La Buona Novella di Faber secondo Neri Marcorè

Al Teatro Comunale di Sassari la prima regionale del progetto teatrale diretto da Giorgio Gallione.
Con Ambra Angiolini, in scena la scorsa settimana, a Sassari e Cagliari, nei panni di Oliva Denaro, il drammaturgo genovese Giorgio Gallione, già direttore artistico del Teatro dell’Archivolto di Genova, ha offerto nell’isola due fra le ultime splendide produzioni della stagione di prosa invernale regionale allestite da Cedac.
Nella serata dell’undici marzo va in scena al Teatro Comunale di Sassari, in prima regionale,
“La Buona Novella”, uno spettacolo pensato come una sorta di Sacra Rappresentazione contemporanea che alterna e intreccia le canzoni di Fabrizio de André con i brani narrativi tratti dai Vangeli apocrifi cui lo stesso autore si è ispirato: dal protovangelo di Giacomo al Vangelo dell’Infanzia Armeno a frammenti dello Pseudo-Matteo.
“Perché il cuore di questo popolo si è fatto ottuso…”.
L’esternazione racchiusa nell’incipit risuona come la cifra di un atteggiamento miope dell’Umanità che da venti anni prima della nascita di Cristo – riferimento temporale di partenza della Buona Novella – segna una iperbole crescente sino alla visione lungimirante del Faber – pontiere immaginifico dei nostri giorni contemporanei.
In ribalta l’assortita coppia di cantattori con Neri Marcorè e Rosanna Naddeo traduce in prosa teatrale il noto concept album, il quarto prodotto in studio dal cantautore genovese edito nel novembre 1970.
L’inconfondibile voce narrante di Marcorè si alterna con quella di Naddeo rivisitando sulle tracce sonore del vinile di De Andrè le cronache ispirate dai vangeli apocrifi. Con la genesi della tarda genitorialità di Anna e Gioacchino, “nonni” virtuali di Gesù.
Lo stesso brillante narratore svelando il concetto di “apocrifo” come nascosto e segreto, ovvero ”fonte non ufficiale,” mette in scena una serie di aneddoti sull’infanzia di Gesù.
Presunti bizzarri giochi.
Bizze pericolose che ricordano le gesta nei cartoni animati del piccolo drago Grisù.
Tutta una serie di comportamenti, compresi il complicato rapporto con il padre putativo Giuseppe, ad oltre cento anni di età, costretto a rincorrere le iniziative creative del piccolo super eroe destinato a redimere l’Umanità. Tutti gustosi retroscena, artefatti con la nota verve comica dell’attore – imitatore, puntualmente non pervenuti nei quattro vangeli delle sacre scritture. “Definiti da De Andre, l’ufficio stampa della Chiesa Cattolica”.
Insieme alle voci di Naddeo e Marcorè, anche ottimo chitarrista, la formazione di musicisti presenti sul palco rende il fluire della vicenda storica nei canoni fantasy di un piccolo delizioso musical. Una sorta di monologhi a più voci. Accarezzati da una armonica coesione acustica.
Dove il violino di Anais Drago domina le trame decisive amplificandone gli epiloghi che coinvolgono la presa emotiva del pubblico. Penetranti le voci di Giua impegnata alla chitarra e Barbara Casini. Un felice ritorno per la vocalista percussionista italiana amata in Brasile, di casa a Sassari. Così come caro al pubblico sassarese l’arrangiamento e la direzione musicale di Paolo Silvestri, impegnato la prossima domenica al Teatro Verdi con Orchestra Jazz di Sardegna.
Francesco Negri al piano e Alessandra Abbondanza (voce e fisarmonica) completano un ensemble perfettamente integrato. Capace con le scenografie di Marcello Chiarenza, le luci di Aldo Mantovani, costumi di Francesca Marsella;
di superare il calvario del Golgota nel kairos della Resurrezione.
Dove il kèrigma , il culmine della buona novella risiede secondo l’idea del Faber, nella gioiosa ambientazione in prosa con la sinergia delle compagnie teatrali partecipanti alla produzione, una questione sicuramente contemporanea.
Da mercoledì 12 sino a domenica 16 marzo in scena al Teatro Massimo a Cagliari.