Automobilismo – Guida allo Slalom Massa-San Carlo in programma a maggio

Un bagno di folla nelle piazze sarde per l’ultimo libro di Fabio Volo
E’ un Volo planare. In Sardegna ha superato i raggi del sole e la pioggia battente, i chicchi di grandine e due arcobaleni interlocutori lungo il cammino. Adesso è davvero pronto a tutto. Del resto la sua vita è stata un frenetico inseguirsi di edizioni della Mondadori e di ruoli cinematografici, dirette radiofoniche e sceneggiature, programmi televisivi di successo e studi di doppiaggio.
Fabio ha attraversato l’isola in un tripudio festoso di ragazzine urlanti e giovani lievemente imbarazzati, che allungano verso la sua penna una copia appena acquistata per l’autografo di rito. Il tour del 42enne bresciano Fabio Bonetti è andato egregiamente. Dall’aula magna dell’Università di Lettere cagliaritana per il primo incontro – ed attraverso la visita al Museo Naturalistico Della Marmilla di Lunamatrona – l’attore e romanziere lombardo è giunto nel Nord Sardegna per il suo ultimo libro “La strada verso casa”, che scala prepotentemente la vetta delle classifiche editoriali. L’occasione inedita è stato l’incontro dettato dalla rassegna “Scrittori a Piede Liberos”, che ha patrocinato il primo ed atteso abbraccio di Fabio Volo con la nostra terra.
Il giovanotto è simpatico ed intraprendente. Ha una naturale carica di immediatezza e simpatia, ed un innato acume psicologico che lo guida come un radar al migliore approccio. Ha conquistato il Teatro Verdi di Sassari. Ha concesso il bis nella bomboniera del Civico di Alghero, dove ha allegramente esortato gli astanti al confronto, dimenticando la sindrome del primo tragico pranzo con i genitori della sua compagna. Fabio Volo è nato sotto una buona stella anche in questo senso: il suocero è un provetto chef di ottimo carattere, che lo ha adottato subito. Tanti manicaretti per lui, e non solo: ora gli permette di preparare la pizza napoletana ai clienti nelle cucine del ristorante islandese di Reykiavik. Questo è il settimo titolo della serie. Le opere precedenti hanno venduto oltre cinque milioni di copie, con le storie semplici e dirette, la disarmante chiarezza del gioco dei sentimenti e dei ruoli, delle relazioni e dei dilemmi, della famiglia e dell’amore.
Le ricordiamo: l’esordio con “Esco a fare due passi”, e dopo “E’ una vita che ti aspetto”, “Un posto nel mondo” “Il giorno in più”, “Il tempo che vorrei” e “Le prime luci del mattino”. In radio è stato lanciato da Cecchetto, prima delle Iene con Simona Ventura ed il cinema di prima fascia: “Casomai”, “La Febbre” ed il “Manuale d’amore”. Grande personaggio, vero?
L’intervista
Quale definiresti il segreto del tuo successo letterario tra la gente? I critici tendono a snobbarti, nonostante i tuoi numeri…
Le polemiche e le facili ironie non mi interessano. Ho tanto da fare, e non mi occupo dei detrattori. Sicuramente resta ancora da tracciare la linea invisibile tra il libro perfetto ed i tanti altri, che rappresentano il resto della narrativa mondiale. Puoi essere grande, ma c’è sempre qualcuno migliore di te nelle storie e nello stile. Nessuno nasce Joyce o Dostoevskij, ed è un lungo percorso verso la crescita intellettuale ed espressiva. Si può leggere di tutto, senza stare a pensare al migliore o peggiore… e semplicemente per il piacere di avere storie e personaggi, argomenti ed interessi da studiare.
Hai la terza media, no?
Sì, te lo confermo. Ma scrivo ugualmente senza vergogna, e cerco di migliorare. La settimana scorsa sono stato chiamato ad una lezione in una Università italiana. Questo è un paese meraviglioso! ( risata generale)
Che sensazione ti procura l’arte dello scrivere?
Scrivere è una forma di grande libertà. Posso lavorare dove mi pare, ed in qualsiasi posto del mondo. L’ambientazione è suggerita da un’idea che mi lascia vicino o mi allontana dall’altra parte del mondo. Scrivo di giorno o di notte, senza regole ed orari. Una cosa molto eccitante, secondo me è il mestiere più bello del mondo.
Quale è l’ultimo libro che hai letto, Fabio?
Mmmm.. fammi un po’ pensare! Sai che non ricordo? Inizio una cosa, poi dopo dieci minuti mi appisolo e ne riprendo un’altra. Sono molto disordinato, da quando è arrivato il pupo a scombinare le giornate… Però mi sono appassionato alle serie televisive americane, che sono un’autentica forma di letteratura contemporanea. Hanno dei dialoghi profondi, che riguardano il tòpos della nostra vita quotidiana.
Ti piace lavorare in radio?
Da morire. E’ un lavoro bellissimo ed immediato. La mia occupazione preferita in assoluto. E’ il mezzo a me più congeniale, perché sfrutta l’energia del momento. In televisione sei più controllato: le luci e le telecamera, i tempi stretti ed il copione da rispettare. In radio puoi improvvisare e cambiare con la fantasia e la leggerezza dell’attimo fuggente. Io evito di trattare la scarna cronaca quotidiana, ed invece parlo di cose essenziali come la vita e l’amore, la paura ed il coraggio. La radio è universale, e si può fare ovunque. Basta una connessione al telefono o un allaccio internet : e si parte a comunicare con il mondo!
Il cinema?
(Perplesso) Affascinante, per carità. Ma un po’ noioso. A metà maggio giro un nuovo film, e recito il ruolo di un super-attore. Ma non ti aggiungo altro. Sapete che la Fiat 124 colore senape del mio “Casomai” era di mio nonno? Con quella macchina sono andato a firmare il primo contratto per il libro di esordio alla Mondadori. Quando sono uscito dagli uffici della casa editrice sono scoppiato a piangere, una roba indescrivibile…
Il tuo libro preferito fra quelli che hai scritto?
Ogni mio libro è una diversa stagione della mia vita. Adesso amo questo, perchè è l’ultimo. Il primo è stato indimenticabile. Avevo paura del flop del secondo, ma anche questo è andato benone ed ho provato amore per la nuova creatura. Non credevo di scrivere il terzo… ed eccoci al sesto.
Che cosa ti piace del tuo ultimo libro?
La relazione tra padri e figli, quando i ruoli si invertono. I genitori invecchiano ed il decadimento fisico è un grave problema, da affrontare con responsabile dedizione. L’immobilità degli anziani è struggente. Anche la totale mancanza di difese del mio bambino: sono felice anche quando gli cambio il pannolino.
Uno dei due fratelli in conflitto sei tu?
Non sono Marco e non sono Andrea, che diventano reciproci alter ego dopo lunghe incomprensioni per sopraggiunte vicende familiari. E’ certo che qualcosa di loro appartiene alla mia sfera intima, ma non riuscirei a spiegarvelo in questo momento.
© RIPRODUZIONE RISERVATA