Negli ultimi anni, il settore dell’olio d’oliva ha vissuto una crescente attenzione da parte dei consumatori, spinti dalla ricerca di prodotti di qualità e dai noti benefici per la salute associati all’olio extravergine d’oliva. Tuttavia, in questo contesto di crescente domanda, è emerso un fenomeno preoccupante: le truffe olearie, che mettono a rischio non solo la salute dei consumatori, ma anche l’integrità del mercato.
Recenti indagini hanno rivelato una pratica ingannevole che coinvolge l’uso di olio di semi, trasformato artificialmente per sembrare olio d’oliva. I truffatori, per mascherare la qualità scadente del prodotto, ricorrono a due elementi chimici particolarmente interessanti: la clorofilla e il beta-carotene. La clorofilla viene utilizzata per alterare il colore dell’olio di semi, trasformandolo da giallo a verde, mentre il beta-carotene è impiegato per conferire un sapore simile a quello dell’olio d’oliva. Questo processo di adulterazione non solo inganna il consumatore, ma priva il prodotto delle proprietà benefiche tipiche dell’olio extravergine d’oliva, come gli antiossidanti e gli antinfiammatori.
Una volta completato il travestimento chimico, il prodotto viene poi travasato in bottiglie scure, un ulteriore stratagemma per nascondere la vera natura dell’olio. Le etichette, spesso ingannevoli, indicano che si tratta di olio extravergine d’oliva, quando in realtà il contenuto è ben lontano dalla qualità promessa.
Secondo la Coldiretti, il mercato dell’olio contraffatto in Italia rappresenta un business da ben 60 miliardi di euro all’anno, rendendolo il prodotto alimentare più contraffatto nel paese. Questa situazione ha spinto l’OLAF, l’Ufficio europeo per la lotta antifrode, a costituire un nucleo speciale dedicato alla lotta contro l’olio contraffatto. L’obiettivo è quello di proteggere i consumatori e garantire la trasparenza nel mercato, ma è fondamentale che anche i cittadini facciano la loro parte d’altra parte come dice il vecchio proverbio della nonna : “Olio e sale di qualità rendono buono anche uno stivale”
Per difendersi da queste frodi, è importante prestare attenzione a diverse indicazioni quando si acquista olio d’oliva. Innanzitutto, è consigliabile controllare l’etichetta poiché la leggibilità delle informazioni deve essere accessibile in modo chiaro e leggibile in carattere pari o superiore a 1,2 mm nelle confezioni grandi, mentre nelle confezioni piccole deve essere pari o superiore a 0,9 mm a i sensi dell’art. 40 del reg. delegato n. 2019/33). e assicurarsi che il prodotto sia certificato. Assicurarsi del rispetto delle norme che regolano l’etichettatura dei prodotti in questo caso si fa riferimento al Regolamento EU 1169/2011, inoltre bisogna verificare La presenza di sigilli di qualità, come il marchio DOP o IGP, può essere un buon indicatore della genuinità del prodotto. Inoltre, il prezzo può fungere da campanello d’allarme: un olio extravergine d’oliva di alta qualità ha costi di produzione significativamente più elevati rispetto all’olio di semi.
Infine, è utile informarsi sulle aziende produttrici e sulla loro reputazione, privilegiando i produttori locali e quelli che offrono tracciabilità sul processo di produzione. La trasparenza e la qualità devono essere al centro delle scelte alimentari dei consumatori.
In conclusione, la lotta contro le truffe olearie è una battaglia che richiede la collaborazione di tutti. Solo attraverso una maggiore consapevolezza e attenzione possiamo difendere la qualità dei nostri alimenti e tutelare la salute dei consumatori. Ricordiamo che il vero olio extravergine d’oliva è un prodotto prezioso e irrinunciabile, ma deve essere acquistato con cautela e discernimento.