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Serata ricca di emozioni al 22° Premio Maria Carta
Domenica 1° settembre, a Siligo, si è tenuto l’evento intitolato all’artista scomparsa nel 1994. Premiate quest’anno Tosca e Daniela Pes insieme al Rockhaus Blu Studio di Sassari e al Circolo degli emigrati di Trieste. Angelo Branduardi (in video): «Maria Carta è stata la Callas della Sardegna»
Ancora un Premio Maria Carta con tanti ospiti ed emozioni. Domenica 1° settembre, a Siligo, paese natale dell’artista, nella piazza a lei intitolata, la XXII edizione della manifestazione ha celebrato con una serata trasmessa in diretta televisiva e radiofonica (su Videolina e Radiolina) due importanti anniversari; il 90° della nascita e il 30° della scomparsa di Maria Carta.
Quattro i premi assegnati. Innanzitutto alla cantante Tosca, romana, una delle più raffinate e poliedriche interpreti della canzone italiana. «Artista capace di muoversi con straordinaria duttilità tra sperimentazioni musicali e repertori che spaziano dai suoni del mondo, al canto popolare e alla tradizione napoletana o romana. La ricerca, l’uso di più lingue, la cura del suono sono i cardini di un appassionato lavoro di intreccio e contaminazione nel segno di una apertura totale al multiculturalismo», recita la motivazione. «È bellissimo questo Premio, non mi fate commuovere», ha commentato nel ricevere dalle mani del presidente della Fondazione Leonardo Marras la creazione dell’orafo algherese Pasquale Ferraro. Poco prima, aveva offerto un’intensa interpretazione di “No potho reposare”, accompagnata da Massimo De Lorenzi alla chitarra e Giovanna Famulari al violoncello.
Premio Maria Carta anche all’autentica sorpresa della scena musicale italiana dell’ultimo anno, la talentuosa tempiese Daniela Pes. Il suo album d’esordio “Spira” ha ricevuto parecchi riconoscimenti da critica e pubblico. «Provenendo da una formazione jazz ha fatto suo un coraggioso e inedito lavoro di ricerca attorno alla voce, all’uso della parola, anche ricorrendo a forme da lei inventate. Restano inalterate la sua fortissima personalità e il suo solido richiamo alle radici dell’isola e della sua Gallura», spiega la motivazione.
Per quanto riguarda le eccellenze nel settore dell’imprenditoria è stato premiato il Rockhaus Blu Studio di Sassari, da 35 anni realtà consolidata, guidato da Alberto Erre, che ha ritirato il riconoscimento in “abito da lavoro” (per pochi minuti ha lasciato la consolle del service audio). «Facciamo tutti gli eventi importanti in Sardegna, i capodanni vari, ultimamente con Ligabue, seguiamo i Tazenda e i Bertas e tanti altri. In più – ha scherzato Erre – abbiamo curato i service per due “cantanti” eccezionali: Papa Ratzinger e poi Papa Francesco, a Cagliari, in occasione delle loro visite in Sardegna. Abbiamo anche uno studio di registrazione», ha ricordato.
Per il mondo dell’emigrazione è stato invece premiato il Circolo degli emigrati sardi di Trieste, che è stato recentemente intitolato a Maria Carta, che per tutta la sua carriera rimase molto legata al mondo dell’emigrazione. Gigi Carta, fratello di Maria, ha consegnato il riconoscimento alla presidente del sodalizio, Loredana Sumas, originaria di Arzana, accompagnata da Angelo Curreli, di Lodè, presidente onorario del Circolo, nato nel 1977 nell’ambito dell’associazione regionale articolata in cinque gruppi (a Trieste, Udine, Gorizia, Pordenone e Tolmezzo). Con Trieste l’isola ha un legame particolare: è stata sede del 151° reggimento della Brigata Sassari e qui sono passati tanti sardi. Con Loredana Sumas e Angelo Curreli il presidente della Fasi (Federazione delle Associazioni dei Sardi in Italia), Bastianino Mossa.
«Si è chiusa una edizione del Premio per certi versi straordinaria, sicuramente dall’alta carica emotiva perché abbiamo ricordato i 90 anni dalla nascita e i 30 dalla scomparsa di Maria Carta – commenta Leonardo Marras, presidente della Fondazione intitolato alla grande artista di Siligo –. A noi spetta il dovere di tutelare e valorizzare il patrimonio culturale che lei ci ha lasciato». Nelle prossime settimane la Fondazione è attesa da nuovi impegni, tra cui gli appuntamenti di “Freemmos”, progetto dedicato alla sensibilizzazione sul tema dello spopolamento, e Navigantes, che vuole unire i popoli partendo dalle tradizioni identitarie: il prossimo 6 ottobre è in programma la seconda tappa, stavolta in Corsica, a Bonifacio, dopo la riuscitissima prima edizione lo scorso anno a Barcellona.
Ancora una volta, come anticipato, tanti e di grande livello gli ospiti del XXII Premio Maria Carta, che ha avuto il sostegno della Regione Sardegna e del Comune di Siligo ed è stato inserito anche quest’anno nel programma Salude&Trigu della Camera di Commercio di Sassari. Sono intervenuti esponenti del mondo della politica: l’assessora regionale del Lavoro, con delega ai rapporti con il mondo dell’emigrazione sarda, Desirè Manca, i consiglieri regionali Maria Francesca Masala e Valdo Di Nolfo, Giuseppe Mascia, sindaco di Sassari (il Comune aderisce alla Fondazione), l’assessora alla Cultura e all’Istruzione del Comune di Sassari Nicoletta Puggioni, e Pierluigi Salis, consulente dell’Assessorato regionale della Cultura. Hanno inoltre portato la loro testimonianza Manuela Palitta e Ivano Conca, componenti del Consiglio direttivo della Fondazione Maria Carta.
Il sindaco di Siligo, Giovanni Porcheddu, ha annunciato che la Regione ha programmato un’iniziativa celebrativa dedicata a Maria Carta che si terrà entro l’anno in collaborazione con l’Amministrazione comunale e la Fondazione, con l’inserimento tra le figure che nel tempo hanno dato lustro alla Sardegna. «Abbiamo un cruccio: non siamo stati attenti nella valorizzazione della figura di Maria Carta», ha detto Porcheddu. Una fama nel mondo di cui gli stessi sardi non sono ancora pienamente consapevoli. In un video dedicato Angelo Branduardi ha richiamato una sua collaborazione di grande successo con Maria. «L’ho conosciuta a 18 anni. Stavamo lavorando a un disco che non è mai uscito – ha detto il cantautore e violinista –. E abbiamo poi fatto diverse cose insieme, tra cui un evento a Parigi alla Fête de l’Humanité davanti a 140mila spettatori. Maria Carta è la Callas della Sardegna».
L’evento, presentato da Giacomo Serreli e Maria Grazia Ledda, è stato aperto con il ricordo di Palmira Santoru, componente del comitato scientifico della Fondazione, recentemente scomparsa, per anni direttrice del coro “Maria Carta” dell’Istituto comprensivo “Pasquale Tola” di Sassari, fondato insieme al collega Antonio Garofalo e oggi guidato da Costantina Deffenu e Maria Antonietta Diaz. Sono stati ricordati anche Giovanna Marini, cantautrice e ricercatrice etnomusicale, e Bernard Lortat-Jacob, etnologo ed etnomusicologo francese, che avevano ricevuto il Premio Maria Carta negli anni scorsi.
Sono poi intervenuti il Coro di Usini, che quest’anno celebra i 50 anni di attività: a loro una targa speciale della Fondazione, consegnata da Bastianino Casu, presidente della Confcommercio regionale; Maria Giovanna Cherchi, che ha interpretato la canzone “Ambasciadores de Sardigna”, omaggio agli emigrati sardi, promossa dalla Fondazione Maria Carta, con testo di Angelo Curreli e musiche di Gino Marielli; i Tenores “Remunnu ‘e Locu” di Bitti, punto di rifermento del canto a tenore e che per anni ha condiviso collaborazioni di rilievo con Maria Carta; l’algherese Yasmin Bradi, nata in Germania ma crescita nella città sarda, una delle più apprezzate nuove voci della canzone catalano-algherese reduce da importanti riconoscimenti in Catalogna; nonché, in conclusione, i pugliesi Tamburellisti di Torrepaduli, che al ritmo travolgente della pizzica salentina hanno conquistato l’entusiasmo del pubblico. Con loro Andrea Pisu e Vanni Masala del duo Fantafolk, che si sono esibiti anche durante la serata con un paio di brani del loro repertorio.
Domenica mattina il Premio ha avuto un prologo, inserito nel progetto Freemmos, nella comunità di padre Salvatore Morittu a S’Aspru. Si è parlato di spopolamento, di giovani, del loro futuro e delle loro speranze. «Cuore e solidarietà, un binomio importante per tutti noi», ha detto padre Morittu.
Il Premio Maria Carta: Assegnato la prima volta nel 2003, è un riconoscimento istituito dalla Fondazione Maria Carta con lo scopo di favorire il progresso scientifico, culturale, artistico ed economico della Sardegna e dei sardi. Il Premio, realizzato dall’orafo algherese Pasquale Ferraro, ha assunto ormai una connotazione internazionale, grazie alla presenza di ospiti e artisti provenienti da varie parti del mondo. Negli anni è stato attribuito a grandi nomi di rilievo nazionale: tra questi Ennio Morricone, Carla Fracci, Alda Merini, Francesco Demuro, Vinicio Capossela, Eugenio Finardi, Noa, Dulce Pontes e il compianto Andrea Parodi. Nel 2022 sono stati premiati Grazia Di Michele, padre Salvatore Morittu, il Consorzio Costa Smeralda, le launeddas, il Circolo “Amici mediterranei” di Arnhem (Olanda) e Sardex. Nel 2023 invece Teresa De Sio, il Coro Eufonia di Gavoi, il Circolo sardo “Su Nuraghe” di Alessandria e Giovanni Muscas, fondatore del gruppo Isa.
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