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Ándalas de cultura, i nuovi sentieri digitali di Sardara
L’amministrazione comunale: “Vogliamo migliorare l’accesso alle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione dei beni culturali per facilitare la conoscenza e la promozione del nostro importante patrimonio culturale e identitario”
Di Paolo Salvatore Orrù
Sardara è dei comuni beneficiari delle risorse messe a disposizione dal progetto regionale Andalas de Cultura, un progetto rivolto alla promozione della conoscenza del patrimonio culturale e identitario come strumento di crescita socio-culturale delle nostre comunità. L’obiettivo che la Regione vuole ottenere con questo progetto merita attenzione, intende infatti creare un punto unico di accesso alle risorse culturali attraverso la realizzazione di un motore di ricerca capace di interagire via web con archivi, biblioteche e musei che trattano della Sardegna (storia, letteratura, geografia e folclore). “Uno di questi portali sarà a breve installato nel Museo Villa Abbas, l’altro nella biblioteca comunale. Insomma, Sardara, che com’è noto è un paese ricco di risorse naturali e culturali, sta lavorando per rafforzare la sua identità culturale“, ha detto a City&City l’assessore al turismo di Sardara Antonio Mameli.
“Il programma – ha spiegato ancora Mameli – fa parte degli interventi a sostegno alla domanda generale di servizi digitali in campo culturale previsti dall’Agenda digitale della Sardegna, finanziati attraverso il POR, ed ha già previsto la definizione di un accordo con il Ministero della Cultura per attività di condivisione dei dati relativi al patrimonio culturale esistenti a livello nazionale”. Sardara, insomma, va avanti. E non solo dal punto di vista tecnico, di recente ha infatti ospitato anche la rassegna di Monumenti Aperti. Ed è stata l’occasione giusta per visitare, solo per fare qualche esempio, la chiesa Sant’Antonio da Padova, sede dell’omonima parrocchia (XVII secolo), con all’interno un bellissimo altare ligneo policromo settecentesco con tre nicchie, dove troneggiano le statue di san Francesco, di sant’Antonio e della Madonna della difesa; la Chiesa Sant’Anastasia, un’area sacra e archeologica già nota dal 1913, grazie agli scavi condotti da Antonio Taramelli, l’archeologo che ripotò alla luce un tempio nuragico a pozzo (Sa funtana de is dolus); la parrocchia della Beata Vergine Assunta, la chiesa ospita un’importante collezione di statue tra cui spicca quella di San Bartolomeo (XVII secolo).
E, infine, la Chiesa di San Gregorio Magno un esempio di amalgama tra il romanico ed il gotico in Sardegna; da visitare anche il museo Villa Abbas, con un percorso che parte dall’epoca nuragica (con oggetti risalenti all’età del bronzo), testimonianze delle civiltà punica e romana, fino al medioevo con i reperti del Castello di Monreale. Ovviamente, non vanno dimenticate le Terme romane e la chiesa Santa Maria Acquas edificata tra l’undicesimo e il dodicesimo secolo su modello gotico.
Foto tratte dal sito borghiautenticiditalia.it