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In vino veritas – In Sardegna una tradizione enologica ricca e variegata di vitis vinifera autoctone
Una guida ai vini sardi e come accompagnarli sulle nostre tavole. Una posizione geograficamente invidiabile e di grande interesse nel panorama vinicolo italiano, con varietà di terreni, microclimi e tradizioni uniche. E i produttori sardi stanno valorizzando la qualità e l’identità dei loro vini
La Sardegna è tradizionalmente la terra del vino che « conosciamo», quello ‘di paese’. Quei vini che hanno i colori della domenica, delle tavole imbandite oppure delle sagre e delle feste. Un po’ come il sapore del pane, quello che confezionavano le nostre nonne; ricordi amabili e lontani che ricollegano a una tradizione inossidabile.
Svariati eventi enologici che si tengono nell’isola, hanno contribuito a valorizzare le produzioni locali, attirando appassionati e professionisti del settore. Il rinnovato interesse per vini come il Cannonau, il Vermentino e il Carignano, insieme alla rivalutazione di tecniche tradizionali e innovative, ha portato a una crescente varietà di offerte e di nuovi abbinamenti culinari nella cucina sarda. La Sardegna, con i suoi vigneti a bassa densità, affacciati sul mare, offre un contesto perfetto per la valorizzazione di un settore in crescita. L’attenzione alla sostenibilità e alla certificazione biologica, da parte di molti produttori, sta contribuendo a posizionare la regione nel panorama vitivinicolo italiano. Questo periodo di rinnovato interesse e sviluppo nel settore vinicolo, attrae l’attenzione di giovani sommelier e degli appassionati attraverso corsi e manifestazioni, che raccontano la storia e la cultura del territorio.
L’isola è considerata un paradiso per gli amanti del vino, grazie alla sua varietà di vitigni autoctoni e alla capacità unica di esprimere il territorio attraverso i suoi prodotti.
Il Cannonau, è il vino rosso più famoso dell’isola. Il colore è scuro e intenso, noto per il suo profilo robusto, la sua struttura e i tannini decisi che lo rendono adatto a piatti ricchi, come stufati e arrosti di carne. Percepibile a l’olfatto e al gusto con spiccate note fruttate e speziate e con un alto contenuto di polifenoli e antociani, riconosciuti come antiossidanti. Dominante nella scena vinicola sarda, questo vino rosso è ciò che meglio identifica in Continente e all’estero la Sardegna. Molto conosciuta e apprezzata, è la versione liquorosa di questo vitigno, l’Anghelu Ruju“, un vino fortificato prodotto ad Alghero.
Un vino rosso di notevole rilievo è il Carignano (o Carignano del Sulcis). Qualità di uve originata da vigneti coltivati nel Sud dell’isola, in particolare nei terreni sabbiosi. Questo vino ha un carattere intenso e fruttato, con note di spezie e un corpo pieno. Apprezzato per il suo profilo intenso e fruttato, spesso invecchiato in botti di legno, che arricchiscono il vino di complessità e morbidezza. Perfetto per accompagnare piatti a base di carne e formaggi stagionati.
Il Monica, varietà d’uve rosse, nota per i suoi vini più morbidi e facili da bere, sono ideali anche per chi non ha grande esperienza di degustazione e si approccia al vino per la prima volta. ccuSi abbina bene con piatti della cucina sarda.
Il Sangiovese, sebbene sia più noto in altre regioni italiane, questa varietà in Sardegna si trova dappertutto: questo vitigno produce vini leggeri e freschi e ideali per un pasto informale. Spesso utilizzato nelle cantine come uva da taglio.
Il Cagnulari è un vitigno a bacca rossa, coltivato prevalentemente nel Nord dell’isola di colore rosso rubino, offre un nettare dal gusto fruttato intenso con aromi di fiori rossi. Conosciuto fin dai tempi antichi nel sassarese, questo tipo di vino ha registrato una forte ascesa nel mercato attuale.
Il Bovale sardo, è un vitigno a bacca nera, noto per i grappoli poco densi e un alto contenuto di zuccheri. È ricco di flavoni, antiossidanti benefici per la salute. Oltre a essere una “qualità autoctona”, viene coltivato anche in altre parti d’Italia. Anche l’apprezzatissimo uvaggio del Mandrolisai, un vino rosso DOC, che ha origine in 2 delle province sarde, che sono Nuoro e Oristano, è composto da una miscela di varietà, assemblate tra il Bovale sardo, il Cannonau e il Monica, con la possibilità di includere altri vitigni a bacca nera fino al 10%. Questo vino di qualità si distingue per le sue caratteristiche uniche, meritando attenzione e rispetto nel panorama vitivinicolo sardo.
Arvesiniadu, anche questo vitigno autoctono, coltivato nel Goceano ha i suoi pregi. Rischiava di scomparire, ma agli inizi degli anni Novanta un gruppo di pionieri, ha deciso di incentivarne la coltivazione. Tradizionalmente coltivato ad alberello, in passato aveva necessità di un sostegno (sa raiga), in quanto i tralci, pur tanto vigorosi come crescita annuale erano molto deboli, perché assolutamente esili e delicati. Il prodotto veniva generalmente utilizzato per completare gli uvaggi, non solo di mosti bianchi, ma anche di mosti di uve rosse. Col tempo si è pensato di sostituire il sostegno singolo, con la spalliera bassa e si è tentata la vinificazione in purezza.
Tra i vitigni bianchi più rappresentativi troviamo il Vermentino, che cresce particolarmente bene nelle. zone costiere. Producono vini freschi e profumati, ideali per accompagnare piatti di pesce e frutti di mare. È un vino versatile, apprezzato anche come aperitivo. Questo bianco di Sardegna, si trova ovunque. Rinomato è quello coltivato nella zona granitica della Gallura, che lo caratterizza con delle marcate mineralità gusto/olfattive. Questo vino, segue il disciplinare distinto dal marchio DOCG nel Nord Est della Sardegna, invece nel resto dell’isola è noto come: Vermentino DOC.
Tra i vini bianchi, spicca anche il Semidano, una varietà autoctona che produce vini freschi e aromatici, spesso con sentori di agrumi e fiori bianchi. Ottimo come aperitivo o accompagnamento a piatti freschi di verdure e pesce.
Il Nuragus vitigno bianco, è noto anch’esso per la sua leggera mineralità e viene spesso associato a piatti della tradizione sarda, è perfetto per piatti tradizionali come la fregola con le arselle o il pesce alla griglia. Può essere apprezzato anche con un tipo di cucina un po’ speziata molto vicina alla fusion orientale.
Non possiamo dimenticare il Vernaccia di Oristano, che produce un vino bianco molto particolare, distinguibile per le sue note intense mandorlate e miele amaro che si amplificano al palato. È ideale per chi cerca un’esperienza gustativa complessa. Viene prodotto attraverso un processo di invecchiamento ossidativo simile a quello del famoso Sherry spagnolo. Ha un sapore complesso, con note di noci e frutta secca, perfetto da abbinare a formaggi stagionati e piatti di carne.
La Malvasia di Bosa, si può trovare anche come versione e qualità differente nella Cagliari DOC. È un vino aromatico, il vitigno è coltivato tra le colline di Magomadas e in altri comuni adiacenti a Bosa. Possiamo apprezzare questo particolare vino aromatico, nelle versioni secco (giovane e riserva) con piatti di mare salsati; passito e spumante rispettivamente con, dolci a base di mandorle e come aperitivo.
Il Moscato, vitigno aromatico, uno dei classici intramontabili dell’isola, viene utilizzato per produrre vini dolci e frizzanti. È famoso per il suo profumo intenso e le note di pesca, albicocca e fiori. È un vino pregiato che esprime al meglio le caratteristiche del territorio, grazie al clima soleggiato e ventilato delle zone in cui viene coltivato. Le aree dell’entroterra del Golfo di Cagliari e le colline della Romangia sono particolarmente favorevoli alla sua crescita, così come la Gallura, dove il Moscato spumante ha trovato una sua eccellente interpretazione. Questo vino è apprezzato per i suoi aromi distintivi, che comprendono note floreali, frutta candita, mandorle caramellate e uva passa. La sua dolcezza e complessità lo rendono ideale, per accompagnare dolci tradizionali sardi e agrumi canditi, rendendolo un perfetto vino da dessert e formaggi erborinati.
Il Nasco è un bianco, uno dei vitigni più antichi dell’isola. Il suo nome, si pensa, che derivi dal latino “Muscus” e suggerisce legami con aromi floreali e un profumo particolare, evidente anche nel vino prodotto da queste uve. È descritto nel disciplinare come un ecotipo, indicativo di una varietà locale con una lunga storia.
Un Patrimonio Culturale e un terroir unico
La Sardegna vanta una varietà di denominazioni di origine 1 DOCG, 17 DOC e 15 IGT, che tutelano e valorizzano i vini prodotti nell’isola:
Vermentino di Gallura DOCG;
Alghero DOC, Arborea DOC, Cagliari DOC, Campidano di Terralba DOC, Cannonau di Sardegna DOC, Carignano del Sulcis DOC, Girò di Cagliari DOC, Malvasia di Bosa DOC, Mandrolisai DOC, Monica di Sardegna DOC, Moscato di Sardegna DOC, Moscato di Sorso e Sennori DOC, Nasco di Cagliari DOC, Nuragus di Cagliari DOC, Semidano di Sardegna DOC, Vermentino di Sardegna DOC, Vernaccia di Oristano DOC;
Barbagia IGT, Colli del Limbara IGT, Isola dei Nuraghi (IGT in tutta la regione), Marmilla IGT, Nurra IGT, Ogliastra IGT, Parteolla IGT, Planargia IGT, Provincia di Nuoro IGT, Romangia IGT, Sibiola IGT, Tharros IGT, Trexenta IGT, Valle del Tirso IGT, Valli di Porto Pino IGT;
La tradizione vitivinicola sarda, è un lungo percorso dove si intrecciano storia e cultura, che continuano a evolversi nel rispetto delle radici locali. Negli ultimi anni, l’interesse per i vini sardi, è cresciuto notevolmente anche sui mercati esteri. Tra il 2022 e il 2023, le richieste di prodotti vinicoli dal continente americano sono aumentate, indicativo di una crescente valorizzazione internazionale del vino sardo. La partecipazione della regione Sardegna a eventi come il Vinitaly 2024 ha contribuito a offrire visibilità alle produzioni locali.
La biodiversità della viticoltura sarda, patrimonio culturale della nostra isola è, senza dubbio riconosciuta, come una delle realtà vinicole più affascinanti d’Italia, grazie al suo clima, che favorisce la coltivazione di una vasta gamma di vitigni, molti dei quali sono autoctoni. Visitare le cantine locali, partecipare a degustazioni e avere il gusto della scoperta, è un modo per valorizzare e conoscere la gastronomia locale. Ogni vino può stupirci, con i giusti abbinamenti, apprezzandone le sfumature di colori, che vanno dal rosso rubino al granato, o dal giallo paglierino brillante all’ambrato intenso, o i profumi che spesso sanno di fiori o erba di campo e talvolta di frutta fresca o matura, regalando gusto intenso ed equilibrato e sensazioni di freschezza e pienezza.
Ogni bevanda ha i suoi pregi e difetti. Il vino è un alimento facilmente deperibile, se non si incorre a determinati accorgimenti in cantina. I tempi sono cambiati, per quanto riguarda i vini imbottigliati. Gli studi e la sapienza degli enologi, a contribuito a migliorarne l’acidità, la dolcezza, i colori, la limpidezza, i profumi e i sapori. Una delle caratteristiche, per cui i vini sardi sono conosciuti e criticati, è l’elevato tasso alcolico, spesso poco apprezzato da chi è abituato a bere, di solito, vini della penisola. Questo è un fattore che si può dire “negativo”, che si riscontra nella degustazione, duranti i pasti e gli abbinamenti vari.
Il tasso alcolometrico del nostro vino è dovuto al clima, al sole intenso e al conseguente grado zuccherino, all’interno del succo. Se il mosto è molto dolce, questa dolcezza si trasforma in alcool, ad opera dei lieviti. Quindi possiamo ben dire, che se un vino, è troppo alcolico può risultare pesante per molti. Negli ultimi anni, molte aziende hanno cercato di risolvere ed ovviare a questo problema, sopratutto con i vini bianchi. La soluzione è stata, oltre all’uso con appositi controlli mediante apparecchiature speciali, da parte degli addetti ai lavori, in vigna, si è provveduto ad anticipare la vendemmia nel mese di luglio. In questo caso il grado zuccherino, dell’uva non troppo matura, risulterà non troppo elevato. Per quanto riguarda i vini rossi, ci vorrà ancora del tempo, anche se molti viticoltori stanno già adottando dei tagli con uve a tasso alcolico poco elevato. In futuro si spera di arrivare ad un equilibrio più appetibile per tutti i palati.
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