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Addio a George Foreman, leggenda della boxe e simbolo di resilienza

Fu sconfitto da Muhammad Ali nel leggendario ‘Rumble in the Jungle’ del 1974, l’unica volta che finì KO
George Foreman, leggenda della boxe, è morto il 21 marzo 2025 all’età di 76 anni. Nato a Marshall, Texas, ha avuto una carriera straordinaria, diventando campione olimpico nel 1968 e campione del mondo dei pesi massimi nel 1973, sconfiggendo Joe Frazier. Leggendario il suo incontro “Rumble in the Jungle” contro Muhammad Ali nel 1974, dove subì una sconfitta memorabile (l’unica per KO della sua carriera) rimasta nella memoria collettiva non solo degli sportivi ma di una intera generazione. Per questo il suo nome rimarrà scolpito nella storia della boxe mondiale; non è stato solo un pugile straordinario, ma anche un imprenditore di successo e una fonte di ispirazione per milioni di persone. Nato a Marshall, Texas, il 10 gennaio 1949, Big George ha cambiato la sua vita, passando da un’infanzia difficile a una carriera straordinaria sul ring e dopo il ring.
L’ascesa al trono della boxe
Foreman si è fatto conoscere al mondo intero vincendo la medaglia d’oro olimpica nei pesi massimi ai Giochi di Città del Messico del 1968. Questo trionfo ha segnato l’inizio di una carriera da professionista che lo avrebbe portato a dominare il panorama pugilistico degli anni ’70 vincendo tutti i 40 incontri disputati. Nel 1973, ha conquistato il titolo mondiale dei pesi massimi, sconfiggendo il temibile Joe Frazier in uno storico incontro finito in un KO tecnico. Tuttavia, la sua carriera è arrivata a una svolta drammatica nel 1974, durante il celebre “Rumble in the Jungle” contro Muhammad Ali intenzionato a riprendersi il titolo ‘perso’ nel 1970 per il suo rifiuto di prestare servizio militare durante la guerra in Vietnam, un episodio cruciale dove gli fu revocata anche la licenza sportiva per la pratica del pugilato professionistico, venendo quindi privato degli ultimi titoli mondiali di cui risultava ancora detentore. Di fatto, però, egli continuò ad essere considerato l’indiscusso campione del mondo ecco perché l’incontro definito “La rissa nella giungla” assunse connotati che andarono al di là di un semplice incontro valido per il titolo. Nonostante una prestazione straordinaria, Foreman è stato sconfitto in uno degli incontri più iconici della storia dello sport.
Il ritiro e il ritorno al ring
Dopo essersi ritirato nel 1977 e aver dedicato tempo alla sua spiritualità e alla comunità come pastore, Foreman ha sorpreso il mondo tornando sul ring dieci anni dopo, nel 1987. Contro ogni aspettativa, ha dimostrato di avere ancora forza e determinazione. Nel 1994, a 45 anni, ha conquistato il titolo mondiale dei pesi massimi per la seconda volta, sconfiggendo Michael Moorer. Questo lo ha reso il campione dei pesi massimi più anziano della storia, un record che sottolinea la sua straordinaria forza di volontà. Nel 1991 arrivò fino in fondo, al limite delle 12 riprese, contro Evander Holyfield detentore delle corone WBA, WBC, IBF, e Lineare dei pesi massimi. Si ritirò definitivamente nel 1997 a 48 anni, con un score di 76 incontri vinti su 81 disputati.
Oltre il ring: Imprenditore e icona culturale
Al di là della boxe, Foreman è diventato un imprenditore di grande successo. La sua “George Foreman Grill”, un elettrodomestico per cucinare in modo salutare, ha venduto oltre 100 milioni di unità in tutto il mondo, consolidando la sua reputazione di abile uomo d’affari. Ma Foreman è stato anche un esempio di rinascita e cambiamento. Il suo messaggio di fede, perseveranza e umiltà ha ispirato persone di tutte le età e in tutto il mondo, dimostrando che è possibile reinventarsi in ogni fase della vita.
Un’eredità immortale
George Foreman non è stato solo un pugile, ma un simbolo di resilienza e determinazione. La sua vita ha attraversato momenti di gloria, sconfitte e straordinari ritorni, rendendolo una leggenda non solo del ring, ma anche della vita. La sua eredità continuerà a vivere nelle storie di chi lo ha ammirato e negli esempi di chi, come lui, non si è mai arreso.