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Cagliari, come cambia la squadra da Ranieri a Nicola
In 18 mesi le ha provate tutte. Claudio Ranieri ha cambiato quasi continuamente il modulo di gioco dei rossoblù. Prima in ottica promozione, poi in ottica salvezza. Difesa, centrocampo, attacco. La strategia è servita, Claudio ha raggiunto l’obiettivo. Ma con l’arrivo di Nicola riparte un nuovo ciclo e un nuovo calcio. Parola d’ordine: verticalità. È questo che si percepisce dalle parole del nuovo tecnico nella conferenza stampa che precede un avvio di Serie A ormai imminente. Intanto, nonostante la solita incertezza, i bookmakers danno ragione a Nicola.
Da Nicola a Ranieri: cosa ne pensano i bookies
Stando alle prime quotazioni elaborate dai siti scommesse consigliati da Superscommesse.it, l’arrivo di Nicola viene visto come una garanzia per la squadra sarda in termini di raggiungimento della salvezza. Se Ranieri era un maestro in termini di miracoli, anche l’ex Empoli non scherza. Basti pensare al trascorso recente proprio con i toscani, con la Salernitana e con il Crotone. Certo, è anche vero che Nicola ha guidato la squadra sempre in corsa quando è riuscito a portarla alla permanenza in Serie A, mentre qui andrà dall’inizio. Ma non c’è dubbio che il tecnico farà tutto il possibile per centrare la salvezza con largo anticipo.
Come cambia il Cagliari in termini di gioco
Ma indipendentemente dalle quote pre-campionato, quello che conta, quello che interessa ai tifosi del Casteddu è capire come sarà il nuovo Cagliari, dopo le cessioni di Oristanio, Nandez, Petagna, Shomurodov, Gaetano, Dossena, Cavuoti, Sulemana, Radunovic, Kourfalidis e Prelec e gli innesti di Marin, Pereiro, Luperto, Felici, Zortea, Piccoli, Adopo e Sherri. In totale 11 partenze e otto nuovi atleti nel collettivo di Nicola, che inevitabilmente cambierà fisionomia in termini di gioco. Fase di non possesso aggressiva con qualche rischio e tanta verticalità. Ma anche calcio relazionale, il mantra calcistico degli ultimi tempi a livello europeo.
“È molto importante imparare ad interpretare situazioni diverse, conoscersi reciprocamente, saper giocare con i vari compagni” ha sottolineato il tecnico in conferenza stampa. “Stiamo lavorando molto sulla capacità di creare gioco in verticale, se possibile palla a terra”, ha sottolineato Nicola durante i giorni di ritiro di Chatillon. “È importante riuscire a conquistare lo spazio alle spalle della difesa altrui per finalizzare, provando a farlo nel più breve tempo possibile e in modo diretto”. Il successore di Ranieri vorrebbe la palla sempre in movimento in fase di costruzione unitamente ad una grande capacità di riorganizzarsi con grande equilibrio dopo aver perso il possesso. “Non importa che uno o l’altro calciatore rientrando vadano a occupare una posizione differente in quel momento, perché il gioco posizionale ti porta anche a cambiare la tua zona in determinati momenti”.
Nicola apprezza sicuramente la personalità, il carattere. Lui stesso è vulcanico quanto basta per infiammare gli animi. Una preferenza? Forse Makoumbou abile a inserirsi e calciare di in porta. Ma anche Deiola che ha esperienza, gamba e corsa. E poi Prati con la sua intelligenza e le sue geometrie, Marin per qualità e ritmo, Adopo per la potenza. È ottimista, Nicola. Sa benissimo che in alcuni momenti servirà ragionare, in altri accelerare. Infine, torna sul concetto di calcio relazionale. “Servono calciatori che sappiano riconoscere le relazioni in campo, le situazioni, le scelte a beneficio dei compagni”. Insomma, l’importanza del collettivo è fondamentale per il prossimo cammino in Serie A: un campionato in cui i rossoblù dovranno vedersela sicuramente con Verona, Venezia, Empoli e Parma. Il Casteddu sembra avere un piccolo margine sulle altre. Ma resta da chiedersi se la salvezza è l’unico obiettivo possibile.
A cosa può ambire il Cagliari dopo il cambio in panchina
In realtà gli analisti della Serie A sembrano avere le idee chiare. Nulla di più di una salvezza come lo scorso anno, che potrebbe essere sofferta come l’ultima conquistata da Ranieri. Verona, Venezia, Empoli e Parma dovrebbero avere di meno dei sardi in termini di qualità. In questo, Nicola giocherà un ruolo fondamentale. Da subentrante, il tecnico di Luserna San Giovanni riesce sempre a tirare fuori il meglio dalla squadra che allena. Dall’inizio sembra scontare un gap che in altre esperienze è terminato anche con un esonero (vedi Salerno). Ma per adesso preferiamo ricordare solo il suo lato vincente.
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